Vittorio Corcos. L’avventura dello sguardo.


Museo Accorsi-Ometto, fino al 16 febbraio 2020

 

Il Museo di Arti Decorative Accorsi-Ometto non si ferma davvero mai!

Ha appena festeggiato il suo ventennale e subito ripartono le visite alla mostra “Vittorio Corcos – L’avventura dello sguardo”, che sarà aperta sino al 16 febbraio 2020. Questo pittore, ingiustamente poco noto, nasce a Livorno nel 1859 e si forma alla Accademia di Firenze.  Dal 1880 frequenta il vivace salotto parigino di Giuseppe De Nittis e affina le sue qualità di ritrattista, sino a diventare uno straordinario interprete dell’animo ritratto su una tela. Nel 1886 torna a Livorno e sposa Emma Rotigliano, la “gentile ignota” corrispondente epistolare di Giovanni Pascoli. Quando i novelli coniugi vanno ad abitare a Firenze, la loro casa diventa meta affollata di letterati e artisti.

La mostra

La mostra è suddivisa in sezioni, per spiegare al meglio la poliedricità dell’artista.
La sezione Salotto della “gentile ignota” ci introduce nell’eletto circolo della moglie, così definita in una lettera dal poeta Giovanni Pascoli, con il ritratto di Emma.

Ritratto di Lina Cavalieri
Ritratto di Lina Cavalieri

Nella sezione Luce mediterranea la costa livornese é lo sfondo al quadro “In lettura al mare”, eccezionale prova di pittura “en plein air”.
L’ultima sezione é consacrata all’Eterno femminino, e si concentra sul tema della donna sviluppato in arte quanto in letteratura dal Decadentismo. Il dipinto intitolato “Sogni” incarna la bellezza ineffabile delle donne amate e descritte da D’Annunzio e Fogazzaro.Corcos riassume dunque le inquietudini di un’epoca consapevole della propria crisi e raffigura donne perdute e altre venerate per la loro bellezza, come Lina Cavalieri (“massima testimonianza di Venere in terra” secondo D’Annunzio).

“Fascino e intelletto. Storie di nobildonne, cantanti e scrittrici, protagoniste della Belle Epoque”

In occasione di questa mostra il Museo ha organizzato il percorso “Fascino e intelletto. Storie di nobildonne, cantanti e scrittrici, protagoniste della Belle Epoque”. Oltre alle visite all’interno del Museo, l’immersione nell’arte é proseguita con una passeggiata per le vie di Torino, alla scoperta delle protagoniste femminili della Belle Epoque, ultimo sogno di bellezza alle soglie della Prima Guerra Mondiale. Si scoprono così figure come la violinista Teresa Tua, la poetessa e scrittrice Amalia Guglielminetti (grande amore di Guido Gozzano) e l’attrice Lydia Quaranta.

Guido Gozzano/Amalia Guglielminetti

Guido Gozzano/Amalia Guglielminetti, Lettere d’amore, Edizioni Quodlibet

Al centro del pensiero Gozzano vi fu la convinzione che passione amorosa e passione poetica andassero a braccetto. E di entrambi questi amori gli rimaneva il senso amaro della impossibilità.
Piccoli stralci di una copiosa e intensa corrispondenza, urgenze di amore che si sono scambiati due artisti torinesi.

S. Giuliano d’Albaro, 10 giugno 1907, notte:
E voi? Credete di essermi molto simpatica Voi? Avete, invece, agli occhi miei, qualità allontananti.
Prima di tutto siete bella. E precisamente di quella bellezza che piace a me. Vi ho veduta poco, ma osservata molto: siete proprio bella […]. Ho presente anche questo: che avete bei denti e una bella bocca, piuttosto grande e fresca e attirante come poche […]; avete anche il profilo che piace a me, vestite come piace a me  camminate come piace a me […]. Vedete che c’era di che rifuggire la vostra conoscenza. Non già che io temessi d’innamorarmi di Voi (io non sono innamorato che di me stesso; voglio dire: di ciò che succede in me stesso) ma temevo che mi piaceste ecco tutto.

21 marzo 1908:
[…]Da un legame come il nostro deve balzare qualche cosa di più degno che non la sentimentalità meschina dei piccoli amanti. Per questo è necessario non vederci più. […] Da quanto tempo non