La tecnologia non è cosa da giovani. Cosa può cambiare (in meglio) per la terza età


I progressi nella cura delle malattie, nella qualità del cibo, nell’accesso ai servizi e un più diffuso benessere, hanno contribuito all’allungamento dell’aspettativa di vita: il numero di persone con 80 o più anni potrebbe triplicare tra il 2020 e il 2050. Già nel 2030, nel mondo, una persona su sei avrà più di 60 anni, secondo le stime dell’Organizzazione Mondiale della Sanità. L’allungamento della vita pone nuove sfide al modo di pensare l’invecchiamento, il lavoro e il pensionamento. Nuove sfide che si traducono anche in innovazioni tecnologiche per rispondere alle mutate esigenze di una consistente fetta di popolazione.

I “Silver”, ovvero i consumatori con i capelli d’argento, rappresentano già oggi un importante segmento per le aziende, incluse quelle tecnologiche. Essendo ormai la tecnologia sempre più diffusa a tutti i livelli del nostro quotidiano, l’offerta di soluzioni per i senior è andata ampliandosi, per esempio mirando a rendere la loro gestione della casa e il loro viaggiare più facile ed efficiente. Un’analisi del Centro Studi e Ricerche di Itinerari Previdenziali ha rivelato che i navigatori del web tra i 55 e i 74 anni a caccia di informazioni sanitarie, sono cresciuti dal 10% del 2010 al 27% del 2019. Secondo un altro studio, che analizza il rapporto tra terza età e innovazione, nel 2011 in Italia, si collegava a internet – almeno quattro volte a settimana – il 54% degli over 55. Nel 2012 lo faceva il 64% e nel 2013 il 68%. Ma il web è solo il primo passo. La maggior voce di investimento per la terza età è infatti quella della casa, soprattutto in Italia, dove assorbe addirittura il 54,3% della spesa nel caso di senior senza figli.

La possibilità di vivere in modo indipendente in un luogo amato e familiare è indicata dai “Silver” come una delle cose più importanti per il loro benessere, seconda solo alla salute. E sarà proprio l’innovazione tecnologica a rendere sempre più gradevoli, sicure, efficienti e luminose le abitazioni. La domotica collegata al proprio smartphone può per esempio controllare a distanza i parametri funzionali della casa, monitorando temperatura, illuminazione, irrigazione e sistemi di sicurezza, mentre piccoli robot domestici la tengono pulita. I generi alimentari possono arrivare direttamente a domicilio, con elettrodomestici smart in grado di segnalare che un prodotto abitualmente presente nel frigo sta terminando. Lo stesso televisore, oggetto particolarmente amato dai senior, cambierà pelle non solo collegandosi a internet, ma anche sostituendo i telecomandi con assistenti vocali e proponendo palinsesti del tutto personalizzati grazie agli algoritmi di
Intelligenza Artificiale. Si stanno inoltre diffondendo nuovi modelli abitativi, per esempio il senior co-housing, che unisce l’autonomia dell’abitazione privata alla condivisione di spazi comuni tra le persone anziane, sia per combattere la solitudine che per fornire aiuto reciproco. A Londra, è già stata creata la prima iniziativa di co-housing per donne residenti tra i 58 e i 94 anni (www.newgroundcohousing.uk). Un altro simbolo di libertà e indipendenza caro ai senior è l’automobile, che a sua volta sta cambiando pelle. L’integrazione tra sensori di nuova generazione, Intelligenza Artificiale e navigazione satellitare ci sta portando verso le self-driving cars, veicoli autonomi che sosterranno la mobilità di persone con limitazioni fisiche. Così la tecnologia, apparentemente destinata soprattutto alle persone più giovani, sembra invece destinata a cambiare molti aspetti della vita di coloro che si trovano nella terza età.

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