Van Gogh: I colori della vita


Emozioni tra arte, cinema e libri.

La mostra percorre un’intensa vita da artista, con 125 opere esposte, di cui 80 di Van Gogh. Le più importanti sono prese in prestito dal Museo Kröller-Müller e dal Van Gogh Museum. Ne risulta la più grande esposizione sul tema sinora realizzata in Italia. Vi si trovano anche lavori di Paul Gauguin (1848-1903), Georges Seurat (1859-1891), Paul Signac (1863-1935), Utagawa Hiroshige (1797- 858) e Francis Bacon (1909-1992). Si entra in un sorprendente viaggio nel tempo che fa conoscere, passo dopo passo, alcune trame della vita e dell’opera di Van Gogh poco affrontate sino ad oggi. Sarà proprio l’uomo-artista a raccontarsi in prima persona nel susseguirsi delle sale, attraverso le sue lettere, che diventano il filo conduttore. Viene analizzato con minuzia il rapporto tra il mondo esterno della natura (e talvolta delle città o dei paesi) e l’introspezione dell’uomo e del pittore. Gli 80 quadri e disegni di Van Gogh riuniti al Centro San Gaetano sono un itinerario che tiene insieme l’esigenza del vedere fisico con quella dell’approfondimento interiore di ogni visitatore.
Ci sono capolavori risalenti ad ognuno dei periodi della sua vita, da quello olandese fino al tempo francese vissuto tra Parigi, la Provenza, Arles e Auvers-sur-Oise. Si vedono dipinti famosissimi come “Autoritratto con il cappello di feltro”, “Il seminatore”, vari campi di grano, “Il postino Roulin”, “Il signor Ginoux”, “L’Arlesiana”, paesaggi intorno al manicomio di Saint-Rémy e tanti altri. La grande esposizione padovana affianca una selezione di un’ulteriore quindicina di capolavori di altri artisti, a partire da Millet (1814-1875) e i suoi riferimenti alla “Scuola di Barbizon”. O come nel caso delle tre grandi e splendide tele di Francis Bacon a inizio percorso, a indicare come l’influenza di Van Gogh sia giunta sino ai grandi artisti del XX secolo.

La mostra è promossa da Linea d’ombra e dal Comune di Padova.

Marco Goldin
VAN GOGH.
L’AUTOBIOGRAFIA MAI SCRITTA.
“Van Gogh non era pazzo. Si è avvicinato al sole, prima cercandolo, poi fuggendone via. Vi è rimasto impigliato, con un filo che mai più ha districato, stringendolo nella mano. Fino a quella spiga di grano rimasta nella tasca della sua giacca, sotto il cielo di Auvers, prima di sera. Accanto a un covone. Sotto le stelle del firmamento. Ha camminato danzando sulla vita, come sul filo di un vulcano. E lapilli e piccoli falò e notti e stelle. E apparizioni e misteri. Ha creato un mondo inarrivabile, il mondo di un eroe. Colui che arriva a toccare il sole e poi riesce a raccontarne il fuoco e il calore, la luce che abbaglia. E quella luce la fa diventare colore. Un colore che nessuno mai aveva dipinto così prima. E mai nessuno ha dipinto poi. Questo libro racconta la vita e l’opera di Van Gogh facendo continuo riferimento alle sue lettere. Quasi come fosse Van Gogh a raccontarsi, in una sorta di autobiografia che non ha mai scritto. La vita si intreccia con l’opera e ugualmente l’opera entra nella vita”.

VAN GOGH.
SULLA SOGLIA DELL’ETERNITÀ.
(At Eternit’s Gate) – 2018
Diretto da Julian Schnabel.
La pellicola, con protagonisti Willem Dafoe, Oscar Isaac e Mads Mikkelsen, racconta gli ultimi e tormentati anni di Van Gogh. Il pittore, lasciata Parigi, dove non ottiene la stessa fortuna che all’epoca avevano gli Impressionisti, si reca ad Arles, piccolo paese di campagna scelto per gli ampi paesaggi che amava. Gli abitanti da subito lo considerano pazzo e lo maltrattano, provocando nel suo animo forti reazioni impulsive. Durante i ricoveri in ospedale il fratello minore Theo, unico a credere nelle sue doti, gli propone di spedirgli i dipinti a Parigi, affinché li possa vendere. Le sue opere non vengono apprezzate e Vincent continua a vivere in povertà ad Arles, dove lo raggiunge anche Paul Gauguin, suo amico e sostenitore, ma il loro rapporto si lacera per i contrasti fra i due; Gauguin abbandona la “casa gialla” in cui vivevano e lavoravano. Dopo un’ennesima crisi emotiva, Van Gogh si taglia un orecchio. Il film si chiude quando egli si reca prima in una chiesa e poi in un ospedale per cercare di riabilitarsi.