Giovanni Potenza: lo scalatore di grattacieli


Giovanni Potenza è un uomo che ha saputo rinnovare molte volte la propria vita, rispondendo con coraggio e determinazione alle sfide che si è trovato davanti. L’ho incontrato nel suo ufficio, all’Hotel delle Alpi, perché è stato ed è anche un imprenditore di successo. Alle pareti c’erano appese le fotografie delle sue imprese, mescolate ad altre, di momenti belli, pubblici e familiari, nel fluire ininterrotto degli avvenimenti che hanno intessuto la trama del romanzo della sua vita.

Esordisce così.
Non vedo l’ora di fare un’altra bellissima scalata. Le prossime gare saranno a New York e Dubai, dove dovrò salire 200 piani, 100 più 100, di seguito. Arrivarci è una bella soddisfazione. Però sono preparatissimo. Dopo Benidorm, dove ho percorso 200 piani in 40 minuti, conto proprio di salire 200 piani in meno di quaranta minuti, e non mi sbaglio se penso di poter puntare ai 38 o 39 minuti.

Sorride consapevole delle sue capacità: è proprio lui, Giovanni Potenza, classe 1944, lo specialista italiano di Vertical Run, l’atleta che sale le scale dei grattacieli in gare di velocità e che batte anche gli atleti più giovani: in una parola l’attuale Campione Mondiale. Quando è nato, Giovanni?
Sono nato il 20 maggio 1944, ma è come se il tempo non fosse passato. Mi sento ancora l’energia dei vent’anni. Lavoro tutto il giorno e, nei momenti liberi, mi diverto a scalare i palazzi.

Ma va sempre a piedi?
No, l’automobile sono obbligato a usarla, ma solo per viaggi lunghi, anche se da un po’ delego ad altri questioni di lavoro poco importanti. Questo sport mi ha preso veramente, e desidero continuare a migliorare i miei record e quindi devo allontanare lo stress ed essere sempre al massimo delle mie capacità.

Uno dei posti che ricorda?
Dubai, sicuramente: è uno dei luoghi con i grattacieli più alti e dove ho ottenuto uno dei miei più grandi successi. Era il 2019 e ho partecipato alla Dubai Holding Skyrun: 52 piani e 1.334 gradini sui 265 metri della splendida Jumeirah Emirates Towers. Eravamo in cinquecento, e molti erano più giovani di me, ma io ho stabilito un nuovo record mondiale, completando il percorso tre volte di seguito, per un totale di 156 piani, stabilendo anche un nuovo record per la gara. Ho completato il primo giro in 12 minuti e 19 secondi, il secondo in 13 minuti e 32 secondi e il terzo ed ultimo in 13 minuti e 10 secondi, con una media di 13 minuti complessivi. E poi, nel novembre del 2022, ho ripetuto il successo del 2019.

Credo sia stata una grande soddisfazione.
Sì, dopo quella vittoria mi sono appassionato ancora di più e a Dubai mi hanno proposto un buon contratto come organizzatore, perché vogliono realizzare almeno quattro gare l’anno. Vuol dire che dovrò andare negli Emirati Arabi Uniti 20 giorni ogni 3 mesi. Ma ne vale la pena e mi piace.

Ha vinto molto?
Sì. Le elenco alcune delle vittorie perché quella del 2022 è stata solo l’ultima di sei anni di successi continui. A Londra nel luglio 2018, ho scalato 70 piani di un grattacielo cittadino in 15 minuti, mentre nell’aprile 2019 a Milano ho scalato 50 piani in 10 minuti. Poi sono stato a New York scalando 100 piani in 22 minuti. Nel novembre 2019, sono tornato in Inghilterra e sono salito su un palazzo di 105 piani in soli 23 minuti. Questo per dire qualcosa. Ma ho fatto molto di più.

La vedo molto in forma.
Sono in grandissima forma e mi alleno ogni giorno, compresa la domenica. Bisogna sempre continuare, mai fermarsi, per mantenere la piena forma.

Cosa dicono in famiglia?
Ho la fortuna di avere una bella famiglia, e, come vede, anche qui, nel mio ufficio, sono circondato di foto. Sono fiero dei miei figli e dei miei nipoti, tutti sportivi eccellenti, perché ho voluto trasmettere loro il valore dello sport, ed ognuno ha una sua specialità, come mio nipote, che ora ha 20 anni, è un bravissimo tennista, e come Giovannino, che va per i 17 anni. E sono anche contento della mia vita e delle esperienze che ho vissuto. La mia casa è a Torino, ma sono sempre in giro per il mondo. Vado a Dubai, vado in Giappone, giro sempre. Però quando ritorno a Torino mi sento a casa mia.

Che vita intensa. E con i giornalisti?
Hanno scritto molti articoli su di me. In uno dicevano addirittura che avevo conquistato Dubai, nel senso sportivo. Sono soddisfazioni. – Poi prende un cappello e se lo mette in testa – Come mi dà soddisfazione farmi fotografare con il cappello di Al Bano, con il quale ci prendiamo in giro. Lui con i suoi polmoni va su con la voce ed io vado su per i grattacieli.

Conosce bene Al Bano?
Certo, fin da quando ci incontrammo per la prima volta in treno, mentre venivamo a cercare fortuna al Nord, a 15 anni. Poi lui l’ha trovata diventando un cantante eccezionale ed io nell’imprenditoria, prima come carrozziere e poi come albergatore, ma dopo aver fatto un po’ tutti i mestieri.

E ad un certo punto ha scoperto lo sport.
Non proprio: faccio sport fin da bambino. Ho iniziato con il calcio all’età di dieci anni, ma mi prendeva anche la musica. Sa che ero un sassofonista? E sa che c’è una statua in bronzo al mio paese, Montemesola, che mi ritrae mentre il mio maestro, il grande Francesco Trani, mi insegnava a suonare? Se penso al piccolo Giovanni Potenza e allo splendido rapporto che avevo con il mio maestro Francesco, mi vengono in mente bellissimi ricordi, di un mondo che non c’è più ma che era ricco di sentimenti. Tornando allo sport poi ho praticato anche tennis e sci, tanto che per dieci anni sono stato spesso a Cortina d’Ampezzo e in tutti i passi delle Dolomiti. E poi mi ha preso la passione per le scalate, il Vertical Run, che mi dà più soddisfazione.

Quando ha iniziato?
Ho cominciato circa 18 anni fa ad allenarmi per le scale. Poi ho scoperto che lo sport si chiamava Vertical Run. Le faccio vedere un filmato che mi hanno mandato da Dubai, ed anche gli articoli che hanno scritto. È stata una grande soddisfazione, e i Dirigenti di Dubai mi hanno preso a ben volere e, per tre giorni dopo la gara, mi hanno portato a spasso, in giro, fino ad Abu Dhabi, alla Moschea più grande del mondo, ed a Yas Island al Ferrari World per vedere quanto creato per la Ferrari.

È soddisfatto?
Sì. La mia vita, grazie a Dio, sta andando bene. Ho compiuto 79 anni da poco, e ho tanta agilità fin dal mattino. Pensi che Tuttosport mi ha regalato una grande macchina per allenarmi ed ho raggiunto i 500 addominali. Mi alleno sempre: sono diventato un robot. La macchina è uno strumento che simula i gradini. Dove sta il mio forte? Che, quando gli altri intorno ai 60-70 piani non ce la fanno più, io chiedo strada. Quando poi chiedo strada, vedo che questi qui fanno squadra, soprattutto i Giapponesi, una quindicina che non ti fanno passare, e allora io riempio i polmoni, aumento la velocità e vado avanti. Al migliore di loro, un giapponese che aveva 30 anni in meno di me, a New York, ho dato la bellezza di 7 minuti e 20 secondi.

Quante fotografie nel suo ufficio.
In queste fotografie c’è un po’ della mia storia, la mia partenza dalla Puglia per diventare carrozziere a Torino negli anni ‘60, a 15 anni. Sono venuto da solo dalla Puglia a Torino, mentre il mio amico Al Bano è arrivato a Milano. Io fino a dopo il servizio militare ho suonato. Ero in fanteria ma poi mi hanno selezionato come autoriparatore e non mi hanno più spostato. Sono stato a Bergamo dove ho avuto il trasferimento nella bandistica, ma solo per un mese, e lì incontrai Gianni Morandi. Ho tre figli, ma nella foto scattata tutti assieme sembriamo quattro fratelli. Ho un figlio avvocato, uno che è maestro di sci ed uno tennista, che allena il figlio che in Trentino ha vinto parecchie coppe battendo anche ragazzi con tre o quattro anni in più di lui: per questo lo chiamiamo il Maradona della racchetta.

Come fa colazione, cosa mangia al mattino per tenersi in forma?
Sembra strano, ma bevo tè allo zenzero, e mangio miele e cereali. Mi bastano e mi danno energia. Non potrei abbuffarmi, perché uno sportivo non deve mai appesantirsi. Lo si sente subito e poi viene anche sonno.

Ma cos’è il Vertical Run?
È uno sport che chiamano “di nicchia”, ma che è semplicemente spettacolare. Devi essere capace, forte, resistente, infaticabile, ma gareggi dentro uno scenario unico al mondo: i grattacieli più alti e più belli nei posti più emblematici.

Che messaggio può dare ai nostri lettori?
Io sono l’esempio che con l’impegno, la volontà e la passione, si possono superare i propri limiti, e fin che vivrò affronterò le sfide, senza tener conto di quello che dicono gli altri. E gli esempi credo aiutino a vivere.

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