The Amazing SB – Dalla tela alla vita, i nostri supereroi


È Simone Bianchi che ci porta negli Stati Uniti da quasi vent’anni con le sue splendide illustrazioni lavorando per Dc Comics, una delle case di fumetti più importanti al mondo e che ha dato i natali a Batman, Superman, Wonder Woman, Green Lantern. Ed è sempre lui che dal 2005 lavora in esclusiva con i giganti della MARVEL: sono del 2011 i nuovi costumi ufficiali degli X-Men disegnati da Simone ed è nel 2016 che lavora su Star Wars, producendo venti tavole di un intero albo, acquistato dallo stesso George Lukas. Mentre nel 2017, la casa americana Upperdeck lo sceglie come unico artista non statunitense a realizzare i 135 dipinti successivamente diventati i Marvel Masterpieces

 

Simone, parliamo di cultura, che sono solita definire come l’ossatura del nostro Paese, e so anche essere un tema a te molto molto caro.
Che bello sentire il suono di questa parola: cultura. Ecco vorrei soffermarmi su questo perché in certi momenti sono deluso rispetto a molte delle scelte che vengono fatte al riguardo. Cito l’esempio di Sanremo, ma non perché io sia contrario ad una manifestazione nazional popolare che celebra la musica – io stesso sono un musicista, amo e studio la musica da sempre – ma perché ho notato con dispiacere che quando si tratta delle difficoltà prodotte dalla pandemia, ci si riferisca sempre al cinema, al teatro, agli attori e gli operatori dello spettacolo, senza mai nominare il mondo della pittura, della scultura, del fumetto e dell’arte nel suo insieme, che esattamente come gli altri hanno sofferto delle chiusure e del fermo delle attività. Ecco questo mi addolora profondamente. Sia chiaro, la mia non vuole essere né polemica né demagogia, ma credo che la cultura sia per sua stessa natura inclusiva e non si debba creare artificiosamente una sottocategoria. Non tutti possono usufruire della cultura così facilmente. Alcuni vivono ai margini, in luoghi dove se alzi la testa non vedi molto e la televisione dovrebbe avere un occhio attento. Dovrebbe essere un veicolo anche per artisti di talento che non hanno avuto grandi occasioni. Io sono un privilegiato. Lo sono sotto molti punti di vista. Le mie collezioni sono presenti in Italia e all’estero già da molti anni. Tuttavia ci sono altri creativi che potrebbero essere conosciuti e supportati, se invece di trasmettere un certo tipo di televisione quella stessa finestra fosse dedicata ad un format diverso, dove si diffonde cultura e non spazzatura. Poi è ovvio che dietro a certe scelte televisive ci sono le logiche dello share e della vendita. Eppure, nonostante tutto questo, l’urgenza di essere nutriti da altro, l’abbiamo tutti: non si capirebbe, altrimenti, il boom di ascolti quando Piero ed Alberto Angela vanno in prima serata. Significa che questo non è solo un mio bisogno ma una necessità condivisa.

Una carriera che nasce dalla tua esigenza di disegnare e rappresentare fin dall’infanzia. Un successo indiscusso sia in Italia che all’estero. Nonostante tutto questo, c’è ancora un personaggio o una storia, fra i tanti che vivono nelle tue tavole e nel mondo di tutti i nostri super eroi, che è nel tuo cuore e al quale vorresti dare vita?
Ho iniziato a lavorare per Dc Comics oramai nel lontano 2004 e dopo circa un anno e mezzo ho iniziato a lavorare in esclusiva per la Marvel e così per altri 14 anni ed è ancora così. Mi reputo un privilegiato. Non smetterò mai di dirlo. È altrettanto vero che quello che ho, me lo sono andato a prendere. Lavorare per delle case editrici che sono dei veri e propri giganti è una soddisfazione enorme ma toglie anche molta energia, bisogna dirlo. Questo ha comportato inevitabilmente che io non mi potessi mai fermare. I progetti ci sono, sono tanti e ci sto lavorando. La mia fortuna è che quando mi alzo la mattina, ho sempre la sensazione di dovere ricominciare daccapo. È un motore fondamentale.

Hai fatto di recente una personale alla Metropolis Gallery di New York e i tuoi lavori sono stati esposti molte volte negli Stati Uniti. Hai esposto in Francia e ovviamente in Italia. L’impressione è che gli Stati Uniti rimangano il palco più illustre del settore. Pensi che nel tempo si possa dare al Fumetto italiano la stessa popolarità che il mondo dell’illustrazione ha sempre avuto negli Stati Uniti?
L’Illustrazione nasce in Europa. Fu Alphonse Mucha, pittore, scultore e pubblicitario ceco, che nei primi Novecento divenne uno degli artisti più importanti dell’Art Nouveau, che ha dipinto e diffuso i manifesti pubblicitari così come i cartelloni teatrali come la Turandot, la Tosca, il Macbeth. L’Europa, così come noi italiani, ha la pittura nel DNA. Dal Rinascimento alla pittura contemporanea possiamo rivendicare la discendenza di tutti i più grandi maestri. Pensa a De Chirico. Ha imposto il suo punto di vista in tutta Europa e la sua opera è indiscussa. Per contro, l’opera di Rockwell ha sicuramente condizionato l’illustrazione fino a quella di frontiera. Ma a noi questo non ci tocca perché il nostro Paese resta maestro. Il fumetto, per rispondere alla tua domanda, nasce negli Stati Uniti ed è una forma artistica che sebbene ora stia prendendo molto piede anche in Italia ed in Europa, ha sicuramente sofferto di più rispetto a quello americano. Fortunatamente le cose cambiano e la diffusione del fumetto italiano, ora, è esponenziale

Lucca Comics and Games” è l’evento annuale più importante che abbiamo in Italia. Tu sei fra i curatori, nonché direttore artistico di “Rock & Comics”, un progetto inedito che ha preso vita grazie a te e ad alcuni artisti come Pau dei Negrita e Caparezza per consegnare allo spettatore un’avventura fatta di racconti attraverso una performance fumettistica dal vivo, vissuta attraverso la musica. Com’è nato questo progetto?
Forse per caso, ma forse anche per la mia amicizia con Pau, frontman dei Negrita e con Emanuele Vietina, il direttore creativo di “Lucca Comics and Games” del 2021, con i quali abbiamo pensato ad una manifestazione di transizione e di commistioni, in cui i musicisti potessero creare una loro espressione sonora insieme a quella visiva del fumetto. Un progetto molto bello è stato quello di “Exuvia”, l’ultimo album di grande successo di Caparezza, che io ho voluto omaggiare con una copertina che desse una visione della sua musica ed è così che ho immaginato la variant cover che ho realizzato: ho pensato ad un pop-up che andasse bene per la musica così come per i fumetti e che regalasse una sorta di movimento, diverso dalle cover tradizionali. Caparezza è stato molto felice ed è stata una gioia vederlo nei giorni di Lucca & Comics, folgorato ed entusiasta dall’atmosfera genuina e civile che questa manifestazione ci consegna da oltre mezzo secolo. Con Pau abbiamo sviluppato un altro bel progetto visivo perché durante il lockdown è tornato alle sue origini pittoriche e di arte visiva, realizzando una straordinaria collezione di dipinti e disegni totalmente inediti.

Nel 2019 è uscito il primo numero di una mini serie composta da 6 episodi prodotta da Netflix: “Sharkey The Bounty Hunter”. Ci sarà un film?
Mi piacerebbe darti una risposta ma non lo so. Dovrebbe. Questo è quello che so da Mark Millar che ha firmato un contratto con Netflix. Ha avuto questa idea sicuramente brillante e mi ha coinvolto in una mega produzione dove ci sono molti altri artisti. Io ho disegnato questa mini serie di cui lui ha scritto la storia e che mi auguro sarà tradotta in un lungometraggio. Si tratta di un racconto di fantascienza che mi ha impegnato molto, oltre 130 pagine colme di disegni e personaggi. Vedremo.

Nel 2020, nonostante la pandemia, sei stato omaggiato a Palazzo Vitelli da una personale curata da Vincenzo Mollica, dal titolo “Simone Bianchi Amazing Talent”. In un momento così difficile è stato sicuramente un riconoscimento importantissimo.
Mi fa piacere che mi hai fatto questa domanda perché l’incontro con Vincenzo Mollica è stato per me importante. E’ stato lui, con il cocuratore Riccardo Corbò del TG3, che non finirò mai di ringraziare, a volermi per la mostra di Palazzo Vitelli. Ho conosciuto Vincenzo fra il 2013 ed il 2014. Aveva seguito i miei lavori e ricordo che mi aveva invitato nel suo ufficio a Saxa Rubra perché voleva conoscermi di persona. Fino a quando mi richiamò per la mostra di Città di Castello che con un gioco di parole intitolò “The Amazing Talent”, rifacendosi a Spiderman. Il 12 Settembre 2020 ci fu la conferenza stampa di presentazione, una finestra temporale fra un primo ed un secondo lockdown, e Vincenzo fece un discorso feroce contro quella classe intellettuale italiana che fa fatica a condurre l’arte del fumetto e dell’illustrazione nei corridoi dell’arte più tradizionale. Fu commovente. Talmente potente che ricordo alcuni spettatori realmente commossi. Aggiungo che quella mostra fu possibile anche per la generosità di alcuni collezionisti italiani perché il 90% di quello che esposi proveniva esattamente da collezioni private. Vorrei fare lo stesso con quello che ho venduto in Canada e negli Stati Uniti.

Il prossimo appuntamento con te è la tua personale, insieme a Pau, a Lugano, che verrà inaugurata il 6 e 7 Maggio 2022, presso la Marco Lucchetti Art Gallery. So che sono previste una ventina di opere appositamente create per questa mostra. Cosa farete tu e Pau?
Io e Pau porteremo una ventina di opere ciascuno, fra disegni e dipinti. Pau porterà anche delle litografie fatte a mano come si faceva una volta, dei disegni originali, dipinti e anche un suo omaggio a me: reinterpretando un mio dipinto di Batman che ha ritoccato con il suo stile. Io esporrò una decina di opere in bianco e nero e del tutto inedite, altre sei le ho realizzate appositamente per la mostra ed altre quattro sono grandi e a colori. Porterò anche un portfolio che sarà visionabile. Omaggerò Pau facendogli un ritratto. La ritrattistica mi interessa molto ed è un genere che vorrei frequentare di più.

Grazie

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