Sport Crime: la serie TV che racconta lo sport, ma non solo…


Daniela Scalia

Gesto atletico, investigazione, inclusione. Sono questi alcuni dei temi che rendono la fiction ideata da Daniela Scalia e Luca Tramontin un format di successo.

Geniali, ma anche attenti conoscitori sia del mondo sportivo sia di quello televisivo, Daniela Scalia e Luca Tramontin hanno scommesso su un format TV inedito: l’investigazione sportiva. Il risultato? La prima stagione della serie televisiva italo-svizzera ha avuto così successo che è già visibile in UK e negli Stati Uniti su Prime Video e gli autori stanno lavorando alla seconda.

“Sport Crime” non nasce dall’improvvisazione, ma ha una genesi legata ad un libro e ad un film. Ripercorriamo le tappe con Daniela Scalia.
“Sport Crime” ha una genesi sia industriale che passionale. Dopo decenni di Eurosport International, Sportitalia, TV Svizzera, io e Luca, anche con la TV nazionale australiana e non solo, avevamo preso le misure a quello che lo spettatore cercava e non trovava. Avendo io una base attoriale e Luca un diploma di autore TV ad Antenna Cinema, risalente ai tempi in cui “panchinava” con il Milan Rugby, ci abbiamo strutturato una fiction classica nei ruoli ma atipica nel tema: l’investigazione sportiva. La prima, un nuovo genere. Basta arricchire gli altri, facciamo noi, con le nostre passioni, aiutando chi merita, non chi denigra e incassa solo perché ha le banche dietro.

Luca Tramontin

Il format è ideato da te e da Luca Tramontin. Amicizia e lavoro sono un’arma vincente?
Sì. L’idea e il nome vengono da Luca, la strutturazione da me. Luca è un femminista, mi ha convinta a prendere in mano tutto quando gli imprenditori e i produttori italiani ridevano. Ero rimasta vedova da poco, amavo il lavoro di anchor e reporter sportiva, ma non ero disposta a certi compromessi e per questo già 10 anni fa mi dicevano che ero vecchia. Mi chiamavano Rita Levi Montalcini, non sapendo di farmi in realtà un complimento. Il problema ero io stessa che mi applicavo un automatico… vola basso, incapace di vedermi espressa in una potenzialità che invece Luca aveva colto. Ripenso a come rispondevo… ma non sono capace, ma non l’ho mai fatto, ma potremmo chiamare questo o questa specialista invece di me? In effetti non c’erano basi per credere che avrei potuto sceneggiare e produrre una serie TV. Senza una grande amicizia non avrei ricevuto il messaggio decisivo. Paternalismo e avance li ho placcati e per fortuna siamo di base a Lugano, altrimenti “Sport Crime” non esisterebbe.

La serie parla di sport e investigazione, ma non solo. Quali sono i temi principali?
Lo sport confina con tutto: medicina, sponsorizzazioni, industria, cibo, architettura, integrazione, urbanistica, psicologia… se hai una squadra di ragazzini tutti stranieri che festeggiano il Natale in un’altra data come ti organizzi? Si tratta di sociale o di sport? Chiami l’agenzia Seams di “Sport Crime”. Non la polizia, perché non c’è reato. Accade davvero. Se un miniaturista o un ballerino, ti chiamano per un problema di postura che li disturba nel lavoro di cosa parliamo? Di mosaici, di danza o di sport? Nel giro di qualche stagione “Sport Crime” tocca tutti i temi pensabili. Quasi tutte basi vere, di lavoro che facciamo senza pubblicizzare.

Moda e musica sono altri due aspetti che caratterizzano le puntate. Chi è appassionato: tu o Luca?
Io di moda e cosmetici, Luca di musica, ma c’è felice e curioso scambio e inversione. Luca ha sempre appeso stracci indiani e africani ai suoi vestiti da sportivo e da rocker, questo ha sempre attratto, e non solo questo ovviamente… molte attenzioni, soprattutto femminili. Con la collaborazione di Alessandra Bottazzo ne abbiamo fatto un marchio, Ruck in the ‘70s, con un inedito mix glam, punk e grunge di atletico ed etnico. A lui non sarebbe mai venuto in mente, non si accorge di chi è, di cosa provoca, di quanto piace. Le musiche: dalle basi indiane al metal rock lisergico, dal sensoriale “dopato” ai minuetti pianistici notturni… scrive tutto Luca. A volte suona direttamente, più spesso passa per Verbania, al Digital Lake Studio di Alberto e Alessandro Gallo, uno dei più grossi e professionali d’Europa.

Le location hanno un ruolo chiave in ogni storia. Come vengono selezionate?
Puntiamo a location magnifiche e sconosciute e a un taglio originale quando si tratta di luoghi più noti come Rijeka. Due i fattori guida: efficienza e affetti. Dove troviamo – vedi Povegliano Veronese o Casale Sul Sile – contatti rapidi, veloci, creativi, ci fiondiamo, facciamo sopralluoghi, scegliamo l’episodio dal cassetto e fissiamo le date. Il legame/collante può essere un presidente di club, un consigliere comunale, un’imprenditrice, un vecchio amico con grandi stimoli. Spesso si tratta di posti dove abbiamo vissuto o giocato. Scartiamo subito chi perde le mail o arriva alle riunioni senza aver guardato nemmeno il trailer. Sembra incredibile, ma la questione sportiva viene dopo, è la più facile. Nella seconda stagione abbiamo anche Tokyo, le Ande, Los Angeles e altre destinazioni lontane.

Daniela Scalia con Toussaint Mavakala all’AfroGlam Party di Sport Crime, durante la Mostra del Cinema di Venezia

Gran parte degli attori non sono professionisti. Una scelta in controtendenza…
Le parti attoriali ai grandi attori, i ruoli reali ai grandi loro stessi. Il bilanciamento tra grande recitazione e sport vero ci sta rendendo famosi nel mondo. Esempio? Abbiamo Daniel McVicar di “Beautiful” in un ruolo strettamente cinematografico, ma Kumar, il custode indiano della Canottieri di Mestre, fa la parte di se stesso, così com’è seppur selezionato, preparato e tranquillizzato. L’audience è stufa di vedere finti palleggi di basket o salto in alto fatto con montaggi alla Frankenstein. Idem per il fisioterapista con le mani di uno e gli occhi di un altro. Così anche per le ruspe che costruiscono i campi, per la mamma volontaria che lava le maglie. Usiamo gesti e competenze vere, già collaudate all’Actor Studio della vita. Chiaramente questo tipo di persone magnifiche – compresi gli atleti professionisti o amatoriali – non possono reggere dialoghi lunghi, telefonate crime o studiati cambi espressivi… per quelle parti abbiamo grandi attori e attrici. Non anticipo niente, ma qualche non professionista passerà a protagonista o almeno a ricorrente. A volte si scoprono i talenti con parti minime, poi si ampliano, come per Giada Grisetti, la ginnasta azzurra del Centro Sport Bollate, o il vero poliziotto Giovanni Previato. Ci sarà anche qualche bocciatura. Immeritata in realtà, ma se si alza lo standard bisogna “segare” anche chi è stato bravo in favore di chi è bravissimo.

Sono tanti gli sportivi che recitano in “Sport Crime”. Li avete coinvolti facilmente?
Abbiamo la fila, dobbiamo dire di no. Anche a sportivi bravi, ma se abbiamo già qualcun altro di simile per ruolo o sport non possiamo ripeterci. Abbiamo davanti il quadro di 4 o 5 stagioni e dobbiamo variare e bilanciare.

Sia Venezia che Cannes hanno accolto con entusiasmo “Sport Crime”. Quando vedremo la seconda stagione?
Ci stiamo scannando per essere pronti a dicembre, ogni volta che vedo il teaser mi chiedo se siamo noi. Già la prima stagione sta piacendo molto ma la seconda… wow. Con la prima stagione assistiamo a fenomeni binge, persone che recitano i dialoghi a memoria, lacrime, risate, email di lunghi ringraziamenti… immagina con la seconda.

Esporterete il format anche all’estero?
La prima stagione è già visibile in UK e negli Stati Uniti su Prime Video. “Sport Crime” nasce per il mercato internazionale, anche come format sul modello di CSI o di The Bridge. Ci piace l’idea che qualcuno faccia “Sport Crime” in Giappone o USA. Ci stiamo pensando: come lo faranno? Saremo abbastanza distaccati e freddi nel guardarlo? D’altronde – visto da imprenditrice – sono soldi che entrano solo firmando una liberatoria… sicuramente metteremo dei vincoli etici e narrativi molto seri.

Parliamo di te: lo sport è il leit motiv della tua vita. Quando è nata questa passione?
Nasce con me. Pallavolo adorata ma sofferta nella vita precedente, rugby, cricket, giornalismo sportivo, football gaelico e hockey nella seconda felice attuale reincarnazione e rimuscolazione.