Roberto Bolle: la mia danza libera


Roberto Bolle insieme a Francesco Montanari, Miriam Leone e Stefano Fresi, durante la puntata di “Danza con Me”.

Il “nostro” Roberto Bolle è il ballerino più celebre: Étoile del Teatro La Scala di Milano e contemporaneamente Principal Dancer dell’American Ballet Theatre di New York, ha iniziato la sua carriera artistica giovanissimo, dopo essere stato scoperto dal celebre Nureyev nel 1990. Roberto Bolle ha danzato sui palcoscenici più famosi di tutto il mondo: dalla Royal Albert Hall con “Il Lago dei Cigni” e “Romeo e Giulietta”, all’Opera di Vienna con l’“Ave Verum”, con l’“Aida” alle Piramidi di Giza in occasione del 10° anniversario dell’Opera del Cairo, così come, nel 2000, inaugura la stagione del Covent Garden e danza, successivamente, al Bolshoi di Mosca e due anni dopo a Buckingham Palace per la Regina d’Inghilterra Elisabetta II. Nel 2004 famosissima la sua performance sul sagrato di Piazza San Pietro, davanti Papa Giovanni Paolo II per celebrare la Giornata Mondiale della Gioventù. Nel 2006, in occasione dei Giochi Olimpici Invernali a Torino, Bolle torna alle sue origini, danzando in un lungo assolo, con la coreografia di Enzo Cosimi, in una straordinaria rappresentazione Futurista dell’arte, poi trasmessa in moltissime televisioni estere. Numerosi i riconoscimenti e gli omaggi a questo talento eccezionale: Young Global Leader per Davos nel 2009, simbolo dell’arte italiana secondo Italy of the cities di Peter Greenaway, realizzata per l’Expo di Shanghai nel 2010. Fino al 2012, anno in cui Roberto Bolle viene insignito dal Presidente Napolitano del prestigioso titolo di Cavaliere dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana, in virtù dei meriti acquisiti per il nostro Paese. Personalità sicuramente poliedrica, riesce ad avere altrettanti successi con il programma televisivo “Danza con Me”, appuntamento ricorrente e di sicuro audience.

“Danza con Me” è ormai un appuntamento fisso. Come nasce?
Il programma “Danza con Me” è una naturale evoluzione della missione che porto avanti da anni ormai: consegnare la danza a tutti. Sicuramente “pensarla” in prima serata su Rai 1 sembrava una sfida impossibile, ma con la visione di Bibi Ballandi e l’appoggio della Rai, abbiamo dato vita ad un prodotto che ha saputo conquistare il cuore di milioni di persone,
vincere premi internazionali, imporsi come un appuntamento atteso da tutti. È una grande soddisfazione di cui sono enormemente fiero.

Roberto Bolle insieme a Vasco Rossi.

L’edizione di gennaio di “Danza con Me” è stata particolarmente bella e molto seguita dal pubblico, come ogni volta, d’altronde. Ce ne parla?
Mettere in piedi uno spettacolo come quello di “Danza con me” in periodo di Covid non è stato certo facile. È stato un grande sforzo per tutti. Ma ci sembrava ancora più importante esserci, quest’anno, creando uno spettacolo di bellezza, arte, evasione, ma anche di sorrisi, abbracci e contatti di cui tutti noi abbiamo un incredibile bisogno. Forse anche per questo è una delle edizioni a cui sono più legato e di cui sono più fiero. E poi abbiamo avuto ospite Vasco Rossi, che dal 2005 non era più stato in uno studio televisivo ed invece ha accettato di partecipare con entusiasmo, regalandoci per la prima volta “Una canzone d’amore buttata via”: bellissima. E poi tanti protagonisti incredibili, da Michelle Hunziker a Ghali, Diodato e la conduzione, che ho trovato divertentissima, con tre attori di altissimo livello come Stefano Fresi, Francesco Montanari e la bellissima Miriam Leone. Per questa puntata abbiamo portato in scena dei pezzi inediti molto forti e importanti come il passo sulla violenza contro le donne di Mauro Bigonzetti, l’esibizione di Carlos Kamizele su voce di Ghali e il balletto sull’Inferno di Dante che ci ha ricondotto, con tante similitudini, alla situazione attuale.

Roberto Bolle danza con Michelle Hunziker.

La pandemia ha prodotto molti danni ovunque, oltre che milioni di decessi, purtroppo. Immagino che se il palcoscenico manca a noi spettatori, per voi artisti sia doppiamente doloroso. Lei crede che gli aiuti siano stati insufficienti e se sì, cosa potrebbe essere fatto, ancora, oltre ad un supporto economico per il mondo della cultura e dello spettacolo?
Io credo che la pandemia abbia reso evidenti limiti e piaghe di un settore come quello dello spettacolo, e non solo questo. Questa crisi ha purtroppo permesso che si formassero delle sacche di professionisti privi e privati di qualunque paracadute sociale. Nel momento in cui il lavoro si è fermato, migliaia di famiglie si sono ritrovate in gravissime difficoltà senza ammortizzatori. Gli aiuti non possono supplire in toto, ma sono fondamentali per far sopravvivere delle realtà che rischiano di essere letteralmente spazzate via. Fortunatamente ci sono stati investimenti consistenti da parte di realtà come Intesa Sanpaolo, con la quale collaboro da sempre, che è una delle Banche che si impegna maggiormente a favore dell’arte e della cultura e sostiene molte associazioni caritative. Uno dei donatori più importanti in Europa.

Roberto Bolle con Nicoletta Manni nel “Lago dei Cigni”.

Lei ha danzato nei Teatri più importanti del mondo: dalla Scala di Milano, al Teatro di Vienna, il Bolshoi di Mosca, il Royal Albert Hall di Londra fino al Metropolitan. C’è stato un posto che l’ha ispirata ed emozionata più di altri?
Ogni luogo è per me indimenticabile. Tra tutti forse sceglierei l’Arena di Verona perché è lì che abbiamo portato per la prima volta “Roberto Bolle and Friends”: è stata una vera sfida. Erano vent’anni che la danza non era protagonista in un luogo così grande. Vincere questa sfida e riempire l’Arena è stata idealmente la partenza di questo lungo viaggio che stiamo facendo per riconquistare gli spazi che la danza si merita e, soprattutto, il cuore della gente.

Lei nasce come ballerino classico, ma il suo strepitoso talento la vede protagonista indiscusso anche della danza moderna. È una forma d’arte “indivisibile” o le vive in modo diverso?
Il legame tra danza classica e danza contemporanea è strettissimo, ma restano due cose diverse. Un po’ come un figlio che assomiglia molto al padre, ma è una persona autonoma ed unica. Negli ultimi anni ho sempre cercato e creato ruoli molto più contemporanei. Soprattutto quelli che raccontano la realtà, l’attualità e facciano capire che la danza è un’arte calata nell’oggi, con una forza capace di raccontarle come nessun’altra. Ma non rinnego la danza classica, che mi è propria.

Lei è anche Ambasciatore di Buona Volontà per l’UNICEF ed ha partecipato a due viaggi, nel 2006 in Sudan e nel 2010 nella Repubblica Centrafricana. Ha poi ricevuto una Medaglia Unesco per il valore culturale universale della sua opera artistica, è Cavaliere dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana e Young Global Leader del World Economic Forum di Davos. Quale può essere il supporto, oltre all’evidente contributo economico, per i Paesi che sono ai margini?

Io sento la responsabilità di essere diventato un esempio per molti giovani e non solo per quelli che amano il ballo. La danza porta con sé valori importanti per i ragazzi. Serietà, impegno, onestà e continua ricerca del miglioramento che non può passare attraverso scorciatoie e fuochi fatui. Siamo riusciti a portare la danza a livelli tali che ci vengono riconosciuti in tutto il mondo. È importantissimo. Di fronte a tanti eventi negativi, questo è un serio motivo di orgoglio per il nostro Paese e la nostra Cultura nel mondo.

A cosa ha rinunciato per la Danza?

A molte cose chiaramente, ma non sento mancanze, quello che la danza mi ha dato in cambio è incomparabile.

Grazie.

 

Roberto Bolle con Carmen Diodato.

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