Mobilità intelligente e Guida Autonoma: Prospettive post pandemia


Nelle pubblicità televisive e sul web in questi mesi di pandemia che alternano lockdown duri a piccoli momenti di libertà nel movimento, siamo letteralmente travolti da annunci che ci dicono come sarà la nostra mobilità futura, in particolare per quanto riguarda l’automobile. Secondo la pubblicità, sembra che tutti nel post pandemia guideremo auto perlomeno ibride, possibilmente elettriche plug-in e auspicabilmente a guida autonoma, dotate di sofisticati sistemi di intelligenza artificiale. Mai distopia si sta rivelando così evidente. È vero che la pubblicità deve dare un segnale di cambiamento, di novità, ma in questo caso le distanze tra realtà e desiderio sono abissali. Perché quindi si verifica questa situazione e cosa potrebbe veramente cambiare nei prossimi anni? In questo breve scritto cerco di fare una serie di riflessioni e dare alcune risposte, raccogliendo l’opinione di alcuni importanti personaggi da me intervistati negli ultimi anni anche su questo argomento.

TRA TECNOLOGIA ED ETICA
La mobilità del futuro si baserà sicuramente su alcuni cardini tecnologici ed etici che andiamo a descrivere. Alcuni concetti informatici saranno alla base degli spostamenti futuri. Internet of Things (IoT), Intelligenza Artificiale (A.I.), guida autonoma, nuovi mezzi di trasporto. Le società automobilistiche da anni stanno facendo enormi sforzi per cambiare la loro natura puramente industriale per riconvertirsi o fondersi con società di software modificando i paradigmi legati alla modalità di propulsione dei veicoli prodotti. Si parla sempre più di elettrico. Le pubblicità sono il risultato del messaggio trasferito al pubblico relativamente ai grandi investimenti che le aziende dell’automotive stanno compiendo. Certamente in questo momento tali messaggi si scontrano con le ridotte capacità di spesa da parte di intere nazioni colpite dalla pandemia, dalla diminuita necessità di spostamento da parte delle persone e dalla mancanza di importanti incentivi al cambiamento da parte dei governi.

IOT
L’internet delle cose è l’unico vero elemento entrato pesantemente nell’infrastruttura delle auto che troviamo in vendita da alcuni anni. Le auto vendute oggi sono dotate di SIM dati che automaticamente si connette alla casa costruttrice fornendo una miriade di informazioni sull’autoveicolo. In un prossimo futuro con la velocità di trasmissione del 5G i dati del movimento di ogni singola auto potrebbero essere condivisi da tutte le altre in prossimità e con sistemi automatici di regolazione del traffico, in modo tale da ottimizzare il flusso di movimento, così come impedire incidenti. Per le auto nuove, molte case forniscono già oggi APP in grado di controllare in remoto i dati del mezzo, fino ad esempio all’attivazione dell’aria condizionata per rendere gradevole l’abitacolo prima della partenza o al blocco dell’auto in caso di furto. Come ci aveva detto Rob Dolci da Boston qualche mese fa, “dal punto di vista industriale il vantaggio dell’Internet delle cose è la possibilità di raccogliere molti più dati dal singolo oggetto, sul funzionamento di un’auto o di un mezzo di trasporto fino al coordinamento di un’intera infrastruttura di mobilità. Nel raccogliere e processare in tempo reale molti più dati di quanto fatto in passato si è in grado di poter prevedere il funzionamento futuro delle macchine, ad esempio potendo prevedere con precisione notevole i tempi di spostamento dei mezzi, la vita di un’auto e la sua manutenzione”.

INTELLIGENZA ARTIFICIALE
Tale concetto è stato introdotto inizialmente nelle auto di nuova generazione come proposta di assistente alla guida. Una voce che ci aiuta nella navigazione, nella guida e nel disbrigo di routine più o meno complesse. Anche in questo caso le pubblicità si sono sbizzarrite nel presentarci la voce di un assistente e di un mezzo che apprende e conosce le nostre abitudini di guida, le nostre esigenze e risolve anche alcuni problemi. Secondo il Professor Richard B. Freeman di Harvard, che avevamo intervistato in merito, “La velocità di evoluzione e progresso dell’Intelligenza Artificiale legata al software è di gran lunga superiore a quanto potessimo immaginare qualche anno fa e porterà a rapidissimi cambiamenti che ancora adesso molti di noi non riescono nemmeno ad immaginare. Un recente sviluppo della neuroscienza ipotizza la costruzione di sistemi di Intelligenza Artificiale specializzati nello studiare come funziona il cervello umano per raggiungere più velocemente il livello di conoscenza e di identità dell’essere umano stesso. Questo tipo di intelligenza potrebbe ad esempio risolvere il dilemma della guida automatica, dove in pochi decimi di secondo un’auto dovrebbe decidere cosa fare dovendo scegliere tra la vita del guidatore e quella degli ipotetici investiti”.

GUIDA AUTONOMA
È il livello finale a cui tenderà la tecnologia, fondendo gli elementi di IoT e Intelligenza Artificiale. Il concetto è estremamente complesso e in questo caso oltre agli aspetti tecnologici citati, comporta l’innesto di un’importante componente etica. Ad oggi, vari enti tra cui la SAE International (Society of Automotive Engineers) e l’Istituto Federale di Ricerca per i Trasporti e la Mobilità Tedesco, hanno definito uno standard a cinque livelli per identificare la guida autonoma.
Livello 1: guida assistita.
Si tratta del valore base, lo standard che già molte delle auto in circolazione oggi possiedono, con sistemi di assistenza che tutti conosciamo, come il Cruise Control. Il conducente ha la possibilità di togliere il piede dall’acceleratore mentre sta guidando, per riposare la gamba. Questo genere di dotazione fornisce un supporto, non assume il pieno controllo della vettura.
Livello 2: guida semi-autonoma.
Alcune auto sono già in grado di guidare in maniera semi-autonoma in alcuni contesti, come per esempio in autostrada o in zone in cui si verificano particolari rallentamenti a causa del traffico. È il caso dell’Adaptive Cruise Control. I sistemi di assistenza mantengono la vettura nella giusta corsia e alla corretta distanza di sicurezza dal veicolo che la precede. In questo modo il conducente può riposare sia le gambe che le mani, ma il livello di attenzione deve rimanere alto in caso si verifichi la necessità di intervenire tempestivamente.
Livello 3: guida altamente automatizzata.
Le auto che presentano dotazioni di questo livello, possono guidare autonomamente in situazioni ben definite, come le autostrade o le aree in cui il traffico è intenso. Questo è possibile senza che il guidatore le controlli. In questo modo la persona che si trova al volante può staccare gli occhi dalla strada. Caratteristica ulteriore è che le auto di questo tipo sono anche già in grado di comunicare tra loro. Un numero limitato di auto in fascia alta oggi offrono già tale tipologia di guida.
Livello 4: guida completamente automatizzata.
L’auto guida autonomamente per la maggior parte del tempo. Sa gestire situazioni complesse senza che il conducente debba intervenire. Ad esempio, si ferma da sola al semaforo rosso e riparte al verde verificando prima il traffico. Ad oggi nessun’auto di serie ha questa dotazione. Tesla da alcuni mesi ha fornito come beta test ai propri utenti una nuova release del software che potrebbe rientrare in tale livello, ma raccomanda sempre al guidatore di rimanere al posto di guida, senza staccare le mani dal volante. Imperversano però da mesi su YouTube video di giovani che in modo sconsiderato, si
riprendono abbandonando il posto di guida mentre l’auto è in fase automatica.
Livello 5.
Si tratta di auto totalmente indipendenti, connesse con le infrastrutture e anche con gli altri veicoli: in questo modo, possono muoversi in modo più sicuro in ogni genere di situazione e condizione. Il conducente potrebbe non essere più necessario. Secondo molti esperti il livello 4 e 5 sono veramente difficili da raggiungere anche per una questione di etica applicata all’Intelligenza Artificiale: basti pensare al dilemma dell’automobile con autopilota all’incrocio stradale, che in caso di incidente deve decidere chi salvare tra la vecchietta e il bimbo nella carrozzina. Ne avevamo parlato qualche mese fa con il Professor Luciano Floridi Direttore dell’Ethical Lab di Oxford, secondo il quale “Abbiamo fatto qualche passo avanti nel capire ciò che non si potrà mai fare. In passato si parlava molto della possibilità di implementare regole etiche direttamente nel codice del software dell’Intelligenza Artificiale. È fantascienza, perché noi non abbiamo capito ancora come “funzionano” gli esseri umani e pretendiamo di insegnare il comportamento umano alle macchine. Quello che invece si sta sviluppando molto è lo studio sulla responsabilizzazione dell’A.I.: sarà sempre più importante capire chi paga i costi degli errori compiuti dall’Intelligenza Artificiale. Pensiamo ad un decesso causato da un’auto a guida autonoma”.

NUOVI MEZZI DI TRASPORTO
Tra questi ovviamente annoveriamo auto completamente innovative come la Tesla, ma anche i progetti relativi a droni volanti con passeggero, che sono già in sperimentazione negli USA e negli Emirati Arabi. In questo ambito le aziende produttrici sono una via di mezzo tra società industriali e società di software dove le due componenti si fondono. È il caso di Tesla: simile situazione potrebbe verificarsi con l’entrata di Apple nel settore, più volte annunciata negli ultimi mesi. Secondo l’amministratore delegato di Waymo (Google), una delle compagnie di punta nel campo della guida autonoma, Tesla in questo momento non è un loro competitore in quanto più orientata allo sviluppo di software che alla produzione fisica di auto. Elon Musk (Tesla) risponde che vedremo presto su strada un’auto a livello 4 avendo da poche settimane chiesto l’autorizzazione all’ente preposto USA. Secondo una recentissima ricerca di IDC non vedremo auto a guida autonoma livello 4 su strada regolarmente omologate prima del 2025.


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