A colazione con… Jane Richard Philips


Coccola golosa, dolce pausa tra la calma della notte e la frenesia del giorno: la colazione, secondo me. Il momento migliore per due chiacchiere rilassate con Jane Richard Philips

La passione per i cavalli nasce con lei a Evilard, in Svizzera, e da adolescente le viene regalato il suo primo cavallo. Dopo aver partecipato a numerosi concorsi ippici, a 15 anni debutta nella prima competizione professionale vincendo lo Swiss Final Team Trophy a Kerzers. La sua ascesa è costante e Jane Richard si posiziona tra le prime dieci nel ranking della sua categoria. L’anno dopo ottiene il terzo posto nel suo primo GP nella Rosental CSI-JY. Gareggia poi in tre edizioni dei Campionati Europei Juniores e Young Rider e nel 2002 ottiene la prima vittoria nel GP di Siena CSI-B. Durante gli studi di economia si trasferisce in Italia presso la scuderia di Ignace Philips, che diventerà suo marito, e nel 2010 partecipa ai Campionati del Mondo in Kentucky. Con lui e con la cognata Caroline gestisce il club equestre La Madonnina, alle porte di Torino, e dal 2003 è ambasciatrice d’eleganza Longines. Grazie a questa partnership partecipa al Longines Global Champion Tour, uno dei circuiti equestri più esclusivi al mondo.

Quando è nato l’amore per i cavalli?
È nato con me. I miei genitori non avevano contatti con il mondo equestre, ma mi portavano a montare e con il tempo si sono appassionati ed hanno iniziato a praticare questo sport. A 13 anni e mezzo mi hanno regalato Flamenco, il primo cavallo, e con lui ho preso il brevetto e fatto le prime gare. È vissuto sempre nel nostro giardino ed è stato parte della famiglia fino alla sua morte.

La più grande soddisfazione in sella?
Prendere un cavallo sui 4 o 5 anni e impostare una carriera con lui; diventare compagni di vita, condividere momenti belli e brutti, guardarsi negli occhi e dire ci siamo riusciti insieme. Questo sport è bellissimo ed è una scuola perché ogni giorno questi animali mi insegnano tantissimo e ho sempre da imparare.

Le competizioni internazionali sono impegnative?
Sono molto faticose perché durante le gare si trascorrono i weekend lontano da casa. Inoltre non è da sottovalutare il carico di stress che si procura all’animale che deve viaggiare ed ambientarsi.

Come si raggiungono ottimi risultati in gara?
Il binomio tra cavaliere e cavallo deve essere simbiotico e il lavoro da fare insieme è quotidiano e richiede impegno,
amore, pazienza e comprensione. Ogni animale ha un proprio carattere e bisogna saperlo conoscere e capire. Un cavallo un po’ meno forte di altri può infatti dare ottimi risultati quando viene seguito con cura.

Lei è ambasciatrice d’eleganza Longines.
Per me è un riconoscimento molto significativo. Lo sono da quando avevo 16 anni e il brand, che è svizzero come me, mi ha sempre sostenuta. Il Longines Global Champions Tour è un evento prestigioso e viene ospitato in tutto il mondo.

La colazione per lei è…?
Un caffè prima di portare mio figlio a scuola ed iniziare a montare a cavallo. Preferisco il pranzo perché al pomeriggio
tengo lezioni di equitazione nel club di famiglia e il mio ritmo di lavoro cambia.