L’ICT nella pubblica amministrazione: verso la svolta del post-pandemia


Intervista a Letizia Maria Ferraris Presidente CSI Piemonte

La Pandemia da Coronavirus, di cui abbiamo parlato molto nei passati articoli legati al mondo delle tecnologie, ha inciso pesantemente sulle nostre vite portando a grandi cambiamenti sia nel sociale che nel mondo del lavoro e nell’economia.
Uno degli aspetti più analizzati è stato il modo in cui la Pubblica Amministrazione ha reagito alla Pandemia. Senza dimenticare il reparto sanitario, in cui medici e infermieri sono stati impegnati in modo esemplare per far fronte ad una continua emergenza, non bisogna dimenticare la positiva reazione di altre aree del servizio pubblico. Spesso ci troviamo di fronte a realtà eccellenti che forse si conoscevano poco in passato ma che ora possono essere maggiormente apprezzate, non solo per l’attività svolta durante i periodi più difficili, ma anche per le prospettive di cambiamento dell’Information & Communication Technology nel pubblico, che sicuramente avranno una portata ben superiore rispetto al passato.

Tra le aziende che si sono distinte in modo particolare, bisogna annoverare il Consorzio per il Sistema Informativo del Piemonte (CSI) che ha supportato in modo esemplare i cittadini, fornendo prodotti e servizi informatici cruciali per far fronte ai nuovi problemi creati dal Virus. Abbiamo avuto l’opportunità di conoscere meglio questa realtà nel corso di una delle prime Conferenze organizzate in presenza dal CSI in Torino e di intervistare la Presidente Letizia Maria Ferraris.

 

L’INTERVISTA
Per chi non conosce il Consorzio ci può dire in breve qual è l’attività del CSI Piemonte?
Il CSI Piemonte è una realtà poliedrica, è una delle più grandi aziende informatiche italiane e realizza prodotti e servizi digitali per la Pubblica Amministrazione, che sono quei servizi che vengono utilizzati quotidianamente dalle imprese e dai cittadini. È un Consorzio pubblico di cui fanno parte oltre 120 enti tra cui la Regione Piemonte, gli atenei piemontesi, la Città di Torino, la Città Metropolitana di Torino, le aziende sanitarie, le province piemontesi e molti comuni e nell’ultimo anno anche la Città di Milano e la Città Metropolitana di Milano, l’ente nazionale INDIRE e da poco tempo anche la Città Metropolitana di Roma Capitale.

Possiamo dire che la realizzazione del sito “Il Piemonte ti Vaccina” e le attività informatiche relative al Covid abbiano segnato una svolta per il CSI?
Bisogna fare chiarezza sul fatto che il CSI sia sempre stata un’azienda unica e peculiare. È una realtà unica a livello nazionale nata più di quarant’anni fa quando l’informatica nel settore pubblico era veramente agli albori e nessuno ne parlava.
Con riferimento al momento storico, devo dire che non è la Pandemia che ha dato una svolta al CSI ma è stato il CSI che ha dato un contributo importante a quella parte di Pubblica Amministrazione che in quel preciso momento aveva la necessità di un supporto informatico decisivo.
Se siamo stati così tempestivi nella realizzazione delle diverse progettualità e nel fornire importanti servizi informatici che non erano previsti è perché eravamo pronti a farlo. L’innovazione non si fa mai in emergenza ma è un processo ed un cammino che il CSI percorre da anni. La Pandemia ci ha portato a lavorare giorno e notte: dal Direttore Generale ai manager ai nostri specialisti, lo stesso Consiglio di Amministrazione, eravamo tutti in prima linea e abbiamo dovuto prendere decisioni rapide ed efficaci su progetti nuovissimi. Lei cita il “Piemonte ti vaccina”, ma la prima cosa che abbiamo realizzato è stata la Piattaforma Covid19 che ci ha permesso di raccogliere in sicurezza i dati dei pazienti, la gestione dei tamponi e delle quarantene, la ricerca dei letti disponibili. Si è creato un circuito virtuoso in cui si è cercato di valorizzare la comunicazione tra cittadini e pubblica amministrazione e ha funzionato bene. Chiaramente tutto questo è stato favorito anche da un cambio di mentalità della popolazione che ha compreso l’importanza dell’utilizzo degli strumenti informatici e anche in tutto questo il CSI ha avuto un ruolo significativo.

Cosa distingue il CSI dalle altre realtà regionali che forniscono servizi alla PA?
Tra i nostri punti forti rispetto ad altre realtà pubbliche, voglio sottolineare la diffusione di una cultura dell’innovazione e di ciò ho fatto uno degli obiettivi precipui della mia presidenza.
Valorizziamo anche le persone e le competenze interne, siamo tra le 400 aziende italiane considerate i migliori datori di lavoro. Questo ci ha permesso di essere speciali rispetto ad altre realtà regionali e nazionali.
La nostra missione è quella di supportare la Pubblica Amministrazione anche nel cambiamento di mentalità nei confronti dell’innovazione e dell’informatizzazione dei servizi. Faccio l’esempio dei sistemi di videoconferenza: la Pandemia è iniziata il giorno 11 marzo 2020 e il 24 marzo, per la prima volta nella sua storia, il Consiglio Regionale del Piemonte si è riunito in videoconferenza. In poco più di dieci giorni abbiamo reso disponibile un servizio fino a quel momento utilizzato veramente poco e che da allora è stato utilizzato costantemente. Tutto questo perché la struttura – come ho detto – era pronta.

Qual è stato l’impatto dello smart working nelle attività del CSI?
Lo smart working era un’attività già consolidata presso il CSI fin dal 2015. Eravamo quindi pronti a rendere operativa questa modalità di lavoro. E’ stato un passaggio senza soluzione di continuità ed è stato piuttosto semplice portare in smart working la maggior parte dei nostri collaboratori. Anche i nostri Enti sono stati aiutati grazie al nostro Know-How consolidato ed hanno potuto spostare in lavoro agile molti dipendenti con il nostro supporto tecnico ed informatico.
Per darle dei numeri sono circa 10mila i dipendenti della pubblica amministrazione di Regione Piemonte, Città Metropolitana di Torino e Città di Torino che in quel periodo sono passati a lavorare in remoto.

Qual è il ruolo della Cybersecurity nelle attività del CSI?

Va detto che la prevenzione dei rischi informatici, la sicurezza dei dati e la gestione attenta della Privacy sono valori portanti e sempre presenti nel CSI.
Io parlo spesso dell’importanza dell’interoperabilità dei dati e delle conoscenze: è uno dei nostri obiettivi di fondo. Esiste però sempre il rischio che i dati possano sfuggire al controllo. Questo comporta una consapevolezza maggiore nella tutela del dato. La CyberSecurity per noi è un aspetto importantissimo.
Il CSI ha affrontato questo aspetto sia dal punto di vista puramente tecnico, cito ad esempio i nostri Data Center, presenti a Torino e Vercelli, o la nostra “Service Control Room” operativa 24 ore su 24, che sulla formazione dei dipendenti e degli Enti. Ma il CSI non è solo informatica e infrastrutture, è anche condivisione di valori legati alla Persona. Abbiamo attuato un percorso di webinar destinato agli Amministratori e ai dipendenti della Pubblica Amministrazione, anche a livello nazionale.
Vogliamo che passi il messaggio che la sicurezza non è un costo ma un investimento per il futuro. Spesso gli attacchi esterni dipendono dal fattore umano – troppe volte anello debole della catena – ed è su questo che puntiamo per il prossimo futuro.
Io stessa ho promosso per tutto il 2021 un corso di formazione-webinar al mese aperto a tutte le PA italiane sul tema.

Quali sono le prospettive future per il CSI alla luce delle nuove sfide della PA ed alla luce dell’entrata nel consorzio di Milano e Roma?
L’attrazione del CSI verso realtà non piemontesi e a maggiore respiro nazionale è legata al sostegno che il CSI potrà dare alla luce del PNRR. Da questo punto di vista ritengo che il CSI abbia un vantaggio competitivo rispetto ad altre realtà nazionali proprio perché siamo già pronti ad affrontare la fornitura di servizi non solo a livello locale. Faccio l’esempio del Cloud dove siamo molto avanti rispetto ad altre realtà locali. Noi abbiamo già portato in Cloud più di 400 comuni non necessariamente consorziati, grazie al bando finanziato dalla Regione Piemonte.

Che sinergie potranno esserci tra CSI e sistema finanziario e bancario (sistema dei pagamenti) nel prossimo futuro?
Il CSI collabora da tempo con la Regione Piemonte per facilitare i pagamenti elettronici effettuati dai cittadini nei confronti della Pubblica Amministrazione.
Il nostro sistema PiemontePAY, che è la declinazione piemontese del progetto nazionale PagoPA, permette a cittadini e imprese di effettuare pagamenti elettronici in tutta sicurezza verso la pubblica amministrazione, come rette, tasse, bollette e utenze.
Solo nel primo semestre 2021 sono stati effettuati 1,7 milioni di pagamenti tramite la piattaforma PiemontePAY.

Una domanda personale a Letizia Maria Ferraris: come vede il futuro dell’istruzione di un bambino di 6 anni, come nella presentazione del Professor Mezzalama del PoliTo, avvenuta nel corso della recente conferenza organizzata dal CSI Piemonte?
Se la scuola farà la sua parte questi bambini saranno sicuramente più fortunati di noi. Mi spiego meglio. L’educazione nel futuro avrà un ruolo ancor più importante e sarà la vera risorsa strategica per acquisire le competenze che serviranno per vivere e lavorare in un mondo sempre più complesso. I valori della creatività, dell’innovazione sono importanti così come lo saranno le conoscenze tecniche ed informatiche, ma la cosa fondamentale sarà la percezione del rischio e la prudenza. In questo modo il bambino crescerà coniugando l’utilizzo di strumenti sempre più articolati con la consapevolezza della potenzialità degli stessi, ora positiva ora negativa. Un altro aspetto sarà quello di educare i bambini a collegare aspetti e concetti spesso distantissimi fra loro.
La donna e l’uomo del futuro dovranno avere una struttura mentale tale da permettere di affrontare rapidamente i cambiamenti ancor più di oggi: in fondo è una bella sfida!