L’esperto immobiliare risponde


A cura del Dott. Cesare Furbatto: Titolare dell’omonimo studio immobiliare torinese, collabora con la nostra rivista per dare la possibilità ai lettori di avere risposte esaustive alle domande inerenti il settore casa.

Buongiorno,
sono una proprietaria di un immobile in zona Crocetta a Torino. Come molti altri proprietari, sono interessata a un declassamento catastale da A1 a A2 per un appartamento registrato come signorile ma che tale non è. Potrei avere qualche informazione a riguardo. Anna

Buongiorno Sig.ra Anna,
lei ha ragione: si tratta di una questione che, a Torino, interessa numerosi immobili registrati a suo tempo in classe A1, ma che, secondo i parametri attuali, non presentano le caratteristiche delle case signorili, bensì delle residenziali. Ecco su questo tema l’opinione di Giorgio Vecchione, avvocato amministrativista e civilista. Centro, collina, Crocetta: sono queste le zone calde a Torino per quanto riguarda il problema del declassamento degli immobili dalla classe A1 alla A2. In passato alcuni immobili sono stati registrati al catasto come case signorili – e pertanto classificati in A1 – già solo per il fatto di essere state edificati in luoghi considerati di prestigio. Ora la tassazione sugli immobili che complica il tutto. Un immobile in A1, cioè signorile, anche se si tratta di prima casa è soggetto a imposta IMU, a differenza di un immobile in A2 che ne è esentato. “Spesso sono inseriti in A1 pur non possedendo i requisiti propri di un casa signorile, nonostante questo, i proprietari fanno fatica a vedersi riconoscere il declassamento dall’Ufficio Territoriale dell’Agenzia delle Entrate” spiega l’avvocato Giorgio Vecchione. “Nel corso degli ultimi settant’anni sono cambiati i parametri che segnano il discrimine tra signorile e residenziale; su questo punto battono i proprietari di casa per far valere il loro diritto alla classe A2. Un apposito decreto ha stabilito che, se un immobile non presenta determinate caratteristiche, non ha ragione di stare in A1. Si parla di una dimensione inferiore a 240 m², rifiniture interne senza alcun pregio o caratteristiche particolari, altezza soffitti di 3 metri.” Osserva l’avvocato: “Oggi ci troviamo di fronte a immobili alla Crocetta che non hanno nulla di più rispetto a immobili ad esempio a Santa Rita, ma i primi sono in classe A1, i secondi in A2”. Per l’Agenzia delle Entrate rimane la zona a fare la differenza, a meno che non siano stati eseguiti interventi strutturali all’interno dell’edificio, il proprietario si vede respinta la propria legittima istanza. Non è, tuttavia, una battaglia persa in partenza, anzi! L’avvocato Giorgio Vecchione recentemente ha impugnato due casi di richiesta negata di declassamento in zona collina. Il primo caso si è concluso con una vittoria in Cassazione; il secondo attualmente con una vittoria in primo grado.