Il mare dentro di noi


Quante volte abbiamo ascoltato la “voce del mare” in meditazione davanti a questa immensa distesa d’acqua, aspettando l’alba o restando in attesa di un tramonto dove la luce si confonde con la notte e il sole e la luna si confrontano specchiandosi nell’immensità dell’orizzonte oltre il quale la nostra fantasia viaggia catturando pensieri che entrano nella nostra anima.

Scrittori, poeti, pittori, musicisti, documentaristi, esploratori del calibro di Jacques-Yves Cousteau (1910-1997) soprannominato “l’inventore del mare”, hanno “catturato” la sua essenza facendo navigare la nostra fantasia sulle sue onde e navigatori nel corso dei secoli hanno solcato le sue acque guardando oltre l’orizzonte alla scoperta di
nuove terre.

Culla di civiltà che hanno segnato la storia dell’umanità, dalle acque del mare sono uscite le prime forme di vita del nostro Pianeta, con un’evoluzione che nel corso di milioni di anni ha creato un equilibrio dinamico, permettendo cosi la coesistenza di diverse specie biologiche, vegetali e animali in tutto il globo, che noi definiamo “Natura”.

La nostra Samantha Cristoforetti e Luca Parmitano dalla Stazione Spaziale Internazionale, descrivevano il nostro mondo come il “Pianeta blu” in quanto il 70% della sua superficie è ricoperto dalle acque, ma il mare ha diverse sfumature a seconda del suo “umore” in un susseguirsi di colori dal turchese, al grigio, l’indaco, il verde smeraldo, sotto le nubi è plumbeo, nell’oscurità diventa nero, al tramonto sembra d’oro e talvolta domina il biancastro e l’argenteo, secondo i venti che imperversano sulla sua superficie.

Ora una considerazione nasce nella nostra mente, l’umanità è padrona incontrastata
delle terre emerse e sono ancora pochi i luoghi ancora ignoti alla nostra visione, mentre il 90% dei mari è ancora sconosciuto e inesplorato, ma sappiamo che a questa immensa distesa di acqua sono legate numerose attività del nostro vivere quotidiano: lo sport, attività commerciali, il turismo e la pesca che purtroppo in alcuni casi è indiscriminata, al limite dell’estinzione di alcune specie che popolano i nostri mari e oceani. Inoltre non dimentichiamo che sotto la superficie ci sono quantità immense di idrocarburi, estratte tramite le piattaforme petrolifere.

Il nostro rapporto con il mare si evolve a 360° e spesso rimangono inascoltati i segnali d’allarme che il nostro “amico mare” ci lancia. Sia il mare che l’oceano sono vaste distese d’acqua salata, ma sono diverse anche se viaggiano su binari paralleli. Il primo con dei confini ben delineati ed è relativamente più piccolo, il secondo è una distesa d’acqua più ampia in cui non vi sono confini definiti. La scienza ci dice che miliardi di anni fa i vulcani con le loro eruzioni liberarono grandi quantità di vapore acqueo nell’atmosfera che condensandosi ricadde sulla superficie con piogge abbondanti che lavarono le rocce in una sorta di combinazione con i sali, dando origine così alla salinità degli oceani. Nel nostro immaginario vediamo gli oceani come fossero simili all’atmosfera, con evoluzioni diverse rispetto a eventi di natura metereologica invece hanno un’importanza fondamentale per come possono influenzare il clima sulla terra.

Analizzando l’innalzamento delle temperature e l’effetto del riscaldamento globale sul nostro pianeta, le acque degli oceani aumentano di volume a una velocità doppia rispetto alla media dell’ultimo secolo. Se aggiungiamo anche il conseguente scioglimento dei ghiacci delle regioni polari,
potremo presto vedere la scomparsa di intere zone costiere e persino di città come Miami, New Orleans, Manhattan, Venezia, Londra e isole che oggi definiamo un paradiso terrestre. Per una città come Pisa possiamo immaginare la torre pendente parzialmente sommersa dalle acque, scenari da film di fantascienza ma estremamente ipotizzabili se non cambiamo immediatamente la rotta nel nostro modo di vivere.

Quando abbiamo di fronte l’immensità delle acque marine e oceaniche con colori che vanno dall’azzurro al blu intenso, il nostro istinto ci porta inevitabilmente a diventare creature marine per assaporare il momento magico di un contatto diretto con l’acqua, senza pensare alla precarietà ecologica e all’inquinamento dei nostri mari causato per esempio da milioni di litri di idrocarburi riversati da parte di petroliere
collassate oppure dai fiumi che portano ogni sorta di materiale inquinante nei nostri mari distruggendo la fauna ittica con conseguente estinzione di alcune specie. E che dire di un’emergenza planetaria: la massa di plastica negli oceani e nei nostri mari, questa quantità enorme di materiale nel 2050 supererà quella di tutti i pesci, si stima che vi siano oltre 150 milioni di tonnellate disperse negli oceani con isole galleggianti di enormi proporzioni con il pericolo di soffocamento degli animali marini. Un altro problema è causato dalle microplastiche particolarmente pericolose che sono state trovate in tutta la catena alimentare. Questi minuscoli frammenti infatti vengono prodotti dalla degradazione di buste e bottiglie, il tutto viene ingerito dai pesci, i quali a loro volta si nutrono di altri pesci risalendo a tutta la catena alimentare con effetti nocivi sulla salute umana. Nonostante tutto, noi amiamo il nostro “amico mare” e cerchiamo di preservarlo con le aree marine protette in cui si evidenziano acque cristalline, con fondali mozzafiato e tratti di costa profumata da macchia
mediterranea e natura incontaminata.


Like it? Share with your friends!