Sfida al Barocco e Cronache dall’Ottocento


Dopo la strage umana e sociale provocata dal Covid-19 Torino prova a rinascere.
In attesa della riapertura, attraverso il sito www.fondazionetorinomusei.it sono fruibili on line venti mostre. È un’occasione unica per scoprire percorsi d’arte senza muoversi da casa. In questo tempo sospeso, c’è la voglia di allestire mostre e nuovi percorsi artistici, anche se non è ancora chiara la data di possibile apertura di mostre e musei, per le misure di distanziamento sociale e sicurezza a cui dovremo attenerci per molto tempo a venire.
Segnaliamo due mostre, fra le altre.

SFIDA AL BAROCCO

Roma Torino Parigi 1680-1750 è la prima mostra del 2020 alla Reggia di Venaria Reale. L’esposizione rappresenta un viaggio artistico alla scoperta della modernità. La mostra, curata da Giuseppe Dardanello e Michela di Macco, è un percorso esplorativo delle nuove forme e linguaggi di comunicazione nati tra il 1680 e il 1750. Una sperimentazione che ha le sue radici in due importanti centri culturali e artistici dell’epoca, Parigi e Roma. Con questi due importanti poli di attrazione dell’Europa moderna, Torino instaura in quegli anni un intenso dialogo culturale e uno scambio di opere e artisti, che contribuiscono a generare una stagione epocale di rinnovamento dell’arte. Nei grandiosi spazi della Citroniera Juvarriana della residenza saranno ospitati oltre 200 capolavori provenienti da vari musei e collezioni; sarà un imperdibile tuffo nel barocco e nelle sue forme di espressione post 1680. Le favole antiche nei teatrali quadri storici,
i racconti sacri nelle pale d’altare, la seduzione e la grazia di sculture e dipinti, la progettualità degli spettacolari modelli di architettura e la raffinatezza preziosa di arredi e ornamenti (insieme al fiabesco “Bucintoro dei Savoia” in chiusura della mostra) accompagneranno i visitatori lungo la loro personale ricerca dell’identità artistica moderna.

(Le date di inizio e fine mostra sono in fase di definizione).

 

CRONACHE DALL’OTTOCENTO. LA “VITA MODERNA” NELLE OPERE DI CARLO BOSSOLI E NELLE FOTOGRAFIE DEL SUO TEMPO.
Museo Accorsi-Ometto.

A cura di Sergio Rebora, con la collaborazione di Daniela Giordi. La Fondazione rende omaggio a un importante pittore dell’Ottocento: Carlo Bossoli (Lugano 1815-Torino 1884); nella mostra mette a confronto le sfaccettature della vita moderna dell’Ottocento attraverso la sua pittura e la fotografia storica, restituendoci fedelmente le vicende di quel tempo, con l’evoluzione dei costumi e del modo di vivere. Bossoli, onorato dalla patente di “pittore reale di storia” ricevuta nel 1862 per i suoi quadri e i suoi disegni, trascorre gli ultimi anni di vita a Torino, nella casa in stile moresco ubicata
lungo le rive del Po da lui stesso progettata e che oggi non esiste più. Nel corso dell’Ottocento il dialogo tra pittura e fotografia cambia profondamente la fruizione delle arti visive: la nuova tecnica di rappresentazione (caratterizzata
da precisione descrittiva, rapidità esecutiva e serialità del processo di riproduzione) induce il pubblico a una diversa
lettura della realtà visiva. Nei primi decenni di diffusione della fotografia, nata nel 1839, la commistione tra le due arti contribuisce a una definizione verista del mondo, del paesaggio, sia naturale che urbano, e della vita che in esso si svolge, coinvolgendo vedutisti da un lato e pittori di genere dall’altro. In questo senso, Bossoli risulta un personaggio
emblematico: determinante è il suo ruolo di cronista del tempo, in parallelo con la nascita e la diffusione della fotografia.
È emblematico il suo quadro “La fine della battaglia di Solferino”, avvenuta il 24 giugno 1859, quando le truppe della divisione “Forey e de Ladmirault” conquistarono il castello di Solferino. È l’ultima battaglia della guerra che apre la strada per l’unificazione dell’Italia. Quel giorno viene fondata la Croce Rossa grazie a Henri Dunant, testimone oculare della carneficina. L’esposizione annovera una novantina di opere (una cinquantina di dipinti e una quarantina di fotografie), si avvale dell’apporto di nuclei collezionistici privati, in alcuni casi inediti, come quello appartenente alla Collezione Litta di Vedano al Lambro (Milano), e di importanti prestiti pubblici.

(Le date di inizio e fine mostra sono in fase di definizione).

STORIA DELL’ETÀ BAROCCA IN ITALIA DI BENEDETTO CROCE
Adelphi 1993

La ricerca storica del filosofo napoletano segna una rottura e si scosta dalle interpretazioni in voga quando il libro appare, nel 1929. Nel suo giudizio il Barocco non va considerato per la forma estetica, bensì come un tentativo di giungere a una sintesi complessiva della cultura umana, in tutte le sue forme.

ALLONSANFÀN DI PAOLO E VITTORIO TAVIANI
1974

Protagonista maschile Marcello Mastroianni, musiche di Ennio Morricone. Il film trasporta nel Risorgimento le pulsioni rivoluzionarie del Sessantotto. Un rivoluzionario disilluso viene, suo malgrado, coinvolto dai propri compagni in una spedizione per liberare il Meridione. Il titolo, che è anche il nome di uno dei personaggi, è una storpiatura italianizzata di “Allons enfants”, le parole che aprono la prima strofa della Marsigliese. La disastrosa spedizione dei Fratelli Sublimi è un chiaro riferimento alla spedizione di Sapri; il cognome del protagonista è un omaggio a Vittorio Imbriani, esponente della Scapigliatura (autore dell’originale romanzo “Dio ne scampi dagli Orsenigo”, il primo in Italia a trattare il tema dell’adulterio, pubblicato un anno prima di “Anna Karenina” di Lev Tolstoj).


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