Quelli del Quindicesimo
Nel nostro immaginario vediamo volare nei cieli di tutto il mondo le nostre Frecce Tricolori, ambasciatrici del “fare Italiano”: 25 minuti di esibizione e adrenalina pura che si diffonde nell’aria nell’ammirare dieci aviogetti disegnare il più lungo Tricolore del mondo. Tutto questo è solo un tassello nel grande mosaico dell’Aeronautica Militare, con uomini e donne che lavorano all’ombra dei riflettori e con la forza dell’impegno, eccezionali nella loro normalità, in operazioni prettamente Militari a difesa del nostro spazio aereo Nazionale, concorrendo in supporto alla popolazione civile in caso di calamità naturali. In questo panorama vogliamo soffermarci sul comparto SOCCORSO AEREO e RICERCA (S.A.R), spletato nella sua operatività 24 ore su 24, 365 giorni all’anno con mezzi, uomini e donne sempre pronti alla “chiamata”, anche in condizioni meteo estreme su terra e mare, dalle seguenti Unità di volo: 15° Stormo, 31° Stormo, 14° Stormo, e 46° Brigata Aerea, ognuno con le sue caratteristiche d’intervento, professionalità diversificate con dotazioni di velivoli ad ala fissa o rotante.
15° Stormo
La nostra attenzione viene “catturata” dal 15° Stormo, con base presso l’aeroporto militare di Cervia-Pisignano, massima espressione delle capacità operative S.A.R, reparto dell’Arma Azzurra, con i suoi sette centri/volo distribuiti su quattro basi a copertura dello stivale Italico, parte integrante della 1a Brigata Aerea Operazioni Speciali. La Bandiera di Guerra del 15° è costellata di medaglie al valore civile, aeronautico e militare. E’ doveroso ricordare che dalla sua costituzione gli equipaggi delle unità di volo hanno salvato circa 7200 persone in pericolo di vita!
Abbiamo davanti a noi il Comandante del 15° Stormo, Colonnello Pilota Diego Sismondini “aviere di lungo corso” classe 1971 con esperienze significative in Aeronautica Militare, a cui porremo delle domande, cercando attraverso le sue risposte di entrare nell’anima dei suoi uomini.
Comandante, il 15° Stormo opera con una 0rganizzazzione dalla struttura complessa, essendo articolata con unità di volo distribuite su quattro basi aeree. Quali sono i compiti istituzionali a cui è demandato, in considerazione della capacità duale dell’Arma Azzurra?
Al 15° Stormo è demandata la ricerca e il soccorso di tutti gli equipaggi dell’Aeronautica Militare sia in territorio nazionale (SAR) che fuori dai confini nazionali (Combat SAR). Dati gli elevati standard che gli elicotteri ed il personale dello Stormo possono raggiungere, le stesse capacità sono impiegate anche a favore della popolazione civile in casi di grande calamità o in particolari condizioni meteo o altri fattori che richiedono l’intervento della Forza Armata. Oltre a questa missione, lo Stormo partecipa alla difesa dello spazio aereo nazionale grazie alla capacità di Slow Movers Interception (SMI), cioè l’intercettazione di aeromobili a basse prestazioni. Fondamentale risulta anche l’ulteriore missione dello Stormo, la lotta agli incendi boschivi, in particolare in località dislocate in Sicilia e Sardegna: durante il periodo estivo le unità di volo hanno un impiego costante in queste attività.
La vostra operatività è basata sull’impiego di elicotteri di ultima generazione. Quali caratteristiche possiedono con riferimento alla missione richiesta? Con quale prontezza operativa sono equipaggiati, configurati o riconfigurati rispetto alla chiamata pervenuta alla centrale operativa coordinata dalla Prefettura di riferimento?
Visto il complesso ventaglio di missioni a cui il 15° Stormo è chiamato ad assolvere, le macchine in dotazione necessitano di avere la stessa versatilità d’impiego, unitamente all’addestramento degli equipaggi di volo. Permettono di portare a termine missioni in ambienti e condizioni decisamente sfavorevoli, anche mediante l’utilizzo di visori notturni (Night Vision Gogles-NVG). In ogni Centro di volo del 15° Stormo, c’è sempre un equipaggio pronto al decollo 365 giorni all’anno 24 ore su 24. La prontezza è solitamente di 2 ore, ma in caso di necessita può essere scalata fino a 15 minuti.
Siamo in territorio ostile in soccorso ad un equipaggio sopravvissuto durante un’azione militare, in sinergia con le forze speciali di terra per coordinare il recupero: come possiamo definire questo tipo d’intervento prettamente militare in ambito SAR?
In caso d’intervento al di fuori dei confini nazionali si parla di Combat/SAR. L’attività risulta essere completamente diversa e conseguentemente anche l’addestramento necessario deve esserlo.
Com’è composto l’equipaggio di volo per una missione S.A.R? In che modo viene approntato un velivolo prima del decollo, da quando suona la sirena d’allarme, e quali sono i compiti demandati ad ogni membro?
L’equipaggio standard d’allarme è di 2 piloti, l’operatore di bordo responsabile dell’utilizzo del verricello e della sicurezza in cabina e un aerosoccorritore, colui che si cala dall’elicottero e che fisicamente effettua il recupero.
A questi, qualora fosse necessario, può aggiungersi un assistente di sanità. Essere un equipaggio del 15° Stormo significa lavorare costantemente per un obbiettivo comune in riferimento alla salvaguardia della vita umana, nessuno potrebbe completare il proprio lavoro senza l’ausilio degli altri membri. All’interno dell’elicottero tutti conoscono i propri compiti e sono consapevoli delle gerarchie presenti, anche in questo caso ognuno lavora all’unisono con gli altri aiutando il capo equipaggio a prendere la decisione migliore, ma alla fine è una sua prerogativa scegliere la più opportuna.
Prima di ogni missione quali sono le verifiche demandate alla Sua persona? Vi sono contatti con le aziende costruttrici con corsi specifici del personale tecnico addetto alla manutenzione ordinaria dei velivoli, in modo da garantire la massima efficienza in ogni condizione d’intervento?
Al Comandante spetta l’approvazione di tutte le missioni di tutti i Gruppi di volo mediante la firma del piano di volo giornaliero. Il lavoro più complesso è quello di fare in modo che gli elicotteri siano rispondenti agli standard dell’Aeronautica Militare in termini di efficienza e soprattutto che a tutti sia garantito il giusto addestramento. L’Aeronautica Militare ha un sistema complesso di verifica e di interazione con le industrie. Questo ci permette di avere sempre lo stato dell’arte per i nostri apparati di bordo.
Colonnello, vuole presentarci la figura dell’Aerosoccoritore?
La figura dell’Aerosoccorritore, (ARS) è tra le più complete in Aeronautica. Per diventare ARS è necessario un iter addestrativo che dura alcuni anni nel quale sono previsti diversi moduli tra cui la sopravvivenza in montagna ed in mare, primo soccorso, uso di armi ed ovviamente attività di volo. Una volta terminato questo già complesso iter, l’addestramento è continuo e durissimo, sia per mantenere le capacità acquisite, sia per aumentarle. Gli ARS possono infatti diventare istruttori di sopravvivenza in ambiente montale, marittimo, artico, desertico e fluviale, possono essere istruttori di sci alpinisti o di evasione e fuga.
Lo Stormo, oltre alla sua missione primaria di ricerca e soccorso, come diventa operativo per la difesa dello spazio aereo Nazionale? Come vengono configurati gli elicotteri per contrastare un’eventuale intrusione dal cielo?
Le macchine a disposizione dello Stormo sono gli HH-139, HH-101 e HH-212. Le configurazioni utilizzate per lo SMI per i diversi elicotteri sono ovviamente diverse e possono andare dalle 3 mitragliatrici dell’HH-101 alla presenza di un team di sniper (tiratori scelti) per l’HH-139.
Colonnello, ogni missione è un contenitore di emozioni e sensazioni diverse, una storia a sé… Un ricordo particolare che conserva?
Alle mie spalle ho moltissime ore di volo e tante missioni di soccorso effettuate. Tutte occupano spazio nei miei ricordi e sentimenti. Una in particolare, per la situazione metereologica presente mi torna alla mente. Durante il mio servizio d’allarme presso l’allora 85° Gruppo di Pratica di Mare scatta la chiamata di soccorso per andare a recuperare una donna non più in tenera età sull’isola di Ponza in imminente pericolo di vita.
Nella zona romana le condizioni meteo erano marginali, ma arrivati su Ponza erano a dir poco critiche. Il fattore principale era il vento che soffiava a 45 nodi con raffiche a 60 (sono oltre 100 chilometri orari). Il vento rendeva l’elicottero talmente difficile da controllare che durante l’avvicinamento alla piazzola posta alla sommità di un cucuzzolo, una raffica improvvisa fece perdere quota all’aeromobile facendolo sprofondare al di sotto dell’altezza del punto di atterraggio, ruotandolo di 90 gradi. Comunque, dopo non poche difficoltà e grazie allo sforzo comune di tutto l’equipaggio, siamo riusciti ad atterrare e portare in salvo la malcapitata.
Un ultima domanda vorremmo porla all’intero equipaggio di volo in procinto di decollare per una missione SAR. Con quale stato d’animo iniziano la missione, e cosa aleggia nei loro cuori quando tornano?
Ogni missione è diversa. Quando suona la sirena dell’allarme c’è una normale e fisiologica scarica di adrenalina che percorre tutto il corpo. La professionalità raggiunta grazie al costante addestramento permette di rimanere concentrati e poter dare il massimo. Quando l’obiettivo dei tuoi voli è salvare vite umane nulla può essere lasciato al caso. Al ritorno, in caso di esito negativo quello che si deve cercare di fare è riguardare l’intera missione pensando a cosa si sarebbe potuto fare diversamente cercando un miglioramento continuo. Le missioni positive, che dalla costituzione del 15° si traducono in oltre 7200 persone salvate, ti danno la forza di andare avanti in questo lavoro così delicato ed importante.
Ricordiamo con affetto e orgoglio i caduti del 15° Stormo, che hanno sacrificato le loro vite nell’adempimento del proprio dovere al servizio della Nazione: otto militari deceduti nei cieli di Francia il 23 Ottobre 2008, cinque uomini che hanno perso la vita il 20 Ottobre 1977 in località Creola di Saccolongo (PD), rammentiamo gli episodi del lago di Bracciano (Roma) 1971, al largo dell’isola di Ponza nel 1984, nei cieli di Frosinone nel 1988.
Colonnello Sismondini, vogliamo ringraziarla per averci dedicato un po’ del suo tempo. Siamo consapevoli che non bastano poche domande e risposte per comprendere l’essenza del 15° Stormo in tutta la sua operatività, rivolgiamo un saluto a tutti i componenti delle unità di volo, a volte non percepiamo la loro presenza, ma sono sempre con noi, accanto a noi, e quando vedremo in volo un elicottero con la caratteristica livrea dell’Aeronautica Militare , il nostro pensiero “volerà” e potremo dire: “SONO QUELLI DEL QUINDICESIMO”.