Call the (flying) Midwifes


Call the midwife

Call the Midwife (Chiamate l’ostetrica) è stata una serie televisiva della BBC che ha ottenuto un enorme successo, anche sulla piattaforma Netflix. Racconta le peripezie di un gruppo di infermiere nell’Inghilterra dell’inizio del secolo scorso, che avevano il compito di assistere le partorienti nei sobborghi operai di Londra. Un secolo dopo, grazie agli enormi passi avanti fatti dal servizio sanitario nazionale inglese, non è più necessaria l’abnegazione di un manipolo di volenterose per dare alla luce nuove vite.

Mortalità infantile

Mortalità infantile

Perlomeno non lo è più in Gran Bretagna. Perché il rischio si è spostato in altre zone del mondo ed è oggi la Nigeria il paese dove è più probabile che mamma e neonato rischino la vita. In quel paese africano, circa 58 mila mamme muoiono ogni anno al momento del parto e 240 mila neonati non sopravvivono oltre il mese successivo.

Se pure la Nigeria è il più ricco stato dell’Africa in termini di prodotto interno lordo, contemporaneamente occupa il quarto posto al mondo per mortalità delle partorienti, con punte ancora più alte nel nord-est del paese, dove da oltre un decennio imperversa Boko Haram, il movimento islamista rivoluzionario. Nonostante la situazione fosse già grave prima dell’inizio della guerra civile, con lo scoppio di quest’ultima, i circa 200 medici rimasti scapparono a gambe levate, rendendo particolarmente difficile una situazione già precaria.

Africa

Ostetriche

Oggi, l’UNICEF riporta come non siano rimaste che un pugno di ostetriche, in Maiduguri, che stanno facendo fronte a circa 250mila parti all’anno, con una mortalità di oltre 1500 neonati su 199 mila.
Le ostetriche, reclutate in tutta la Nigeria, lavorano su turni per quattro mesi con una settimana di riposo e molte spendono più tempo nell’andare e tornare dalle loro città, che per riposarsi.

Ma non è per questo che sono chiamate “The Flying Midwifes”, le ostetriche volanti. Piuttosto perché molti campi dei rifugiati si trovano in zone di guerra e sono quindi accessibili esclusivamente per via aerea. E se all’inizio di questa professione nessuna di esse aveva mai preso un aereo in tutta la vita, ora passano da un aereo ad un elicottero con la disinvoltura con cui in città si passa dalla metro al bus.

Il loro lavoro è eroico come quello delle loro colleghe britanniche di inizio 900, che continuarono a fare il loro dovere anche sotto le bombe naziste.

ostetrica

Boko Haram

Infatti, Boko Haram, nonostante gli sforzi del governo nigeriano, minaccia tuttora la stabilità della regione e ancora nei primi mesi del 2019, il campo di Rann è stato evacuato e decine di migliaia di rifugiati hanno raggiunto il vicino Cameroun, dopo che la clinica dell’UNICEF del campo era stata incendiata e rasa al suolo.
Lo scorso anno due volontari e un medico sono stati vittime di un attacco terroristico che uccise 11 persone; ancora nel 2018 due infermiere furono rapite e successivamente uccise dai terroristi.

Intervistata dal TIME, Dauda, una delle ostetriche volanti di 28 anni in servizio presso la clinica di Ngala, nonostante queste terribili notizie ha detto che non intende abbandonare il suo lavoro: “Se non ci fossimo più noi qui cosa accadrebbe alle donne incinte? E ai neonati? Senza il nostro aiuto sarebbe persino peggio che con Boko Haram”.

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