A colazione con Samuel Romano


Coccola golosa, dolce pausa tra la calma della notte e la frenesia del giorno: la colazione, secondo me. Il momento migliore per due chiacchiere rilassate con Samuel Romano.

Tutti lo conoscono come il cantante dei Subsonica, il front man dei Motel Connection e per essere stato, nel 2019, uno dei giudici di X Factor Italia. Samuel Romano, però, ogni tanto fa un’incursione nel mondo della scrittura più tradizionale regalandoci libri del calibro di “Elettricavita” (del 2012) e “Come respirare”, che Mondadori ha dato alle stampe nel febbraio di quest’anno. Timido e “sabaudamente” riservato, Samuel è considerato la voce più elettronica d’Italia ma ancora oggi, dopo una vita passata tra i riff e la creazione di testi di successo, si interroga su cosa significhi fare il musicista e sull’importanza di mantenere uno sguardo sul mondo ingenuo come quello di un bambino.

Perché hai preso un anno sabbatico dalla tua musica?
Dopo anni nei quali scrivevo una canzone al giorno, ho sentito l’esigenza di una stasi creativa. Avevo bisogno di rivedere la mia biblioteca espressiva per capire meglio i nuovi linguaggi. All’alba dei 50 anni devo infatti pensare a dove sta andando la musica. Per me scrivere è terapeutico per curare un malessere esistenziale, ma avevo bisogno di fermarmi, anche se in realtà ho scritto un libro e mi sono dato alla televisione. Inoltre sto per aprire a Torino quello che chiamerò Golfo mistico: uno studio musicale multi creativo dove saranno incluse anche altre forme espressive tra le quali il cibo.

Come mai Golfo mistico?
Si chiama così lo spazio riservato all’orchestra che suona dal vivo. Fu ideato da Wagner per migliorare l’acustica delle sue opere a teatro. Mi sembra perfetto per il mio progetto.

“Come respirare” è il tuo ultimo libro. Cosa contiene?
Sono brevi lezioni di musica che ho scritto a quattro mani con il giornalista e amico Mauro Garofalo nel quale parlo di quegli aspetti che hanno migliorato la mia vita. Racconto anche la differenza tra la musica parlata, cioè quella di oggi, e la musica suonata che è quella che appartiene alla mia generazione.

X Factor Italia: qualcosa da dichiarare?
La TV in qualche modo mi ha rapito. Mi ha incuriosito il meccanismo che c’è alla base: la televisione usa la musica per creare contenuti, ma il contenuto finale è la televisione stessa. X Factor è stata un’esperienza umana importante che
ho condiviso con i ragazzi. Avevo anche paura che chi mi segue sul palco non mi apprezzasse, invece sono rimasto me stesso ed è andata bene.

 

 

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