Il drive-in è un luogo pubblico, come un cinema o un teatro oppure un ristorante dove si può ricevere il servizio rimanendo seduti in automobile.
Il primo ad avere l’idea, fu il ristorante Kirby’s Pig Stand che aprì a Dallas nel
1921. A seguito del boom automobilistico il drive-in divenne, più avanti, uno dei simboli degli Stati Uniti degli anni ‘50, poiché offriva l’opportunità di godere della privacy all’interno della propria vettura ed era una formula vincente: costava poco entrarci per gli spettatori e costava poco costruirli per gli imprenditori, era sufficiente un pezzo di terreno, un po’ di cemento, delle casse e un proiettore.
In cambio il guadagno era assicurato. Non tanto grazie ai biglietti: a riempire le casse dei drive-in erano le vendite di Coca-Cola e pop-corn. Alcuni riferimenti ai drive-in si possono trovare nei vecchi film degli anni ‘80 come “Grease” e “American Graffiti” oppure nei telefilm come la serie cult “Happy Days”.
L’epidemia Covid-19 fa tornare di moda la formula “in auto” per assistere ad eventi. Infatti, già in molte città del mondo si stanno organizzando spettacoli di musica, cinema e teatro all’aperto, ma anche matrimoni, con gli invitati comodamente seduti nelle proprie macchine. In questo modo vengono rispettate le norme di sicurezza, evitando i contatti sociali e mantenendo la distanza minima di un metro tra le persone.
Ma non solo gli spettacoli si stanno orientando verso la rinascita del drive-in, con le chiese chiuse, anche le messe sono state spostate all’aperto con i fedeli seduti in auto che, come abbiamo visto ultimamente nella cittadina Châlons-en-Champagne a est di Parigi, possono ascoltare la predica direttamente dall’autoradio collegandosi all’emittente locale.
Il primo drive-in italiano è considerato il Metro di Casal Palocco a Roma, nato per attirare turisti e bagnanti di ritorno dalla vicina spiaggia del Lido di Ostia; quando fu inaugurato nel 1957 era il più grande d’Europa con uno schermo di 540 metri quadrati e fu attivo fino al 1986. In questi ultimi anni c’è stato in Italia un piccolo revival dei drive-in visti come alternative ai cinema tradizionali o agli ormai quasi estinti cinema all’aperto.
Il Coronavirus, però, ha cambiato tutto nelle abitudini che dovremo obbligatoriamente metabolizzare d’ora in avanti e i drive-in sembrano prestarsi meglio alle nuove necessità di distanziamento sociale. Chi l’avrebbe mai immaginato? In effetti in un momento storico come quello che stiamo vivendo il drive-in aiuterebbe tutta la filiera del cinema, teatro e spettacoli. Molte sono le città italiane che hanno già aderito al progetto come Torino, Milano, Firenze, Roma, Bologna,
Napoli, Verona, Catania, Genova, Bari, Cagliari, Lamezia Terme, Lido di Camaiore, Olbia, San Benedetto del Tronto e Palermo. Intanto in Florida c’è chi stava progettando, ancora prima della pandemia, un drive-in con 5 grandi schermi. Chissà se potremo godere anche noi di quest’opportunità nella prossima tribolata estate?