Slovenia: il polmone verde d’Europa


La Repubblica di Slovenia è uno stato sovrano giovane nonostante la sua storia affondi le origini già in epoca romana. Ma la sua esistenza indipendente è fissata al 25 giugno 1991, dopo un referendum che confermò la volontà popolare di uscire dalla Repubblica Socialista Federale di Jugoslavia nata dopo la Seconda Guerra Mondiale. Un atto che, per fortuna degli abitanti, non costò il coinvolgimento della regione nel lungo conflitto balcanico. Grande appena 20.273 km² (come la Puglia), la Slovenia ha un territorio prevalentemente montuoso-collinare e una varietà di paesaggi che l’hanno resa una meta interessante e ambita dai turisti amanti della natura e delle esperienze ecofriendly. L’impegno nel mantenere e promuovere questa peculiarità ha permesso alla Slovenia di forgiarsi del titolo, primo paese al mondo, di destinazione turistica verde che ha molto da offrire e permette al visitatore di crearsi una vacanza esperienziale personalizzata.

Uno scorcio del lago di Bled e sullo sfondo la catena delle Alpi Giulie

Bled, la bella
Tra le mete più famose (e le cartoline più conosciute) della Slovenia vi è senz’altro Bled con l’omonimo lago glaciale, al cui centro sorge un’isola naturale. Posizionato ai piedi delle Alpi Giulie, questo luogo gode di un clima temperato che richiama diverse tipologie di persone, dagli sportivi ai salutisti, dagli artisti agli esploratori, interessati alla sua bellezza rilassante, alle molte attività proposte dal luogo, alle sorgenti termali sul versante orientale del lago. Per godere della maestosità del paesaggio, i turisti sono soliti affacciarsi dalle mura dello scenografico castello dell’XI secolo. Inoltre, grazie al passaggio delle pletne, le imbarcazioni tradizionali, è possibile visitare la Chiesa dell’Assunzione di Maria situata sull’isola e, come i pellegrini devoti, ascendervi attraverso la sua ripida scalinata. In cima al campanile è posizionata la campana dei desideri: ai suoi rintocchi i fedeli affidano i propri desideri alla Vergine.

Le grotte di Postumia, le più visitate al mondo

Le grotte dei record
Le Grotte di Postumia sono le più visitate al mondo con più di 38 milioni di persone. Collocate nel complesso carsico sloveno, ad appena 40 minuti da Trieste, le Grotte di Postumia sono lunghe 24 chilometri, anche se le visite ne interessano solo una parte. È possibile accedervi prendendo un trenino costruito a metà ‘800 che corre su una linea ferroviaria sotterranea. Un modo senz’altro unico, e adatto anche a portatori di disabilità, per entrare nelle grandi sale e percorrere i corridoi, per ammirare le formazioni carsiche dalle forme più varie tra cui Il Grattacielo, una stalagmite alta 16 metri e simbolo delle grotte. La visita guidata dura un’ora e mezza, e se si è fortunati si possono vedere i protei, detti anche “cuccioli di drago”. In passato si credeva infatti che le grotte fossero abitate da un drago mentre, in realtà, si tratta proprio del proteo, ovvero un piccolo anfibio vertebrato che, in Europa, vive in queste grotte. Assomiglia a una lucertola ma si comporta da anguilla e si distingue per il color bianco-rosato. Da adulto raggiunge una lunghezza di massimo 30 centimetri e ha un’aspettativa di vita di circa un secolo. Le uova vengono deposte ogni decennio e si tratta, a ragione, di un evento epocale che entusiasma la comunità scientifica. In prossimità delle grotte si trova il Castello di Predjama. La sua particolarità è di essere il più grande maniero al mondo incastonato in una parete rocciosa alta oltre cento metri da cui domina tutta la zona. Attraverso un sistema di gallerie sotterranee (e un tempo segrete) il castello è collegato alle Grotte di Postumia. Nel XV secolo vi si rifugiò Erasmo di Predjana, suo proprietario e noto cavaliere-brigante che, grazie alla posizione del maniero, resistette all’assedio per oltre un anno.

Il Castello di Predjama, collegato alle grotte

I patrimoni dell’UNESCO:
Le Grotte di San Canziano
A siglare l’impegno sloveno come meta che tutela e promuove i monumenti naturali e culturali di valore eccezionale per l’umanità, l’UNESCO ha inserito nel suo prestigioso palmarès ben quattro ricchezze naturalistiche del paese. Le prime in ordine di tempo (nel 1986) sono le Grotte di San Canziano col più grande canyon fluviale sotterraneo d’Europa, le cui pareti raggiungono anche i 150 metri d’altezza. Il percorso si snoda per più chilometri e passa attraverso ponti mozzafiato, accanto a oltre 26 cascate vertiginose e a stalattiti alte fino a 15 metri. Un posto per gli amanti del brivido, ma anche per famiglie grazie ai sentieri didattici e alle piste ciclabili che si snodano nel parco regionale tutt’attorno.

Le palafitte alpine
Nel 2011 sono stati inseriti i siti palafitticoli preistorici dell’arco alpino, presenti anche in Svizzera, Austria, Germania, Francia e Italia. Sono considerati di grande valore perché permettono di comprendere lo svolgimento della vita nell’epoca neolitica e del bronzo, e per studiare le prime società agrarie della regione a cavallo delle Alpi. Il ritrovamento più importante di questi siti (ben 111 in totale) è la ruota in legno con asse, risalente a cinque millenni or sono! In Slovenia sono situati nella palude di Lubiana (Ljubljansko barje) dove sono stati ritrovati manufatti archeologici tra i più antichi.

I labirinti del mercurio

Miniere di mercurio
nella cittadina di Idrija

Anche le miniere di mercurio sono inserite tra i siti UNESCO nel 2012. Il patrimonio del metallo liquido, condiviso con la Spagna, si trova nella cittadina di Idrija dove fu scoperto nel 1490. Dopo la chiusura della miniera, il luogo è stato trasformato in un’attrazione turistica molto apprezzata. Il pozzo d’ingresso (Antoniev rov) risale proprio a quell’epoca ed è uno dei più antichi imbocchi minerari europei. Oggi è usato per le visite ai livelli superiori della miniera dove sono illustrati i vecchi metodi di estrazione, le condizioni di vita dei minatori e delle loro famiglie, oltre a manichini a dimensione naturale dei lavoratori per rendere tutto più realistico. I livelli inferiori raggiungono una profondità di circa 400 metri e nel sottosuolo del paese si estendevano più di un centinaio di chilometri di gallerie e labirinti oggi non più sfruttati.

I faggi millenari
Le antiche faggete primordiali sono patrimonio dell’UNESCO dal 2017. Diffuse in più parti d’Europa, il titolo è condiviso con altri diciotto Stati a dimostrazione di come esista un’unità geografica oltre i confini territoriali. Dall’ultima era glaciale di 12.000 anni fa, il faggio europeo si è diffuso grazie alle caratteristiche di adattabilità della pianta a diverse condizioni climatiche, geografiche e fisiche. In Slovenia si trovano sia nella foresta vergine di Krokar che a Snežnik-Ždrolce.

Saline di Pirano

Il sale di Pirano
Restando sempre in tema di minerali, le saline di Pirano sono un’attrazione della costa mediterranea. Ancora oggi si produce sia il sale normale che il pregiato fior di sale, una varietà raccolta in un periodo molto limitato di tempo, solo nelle prime ore del mattino di giorni senza vento e umidità. Le saline di Pirano furono create nell’804 e oggi comprendono in un unico parco paesaggistico anche quelle di Strugnano, con la scogliera sul mare, e di Sicciole. Oltre alla raccolta del sale, l’acqua e il fango salini venivano usati sin dai tempi più remoti per bagni e impacchi terapeutici: non mancano infatti i centri di talassoterapia per gli amanti del benessere. Pirano è cresciuta sul sale, che ne ha fatto la fortuna. Per onorare il cristallo marino ogni anno, ad agosto, viene organizzata la Festa dei Salinai per far rivivere l’epoca in cui le famiglie dei lavoratori ritornavano dalle saline dopo l’ultimo raccolto. L’evento principale si svolge in Piazza Tartini, nel centro storico di origine medievale. Nata come città portuale, Pirano conserva ancora i resti della cinta muraria che protegge le strette vie con le case una a ridosso dell’altra, distese dall’altura della chiesa alla piazza centrale. Senza dubbio si tratta di uno dei centri più pittoreschi e fotogenici della costa adriatica.

Lubiana a misura d’uomo e di cultura
Passando da una città all’altra, non si può trascurare Lubiana che è stata inserita tra i patrimoni culturali dell’UNESCO nel 2021 (il quinto sito sloveno) per la progettazione urbana a misura d’uomo attuata da Jože Plečnik. L’architetto locale, vissuto a cavallo tra ‘800 e ‘900, ha lasciato un forte segno nella capitale, tanto da renderla immediatamente riconoscibile. Tra le opere vi sono le strutture architettoniche sull’asse dell’acqua e della terraferma come le rive del fiume Ljubljanica, da Trnovski pristan a Zapornice. Qui si trovano il mercato principale e il Tromostovje, il triplice ponte, oltre alla Biblioteca nazionale e il teatro estivo di Križanke. Lubiana si inserisce inoltre tra le città della letteratura dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Educazione, la Scienza e la Cultura. È considerata un centro di creazione letteraria per la ragguardevole pubblicazione di libri ogni anno e per la vasta rete di biblioteche con oltre 500.000 persone associate. Già capitale mondiale del libro nel 2010, è stata la prima sede del World Book Summit, dove fu adottata la Risoluzione di Lubiana atta a sottolineare l’importanza dei libri come motore chiave dello sviluppo sostenibile e della diversità culturale. Un impegno che è diventato un manifesto.

 

 

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