Pechino: Beijing la città della storia


Pechino rappresenta la meraviglia per chi la visita la prima volta perché l’immagine della Cina attuale, sempre operosa e collettivistica ma lanciata nel futuro, la colloca in una dimensione difficile da inquadrare. Capitale dello stato asiatico da circa 800 anni, Pechino ha seguito le evoluzioni del paese, da città imperiale del passato a città imperialista del presente.

Archiviati i fatti di Piazza Tiān’ānmén accorsi trent’anni or sono, nell’ultimo ventennio Beijing (ovvero Pechino) ha subito una grande trasformazione. Grattacieli scintillanti, centri commerciali, ampi viali molto trafficati sono il suo nuovo volto. Nonostante la cappa d’inquinamento che rende torbide le afose giornate estive, è una città ordinata e pulita, con i suoi oltre 21 milioni di abitanti distribuiti su una superficie di quasi 17.000 kmq.

Cosa vedere a Pechino

Il prezzo della modernità è purtroppo la perdita del patrimonio architettonico. Per far spazio ai grandi complessi residenziali e amministrativi, larga parte degli storici hútòng centrali (i cortili-quartieri) sono stati demoliti. Per visitare gli ultimi sopravvissuti bisogna recarsi nei vicoli a nord della Città Proibita. A piedi o in bicicletta si entra in un mondo antico, decadente e curato, di basse case a corte che raccontano anche uno stile di vita molto diverso dall’attuale. Per assaporarne l’atmosfera bisogna addentrarsi ed esplorare, con la consapevolezza che una grande arteria di traffico scorre sempre poco lontana.

Se si hanno pochi giorni per visitare Beijing è necessario fare delle scelte. La sola città ospita 6 dei 52 monumenti nazionali cinesi patrimonio dell’Unesco.

Cosa vedere a pechino

Piazza Tienanmen

Alcuni siti sono imprescindibili e la visita inizia proprio da quella piazza che nel giugno 1989 entrò nelle nostre case attraverso le immagini della contestazione studentesco-operaia e, in particolare, quella di un unico uomo sconosciuto che ostacolò il passaggio di una colonna di carri armati.

Piazza Tiān’ānmén misura 440.000 mq ed è la piazza pubblica più grande al mondo. Su di essa si affacciano austeri edifici governativi degli anni ’50 e di fatto è una distesa di cemento priva di alberi e ripari. Essendo recintata, l’accesso è controllato da militari. Una volta nel mezzo, fermarsi e guardarsi attorno regalano un colpo d’occhio di imponenza e maestosità, tratti conduttori che caratterizzano e assimilano l’antico Impero Celeste e la presente Repubblica Popolare.

Degli edifici presenti è interessante soffermarsi su due in particolare: il Mausoleo del Presidente Mao, costruito proprio al centro, e la Porta della Pace Celeste su cui campeggia l’immagine di Mao ed è la via d’accesso alla Città Proibita.

Piazza Tienanmen
La famosa statua evocativa in Piazza Tiān’ānmén.

Mausoleo di Mao Tse-tung

Accedere al mausoleo ove è custodito il corpo imbalsamato di Mao Zédōng richiede qualche accortezza in più. Ogni borsa o zaino, macchine fotografiche e cellulari vanno lasciati in deposito prima dell’ingresso; si passa quindi attraverso dei metal detector e una perquisizione piuttosto rude da parte di militari. Solo dopo si viene introdotti in fila indiana e col capo scoperto dentro una costruzione di architettura sovietica edificata a seguito della morte del leader cinese (avvenuta nel 1976).

Nonostante la rigidità delle linee, l’edificio mostra una certa opulenza retrò.
Sotto l’occhio vigile e severo della polizia, mantenendo una distanza di diversi metri, il pubblico sfila accanto alla teca dove sono custodite le spoglie mortali del Grande Timoniere. Non è possibile fermarsi e il passaggio, nel più religioso e ossequioso silenzio, si svolge in appena pochi minuti.

La Porta della Pace Celeste, a nord di Piazza Tiān’ānmén, è un vero simbolo nazionale che evoca sempre un messaggio forte. Costruita nel XV secolo, in passato era la porta più grande delle mura della Città Imperiale e da qui Mao annunciò nel 1949 la nascita della Repubblica Popolare Cinese.

la città proibita
L’ingresso alla Città Proibita con, al centro, Il Palazzo dell’Armonia Suprema.

La città Proibita

Tuttora è il palco da cui le autorità assistono alle parate militari e per milioni di visitatori ogni anno è la via d’ingresso alla Città Proibita. L’accesso a questo sito è regolato da fasce orarie e il biglietto va acquistato in anticipo perché gli ingressi sono limitati a 80.000 al giorno.
Dopo gli immancabili controlli ai documenti e borse passate sotto i metal detector, muovendosi nella umana di visitatori stranieri e locali, si accede al complesso palaziale più grande al mondo e meglio conservato di tutta la Cina. Oltre a gallerie, padiglioni e palazzi originali laccati di rosso, ciò che rende speciale questo luogo è che per secoli sia stato isolato rispetto al vivere quotidiano del resto del Paese.

La sua inviolabilità durò 500 anni e venne interrotta solo con la deposizione dell’ultimo imperatore agli inizi del Novecento. Al netto dell’umanità in visita che si ammassa e si accalca, vocifera e scatta selfie, a giocare con la fantasia e ritrovando nella memoria i fotogrammi della celebre pellicola di Bertolucci, ecco che l’incanto di un tempo perduto si riproduce davanti agli occhi regalando al luogo una nuova ma antica atmosfera.

Muro 9 draghi
Il Muro dei Nove Draghi.

Patrimonio UNESCO

Dal 1987 l’intero complesso è divenuto Patrimonio dell’Unesco. Non tutti gli spazi sono visitabili col biglietto d’ingresso. Per alcune aree è necessario pagare un biglietto supplementare alle casse dislocate dentro il complesso.

La collezione degli orologi, nel Palazzo del Culto, è tra queste ed è una vera delizia assistere allo spettacolo delle ore 14, quando alcuni pezzi rintoccano e azionano i preziosi meccanismi.

Un’altra particolarità della cittadella è il Muro dei Nove Draghi. Si tratta di uno dei tre muri ricoperti da porcellana smaltata rimasti in tutta la Cina. Gli atri si trovano rispettivamente nel poco distante Parco Beihai e nella cittadina di Datong (provincia di Shanxi). È un bassorilievo altro 3,5 metri e lungo quasi 30, composto da 270 pezzi di maiolica.
Molto bello e ricco da vedere per la sua diversità da tutto il resto.

Zhengyang
Pechino: la porta Zhengyang Jianlou, in strada Qianmen.

Tempio del cielo

Un’altra meta del viaggio è il Parco del Tempio del Cielo, ottimo anche per trovare ristoro dal traffico intenso e caotico.
Nato come luogo di cerimonie religiose imperiali per invocare il favore e il perdono degli dei, nonché un buon raccolto, il Tempio della Preghiera per un Buon Raccolto e gli altri templi presenti nel complesso sono delle pagode con un altare. Ciò che rende straordinario il luogo è il grande parco murato di 267 ettari tutt’attorno. Qui si trovano applicati i princìpi del confucianesimo, di ordine e simmetria per una ricerca suprema di armonia. Benché possa sembrare ripetitivo, passeggiare nei viali alberati permette di ritemprarsi nelle calde e afose giornate pechinesi, e di applicarsi a qualche pratica sportiva outdoor.

Pechino tempio dei lama

Per chi volesse invece dedicarsi alla preghiera buddhista, o quanti intendessero visitare un tempio nell’esercizio delle sue funzioni, il consiglio è di recarsi al Tempio del Lama. È il più famoso tempio di questo credo religioso al di fuori del Tibet e, tra nuvole di incenso, si può accedere agli edifici in origine residenza imperiale.
Ci sono sei templi collocati in sequenza, ciascuno con le proprie caratteristiche ma contenente diverse effigi del Buddha, a cui vengono portati in dono della frutta e soldi, e i devoti si prostrano ai piedi.

tetti di Pechino
I caratteristici tetti gialli delle zone più vecchie della città di Beijing.

Palazzo d’estate

Ormai inglobato nel tessuto urbano di Beijing, il Palazzo d’Estate era la tenuta fuori città, dove gli imperatori trascorrevano la stagione calda per sfuggire alla canicola. Il complesso è stato realizzato in più fasi ed è dominato dalla Collina della Longevità alta 60 metri e dal lago Kunming. Si estende su di una superficie di quasi 3 kmq, dei quali il 75% è rappresentato da acqua. Tra gli edifici si trovano una notevole varietà di palazzi, templi, padiglioni, ponti e passaggi coperti nei giardini. La visita, estesa anche al Vecchio Palazzo d’Estate pressoché in rovina, può durare un’intera giornata, tra passeggiate, gite in pedalò e battelli, come dei veri abitanti di Pechino.

Muraglia cinese

Una meta per l’escursione in giornata da Beijing è la Grande Muraglia.
Risalente a oltre 2000 anni or sono, si stima che abbia raggiunto la lunghezza di 8851 km unitari. Nonostante la funzione difensiva, la sua bellezza sta nell’armonia col paesaggio perché ne segue l’andamento montuoso e si snoda all’orizzonte sino a perdita d’occhio.

Muraglia cinese

Molti tratti sono andati perduti, mentre altri sono stati ricostruiti e vengono presi quotidianamente d’assalto da centinaia di migliaia di visitatori. È il caso di Bādálin, raggiungibile con i mezzi pubblici e col treno da Beijing. Qui il flusso è talmente alto che diventa impossibile muovere passo e ha spinto le autorità a inserire il numero chiuso di 65.000 visitatori al giorno. È consigliabile perciò a darsi a un tour locale e dirigersi verso i tratti della muraglia più lontani dove il numero di persone si riduce in modo notevole ed è esaltante l’esperienza di camminare su cotanta opera di ingegneria umana.

Nell’affrontare la visita bisogna tener conto che i dislivelli riguardano anche brevi tratti e possono risultare ardui. Scalare i ripidi tratti in salita sotto il sole può infatti creare alcuni problemi di affaticamento, ma con la giusta lena, un passo alla volta, respirando lo splendore, la gioia di trovarsi in un luogo unico supererà di gran lunga la fatica e ne resterà un magico ricordo

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