“Quando il Natale arriva, arriva” recitava Renato Pozzetto nello spot televisivo di un panettone. Ed è la verità: Natale è inarrestabile ed è il tempo delle tradizioni, dell’albero addobbato e dei regali, delle pietanze gustose con cui viene imbandita la tavola. È una festa che riunisce famiglie e amici, e seppur sia cambiata tra modernità, ritmi più veloci e pandemia in corso, ha sempre il potere di condurci indietro nel tempo, all’infanzia e alle tombolate, a quelle spruzzate di cotone con cui si riproduceva la neve sul presepe. La sua potenza sta anche nell’atmosfera delle settimane antecedenti il 25 dicembre, con le lucine a illuminare il buio invernale, le canzoncine in sottofondo, un clima di gioia e letizia che si propaga nell’aria. La liturgia natalizia è comune in tutta Europa, ma ogni paese ha qualche particolarità nel festeggiarlo e nel trascorrere i giorni di festa: piccole caratteristiche che si differenziano, come quelle di cui sto per raccontarvi.
PORTOGALLO
Il cenone della vigilia di Natale in Portogallo è molto abbondante e, quando si esce per la messa di mezzanotte, il tavolo resta apparecchiato anche se si è finito di mangiare. La credenza vuole infatti che i cari defunti vengano a fare visita e banchettino con i saporiti avanzi. La cerimonia della Santa notte è chiamata la Messa del Gallo perché, si dice, fu questo animale ad annunciare per primo la nascita di Gesù col suo canto. Più dell’albero addobbato, forte è la tradizione del presepe: ogni abitazione vi riserva un angolo più o meno grande per il suo allestimento ed è il Bambinello a portare i regali.
SPAGNA
La lotteria di Natale segna l’inizio alle giornate di festa. Viene trasmessa alla televisione la mattina del 22 dicembre ed è molto seguita perché il primo premio, detto El Gordo, è talmente alto da rendere questa estrazione la più ricca al mondo. Dopo i consueti festeggiamenti in famiglia, il 28 dicembre è dedicato agli scherzi. È usanza appendere degli omini di carta alla schiena di amici inconsapevoli e addirittura al telegiornale viene data una notizia falsa. Questo è il giorno dei Santi Innocenti e in un modo fuori dagli schemi viene così ricordata la strage ordinata da Erode. Tra le usanze che si incontrano nella penisola iberica vi è anche quella di mangiare dodici acini di uva entro i rintocchi della mezzanotte del nuovo anno: considerato un auspicio di prosperità e fortuna, pare che la tradizione sia nata da un’eccedenza di uva a inizio ‘900. A conclusione dei giorni di festa, il 5 gennaio per le vie delle cittadine si svolge la Cabalgata, ovvero la sfilata dei Re Magi: dai carri allegorici lanciano dolci e caramelle, oltre a portare i regali che – in origine – venivano scambiati proprio il giorno dell’Epifania.
FRANCIA
Anche in Francia il presepe ha un particolare rilievo ed è preparato secondo lo spirito illuministico. Le statuine rappresentano infatti personaggi della vita cittadina come il Sindaco, il Parroco, la Maestra, e ciascuno tiene in mano uno strumento a indicare l’attività oppure la professione svolta. L’usanza del presepe così composto è talmente viva che a Marsiglia si svolge la Fiera dei Santoun, una grande mostra artigianale. Sempre nel sud della Francia la nascita di Gesù è messa in scena con uno spettacolo di marionette che mescola personaggi della natività con quelli locali. Perché la tradizione vuole sempre una declinazione autoctona della ricorrenza. Basti pensare che Babbo Natale e il Bambin Gesù hanno un assistente: Père Fouettard, il cui compito è ricordare a chi porta i doni il comportamento di ogni bimbo durante l’anno.
REGNO UNITO
In UK è usanza accendere un ceppo di legna nel camino il giorno della vigilia e lasciarlo ardere il più possibile, conservandone però un pezzo per l’anno successivo come auspicio di buona fortuna. Tra le usanze del giorno
di Natale vi è il Christmas Cracker. Si tratta di un tubo di cartone avvolto in carta natalizia e dalla forma di una grossa caramella: tirando le estremità il pacco si rompe con uno scoppiettio e riversa dolcetti, coriandoli e una piccola sorpresa. Il 26 dicembre, smaltito il pranzo di Natale, vi è l’avvio dei saldi: una giornata sempre molto attesa. Ma è anche il Boxing Day, il giorno in cui si scambiano i regali tra amici e conoscenti.
IRLANDA
Nella cattolica Irlanda è usanza porre delle candele accese alle finestre come segno di disponibilità a ospitare la Sacra Famiglia, ma anche a simboleggiare il ritorno della luce. Il giorno di Natale inizia con un tuffo nelle acque ghiacciate del mare: è una tradizione viva in tutto il paese, con scopo benefico, che coinvolge decine di veri audaci. Da ricordare è il Wren Day, ossia il giorno dello scricciolo, celebrato il 26 dicembre. Nel passato era una processione a cui partecipano i giovani del villaggio, vestiti con abiti lisi e col volto annerito dalla fuliggine che, armati di bastoni, andavano nei boschi a caccia del piccolo uccello. Chi per primo riusciva a colpirlo diventava l’eroe del momento e ne portava per il paese il corpo legato a un agrifoglio, fino a seppellirlo nel cimitero. L’usanza affonda le radici nella tradizione celtica perché lo scricciolo era considerato il figlio della luce trionfante e donarne il sangue nei giorni più bui dell’anno serviva per ottenere favori e fortuna. Oggi lo scricciolo non viene più ucciso e la manifestazione è solo simbolica; si tiene per lo più sulla penisola di Digle dove al ramo di agrifoglio è appesa un’effige del pennuto e durante la sfilata si raccolgono soldi da devolvere in beneficenza. Una particolarità dell’Irlanda è il Natale delle Donne, festeggiato il 6 gennaio. In quella data le donne escono tra di loro mentre i mariti si dedicano a disfare le decorazioni natalizie.
GERMANIA
In Germania le celebrazioni del Natale iniziano il 6 dicembre, giorno di San Nicola. La tradizione prevedeva che i bambini lasciassero le scarpe fuori dalla porta perché il Santo vi mettesse dentro dei dolci (in quelle dei più buoni) o dei ramoscelli di legno (in quelle dei più birichini). Oggi le scarpe sull’uscio sono state sostituite dalle calze appese in casa o da scarpette realizzate apposta, ma lo spirito è immutato così come l’attesa dei più piccini. Inoltre, quattro settimane prima del 25 dicembre viene realizzata una Corona dell’Avvento, con rami di abete o pino e quattro candele colorate (meglio se viola) a simboleggiare: pace, amore, gioia e speranza. Ogni domenica viene accesa una candela, si cantano canzoni natalizie e si mangiano i tipici biscotti speziati, i Lebkuchen.
KRAMPUS
Una tradizione transnazionale è la processione per le vie delle cittadine dei Krampus, demoni dalle sembianze di caproni, nella notte di San Nicola (tra il 5 e il 6 gennaio). La tradizione risale a oltre 500 anni fa e vuole che il demonio sconfitto dal Santo fosse costretto a servirlo. La sfilata inizia con San Nicola su un carro che distribuisce dolcetti ai bambini più diligenti mentre elargisce rimbrotti ai più discoli. Dopo il tramonto il Santo lascia il posto ai Krampus, creature violente e feroci, che spintonano il pubblico e non risparmiano frustate alle gambe. Queste manifestazioni hanno luogo in Austria,
Germania meridionale, Slovacchia e Repubblica Ceca, Slovenia e Croazia, Trentino Alto Adige e in alcune parti del Friuli Venezia Giulia, Ungheria.
OLANDA
Anche nel paese dei tulipani viene celebrato San Nicola. Sinterklaas è un vescovo gentile, alto e abbigliato di rosso con la mitra vescovile in testa. Nella notte tra il 5 e il 6 dicembre egli porta i doni; viene atteso bevendo cioccolata calda e gustando una torta a forma di prima lettera del nome di famiglia.
DANIMARCA
Tradizione danese è la candela-calendario, semplice oppure decorata, il cui tratto caratteristico sono ventiquattro tacche a scandire i giorni mancanti al Natale. Viene infatti accesa ogni mattina a colazione, a partire dal 1° dicembre, ed è compito dei bambini spegnerla in tempo soffiandoci sopra. Un’altra tradizione della Danimarca sono i francobolli a tema natalizio, emessi per la prima volta nel 1904 su idea del poi Direttore delle Poste. Disegnati ogni anno da artisti diversi, sono venduti solo in questo periodo dell’anno per accompagnare biglietti e cartoline augurali. L’incasso è devoluto in beneficenza, come vuole il vero spirito natalizio.
NORVEGIA
Il paese dei fiordi mantiene vive alcune tradizioni pagane legata alla notte di Natale. Da una parte vengono nascoste le scope per impedire ai troll di fare dispetti e scherzi; dall’altra, nelle vie dei paesi e delle cittadine si aggira Julebukk, un paesano con indosso un mantello di pelliccia e una maschera di capra a renderlo irriconoscibile. Vaga egli di casa in casa intonando canti natalizi in cambio di dolcetti.
ISLANDA
Lo Jólabókaflód è la vera tradizione natalizia islandese, iniziata nel 1944. Consiste nel regalare libri e cominciare subito a leggere quelli ricevuti, trascorrendo così le festività e le lunghe giornate buie. Il nome significa “inondazione natalizia di libri” e segue la Fiera del libro di Reykjavik di novembre. Le famiglie ricevono nella cassetta delle lettere il catalogo dei nuovi titoli, così da ordinare cosa intendono regalare e indicare quali desiderano ricevere. L’origine dell’usanza ha motivi economici: quando l’Islanda ottenne l’indipendenza dalla Danimarca, i libri furono tra i pochi beni non razionati, divenendo un dono di rilievo e facendo nascere un’abitudine ora radicata.
SVEZIA
La Svezia apre i festeggiamenti il 13 dicembre nella notte di Santa Lucia, ritenuta erroneamente la più corta dell’anno. Secondo la tradizione pagana, Lucia è portatrice di luce e in un paese dove l’inverno è caratterizzato da una lunga oscurità, la sua celebrazione è molto partecipata. Tanto che le primogenite si vestono da Sposa Lucia, indossando una veste bianca con una cinta rossa, e la testa è cinta da una coroncina di ramoscelli di mirtillo intrecciati per sorreggere delle candeline accese. Circondata da altre giovani vestite di bianco come delle vere ancelle, la ragazza sfila per le strade in segno di ringraziamento e devozione verso la Santa di origini siciliane.
FINLANDIA
Una vera tradizione finlandese è la sauna che il 24 dicembre è usanza fare in famiglia, dedicandovi del tempo per stare insieme. Un altro momento importante della vigilia è la visita al cimitero: sulle tombe vengono deposte delle piccole candele sicché anche i defunti, in modo simbolico, possano festeggiare il Natale. Gli eventi più attesi della vigilia sono due: la Dichiarazione Natalizia di Pace e l’arrivo di Babbo Natale. La Dichiarazione è una pratica di origine medievale: viene pronunciata a Turku, l’antica capitale, ed è trasmessa in televisione. L’arrivo di Babbo Natale invece è il momento più speciale per i bambini. Del resto la Finlandia è patria di Santa Claus e la storia vuole che egli abiti con gli operosi elfi, la renna Rudolph e Mamma Claus nella Korvatunturi, ovvero la montagna fantastica sita in un luogo segreto dotata di tre orecchie per ascoltare i desideri dei bimbi del mondo. Da un punto di vista turistico la casa di Santa Claus si trova a Rovaniemi, in Lapponia, dove è possibile visitare il suo ufficio, partecipare a giochi e spedire agli amici delle lettere col timbro postale più natalizio che si possa desiderare.
POLONIA
I veri festeggiamenti iniziano il 24 dicembre quando nel cielo compare la prima stella, in riferimento alla cometa che indicò il cammino ai Re Magi. Solo allora i commensali siedono a tavola e godono dei piatti e della compagnia. Nelle campagne viene perpetuata un’antica tradizione, la Kolędnicy. Un gruppo di persone travestite da Magi, da angeli e da Erode va di casa in casa e propone di esibirsi con recite e canti in cambio di una ricompensa in denaro oppure di dolci se vi sono dei bambini.
UNGHERIA
In Ungheria l’albero di Natale viene addobbato con noci dorate, candele e fiocchi, oltre alle tipiche caramelle rivestite di carta colorata. Sono le Szaloncukor, delle praline di marzapane ricoperte di cioccolato con ripieno di ciliege al cognac, cocco o mandorle, frutta secca. Quando l’albero è pronto e i regali sono stati sistemati viene suonata una campanella: è il segnale che la festa può cominciare per la gioia dei bambini, nell’attesa della mezzanotte quando viene cantato l’inno nazionale.
GRECIA
Il Natale nella penisola ellenica è cristiano-ordosso e l’usanza è sempre stata di decorare dei modellini di barca a vela in legno per ribadire il profondo legame col mare. Oggi è stata soppiantata dall’albero di Natale, ma le imbarcazioni addobbate a festa sono ancora allestite nelle piazze delle città come ornamento e di notte si accendono di mille lucine. La tradizione vuole che il giorno della vigilia i bambini ricevano in regalo una sacca e un bastone con cui vanno casa per casa cantando le Kalanda, canzoni stagionali accompagnate da tamburi e triangoli. In cambio ricevono biscotti e frutta secca. Per l’apertura dei regali invece bisogna attendere Capodanno, giorno di San Basilio, mentre il 6 gennaio è una festa sentita perché simboleggia la rinascita della luce. Chiamata Ta Fota, si ispira al battesimo di Gesù nel Giordano. Una croce viene portata in processione nei pressi di un fiume, lago o mare, e vi viene gettata dentro al termine della messa. Un gruppo di audaci si tuffa per recuperarla e chi riesce nell’impresa ottiene una benedizione speciale per sé e i propri cari.