Lucio Dalla e il concerto perduto


L’eredità artistica lasciata dal cantautore bolognese è considerata una delle più ricche e importanti nel panorama musicale italiano. Oggi rivive grazie all’iniziativa che ripropone “DallAmeriCaruso”. Un progetto che parte da un film di inediti e da un album live imperdibili, dedicati al celebre concerto al Village Gate di New York del 1986. Unico inedito è la struggente Caruso, disco di platino e Targa Tenco come miglior canzone, brano che regala all’artista un successo straordinario. Nell’estate del 1986 Lucio Dalla, in compagnia di alcuni amici, sta attraversando il golfo di Sorrento con la sua barca. È già considerato uno dei giganti della musica italiana ed è di ritorno dal concerto al Village Gate di New York, dove con gli Stadio ha registrato un album live destinato a chiamarsi “Dall’America”.

Le cose, però, vanno diversamente.
All’album, infatti, manca ancora una canzone inedita, che tarda ad arrivare. Ed è proprio di ritorno dagli States, che nasce il brano Caruso. Così, il disco cambia nome e diventa “DallAmeriCaruso”, l’album più famoso di Dalla, un classico assoluto della canzone internazionale, capace di vendere, in varie lingue, più di 38 milioni di copie. Nato jazzista, Lucio Dalla si ritrova anni dopo a suonare nel tempio della musica jazz internazionale di New York. Un evento senza precedenti per lui, un evento che ora trova nuova vita grazie al film “DallAmeriCaruso. Il concerto perduto” diretto da Walter Veltroni e uscito al cinema a novembre, e grazie al doppio cd disponibile, prima in digitale, e dall’inizio del mese di dicembre anche negli store. Le immagini inserite nel film sono le riprese integrali del concerto al Village Gate, che erano andate quasi interamente perdute e che sono state ritrovate, restaurate e rimasterizzate. La proiezione in sala, in tre giorni, ha registrato un boom di pubblico e reazioni colme di affetto nei confronti di un grande artista del nostro tempo.

Oltre a far rivivere la musica di quella notte a New York, il docufilm racconta anche la nascita di Caruso, brano composto a Sorrento e pubblicato 37 anni fa, il 10 ottobre 1986, tra i più conosciuti e amati non solo della carriera di Dalla, ma dell’intera storia della musica italiana. Ritorna alla luce una storia d’amore a più strati: quella napoletana di Caruso e quella che lega Dalla a Napoli e Sorrento, terre che Lucio ha sempre sentito sue, ma anche all’America e al jazz. L’amore per la costiera amalfitana di Lucio ce l’aveva già raccontata, nel 2017, un altro grande artista, Ron, nell’intervista pubblicata sul nostro magazine e nella quale raccontava come era nato un altro capolavoro assoluto “Piazza Grande”, dedicato a un senzatetto che sarebbe realmente vissuto. L’evento al cinema è pensato per far rivivere agli spettatori l’emozione della musica di Lucio Dalla, sbarcato nella Grande Mela forte di un repertorio incredibile affiancato dalla sua
band, gli Stadio.

Un film da ascoltare e da cantare, che racconta il viaggio americano, per lui un punto d’arrivo e al tempo stesso l’occasione per una nuova ripartenza che lo porterà a scrivere uno dei suoi più grandi capolavori, Caruso appunto. Il brano è oggi considerato un classico della canzone italiana e napoletana e, nel corso degli anni, è stato interpretato da vari artisti internazionali, tra i quali Céline Dion, Julio Iglesias, Andrea Bocelli e Luciano Pavarotti. Ai tempi fu invece lo stesso Dalla a spiegare la genesi di Caruso, che si colloca in un giorno preciso, quello in cui la sua imbarcazione in panne tra Napoli e Sorrento viene rimorchiata a riva. Allora Dalla va a dormire all’Hotel Excelsior dove gli viene assegnata proprio la camera dove, nel 1921, aveva soggiornato Enrico Caruso.

Secondo la leggenda, il grande cantante, malato e alla fine della sua vita, in quell’hotel si era innamorato di una giovane cui insegnava musica. A Dalla lo racconta l’allora barista dell’albergo. Seduto al pianoforte che era stato suonato da Caruso, nell’hotel che era stato palcoscenico di quell’amore straziante (vero o leggendario che fosse), il “naufrago” Lucio Dalla compone un brano che tiene insieme la sua fantasia pop e la migliore melodia della tradizione napoletana e italiana. Nel film troviamo gli oggetti e i pensieri di quei giorni e li ripercorriamo in compagnia della cantautrice rock e attrice Angela Baraldi, che era a bordo del “catarro” quando avvenne il guasto, di Gaetano Curreri e Ricky Portera degli Stadio, dei proprietari dell’Hotel, dell’ex concierge, del critico musicale Gino Castaldo, del regista Ambrogio Lo Giudice, dell’autore televisivo Nicola Sisto e di Paolo Glisenti, spettatore – come hanno mostrato le immagini di repertorio – della serata del Village Gate. A completare il racconto, le immagini private e del tutto inedite di Lucio Dalla e l’interpretazione struggente del pianista Danilo Rea. Questo nuovo documentario arriva sulla scia del successo di “Fabrizio De André e PFM – Il concerto ritrovato”, dagli stessi creatori, sempre diretto da Veltroni. Dal concerto americano è stato poi estratto il doppio album dal vivo “DallAmeriCaruso – Live at Village Gate, New York 23/03/1986”, che contiene ben 15 brani e anche tre testi scritti da Walter Veltroni, Ambrogio Lo Giudice e Lorenzo Cazzaniga. La versione Dolby Atmos contiene anche il brano Caruso. Nella tracklist, fra gli altri, ci sono brani diventati veri e propri cult generazionali come “Se io fossi un angelo”, “Cara” e “Balla balla ballerino”, e successi senza tempo come “L’anno che verrà” e “4/3/1943”. Anche se ora Lucio Dalla è “molto lontano”, questa iniziativa ci regala un buon motivo per scrivere ancora di lui, come di un caro amico, anche solo così, per distrarci un po’.

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