A cura del Dott. Cesare Furbatto: Titolare dell’omonimo studio immobiliare torinese, collabora con la nostra rivista per dare la possibilità ai lettori di avere risposte esaustive alle domande inerenti il settore casa.
Buongiorno, per quanto riguarda la riforma del Catasto ho sentito pareri contrastanti. Si preannuncia un nuovo salasso per i proprietari di casa? Come stanno realmente le cose?
Roberta
Gentile signora, ha ragione: questa riforma ha alimentato un dibattito. Per avere un chiarimento in più, la rimando ad alcuni passaggi dell’articolo redatto apposita mente sul nostro blog www.furbatto.it dal notaio Mattia Chiara di Torino su questo tema. Il Consiglio dei Ministri ha approvato lo scorso 5 ottobre 2021 il disegno di legge delega per la revisione del sistema fiscale, di cui si attende nel momento in cui scriviamo il testo definitivo. Il primo obiettivo è modernizzare gli strumenti di mappatura degli immobili al fine di individuare gli immobili non accatastati del tutto o accatastati non correttamente nonché quelli abusivi. In secondo luogo, si intende integrare le informazioni presenti nel Catasto dei fabbricati a decorrere dal 1° gennaio 2026. Per ciascuna unità immobiliare dovrà essere indicato, oltre alla rendita catastale, il valore patrimoniale e la rendita secondo i valori normali di mercato. Il ddl precisa che l’integrazione delle informazioni non potrà essere uti lizzata per la determinazione della base imponibile dei tributi e per finalità fiscali. È altrettanto vero che – seppure si persegua una finalità di trasparenza e le nuove indicazioni non potranno essere utilizzate per motivi fiscali – l’introduzione nel Catasto dei Fabbricati dei valori di mercato delle unità immobiliari urbane potrebbe, dal 1° gennaio 2026, incidere direttamente o indirettamente sull’applicazione delle tasse e delle imposte connesse.
*****************************************************************************************************************
Buongiorno, da alcuni amici ho sentito parlare di house sitting come di una forma molto vantaggiosa per dimorare in case anche di lusso senza spese. Mi piacerebbe saperne di più.
Anna
L’house sitting è una pratica frequente in America e nel nord Europa che, lentamente, sta prendendo piede anche qui in Italia. Vediamo di cosa si tratta.
“Ti presto la mia casa”.
Ecco il concetto che sta alla base dell’house sitting. Al centro vi è il rapporto di scambio tra proprietario di casa e l’ospite. Il primo cede per un periodo prestabilito la propria abitazione al secondo: quest’ultimo in cambio si farà carico di tutte le incombenze domestiche (dalla pulizia al ritiro della posta, alla manutenzione del giardino, alla cura di cani e gatti). I vantaggi sono reciproci: chi cede la casa ha la sicurezza di non lasciarla incustodita durante la sua assenza, chi la prende in prestito è consapevole di non pagare alcun affitto a patto di garantire una serie di servizi. L’house sitting è la scelta di persone che si devono spostare spesso per lavoro: il focus target è rappresentato dai trenta-quarantenni, in particolare i nomadi digitali cioè i professionisti del web che si portano l’ufficio dentro lo zaino e girano tutto il mondo. Non manca, tuttavia, chi si rivolge al l’house sitting per trovare la casa delle proprie vacanze. Basta fare un giro in rete e consultare i siti dedicati all’argomento anche per quanto riguarda norme contrattuali e coperture assicurative. Tra questi consigliano: www.trustedhousesitters.com e www.nomador.com.