Le parole fanno la differenza


Ognuno di noi parla seguendo il proprio stile comunicativo, eppure, quando ci rivolgiamo ad altri, sarebbe più opportuno tenere in considerazione la figura con la quale ci confrontiamo per andarle incontro, avvicinandoci al suo modo di comunicare senza avere la pretesa che avvenga il contrario. È una gentilezza che si affina con l’ascolto, poiché più ascoltiamo, meglio comprendiamo il nostro interlocutore. Le parole fanno la differenza e il linguaggio paraverbale ne rafforza il significato. Accade anche il contrario, quando vi è incongruenza tra ciò che viene detto verbalmente e il modo in cui viene espresso con il tono di voce e con il linguaggio del corpo. Nelle comunicazioni via mail suggerisco di porre attenzione a usare un linguaggio consono a ciò che vogliamo esprimere, tenendo in considerazione se la relazione con il destinatario sia simmetrica o complementare e ricordando che, in entrambi i casi, la gentilezza nei modi genera una comunicazione efficace. D’altronde, in ogni comunicazione c’è un aspetto legato al compito e uno alla relazione. Ciò che desideriamo esprimere è importante sia comunicato con atteggiamento assertivo, soprattutto quando inviamo mail professionali. Purtroppo, alcune persone cambiano i modi quando temono l’autorità del destinatario e si pongono in atteggiamento reverenziale, senza rendersene conto, scusandosi, spesso, senza motivo. Mi trovo frequentemente a esaminare insieme ai miei clienti il loro modo di scrivere: la rilettura e la reinterpretazione di mail rileva l’utilizzo di toni inappropriati e termini che confermano una scarsa assertività. Si passa da atteggiamenti aggressivi ad atteggiamenti passivi, dal fraintendimento alla permalosità. Ci sono ampi margini di miglioramento se usiamo termini più consoni al contesto, rispettando sempre gli altri per essere a nostra volta rispettati. L’italiano è ricco di sinonimi che possono addolcire il senso di ciò che si vuole comunicare, ricordando che a nessuno piace subire imposizioni. Per rendere più fruibile il messaggio possiamo far uso di paradossi, similitudini, metafore, ossimori. La nostra lingua ci permette di usare il linguaggio figurato, che rafforza il valore di ciò che vogliamo esprimere e rende più facile la comprensione. Chi ha una buona dialettica e sa usare il potere delle parole è sicuramente avvantaggiato durante una riunione aziendale, ma non deve farne sfoggio prevaricando gli altri. Utilizzando le tecniche assertive si può ascoltare prestando attenzione allo stato emotivo dell’interlocutore, e non solo al contenuto formale del messaggio. La brava comunicatrice o il bravo comunicatore ascolta con interesse, sa parlare persuadendo gli altri senza manipolare, riesce a ottenere il plauso con seduzione. Sedurre deriva dal latino e significa “attrarre a sé”, raffigurando esplicitamente l’arte della comunicazione. Essere assertivi vuol dire far sentire gli altri legittimati ad esprimere la loro opinione, manifestare la propria senza essere evasivi, accettare il no, affrontare serenamente le divergenze. Chi sa comunicare bene considera positivamente la vulnerabilità che deriva da una comunicazione aperta e usa questa condizione per stabilire rapporti di reciproca fiducia. L’intelligenza umana si esprime attraverso un insieme di pensieri e azioni che sono la conseguenza di abilità comportamentali: la capacità di usare le parole giuste contestualizzandole, favorisce la comunicazione generativa e consente al messaggio di essere compreso nel suo significato e nel suo significante.

 

 

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