In Texas la nuova frontiera dell’estrazione di greggio che minaccia le sorti della Terra
Se guardiamo al bacino petrolifero di Permian, le innumerevoli fiamme dei pozzi petroliferi che bruciano giorno e notte, ci dicono che siamo arrivati al nuovo Eldorado americano, dove l’estrazione massiccia di petrolio e gas sta cambiando la faccia del Texas, degli Stati Uniti e forse del mondo.
Nel 2019, secondo il Dipartimento per l’Energia, la regione produrrà in media quasi 4 milioni di barili al giorno, circa un
terzo dell’intera produzione nazionale, abbastanza per far diventare gli Stati Uniti il più grande produttore di greggio al mondo, trasformando in pochi anni una nazione a lungo dipendente dalle importazioni, in un esportatore netto.Nonostante la riduzione del prezzo del petrolio, gli analisti prevedono che la produzione nella regione di Permian aumenti ancora nei prossimi anni, grazie alla riduzione dei costi dovuta all’impiego delle tecniche di fracking, che consistono nella fratturazione idraulica delle rocce per estrarre appunto petrolio e gas naturale.
In teoria, una minor dipendenza dall’Arabia Saudita, darebbe anche agli USA una maggiore possibilità di movimento in aree strategiche come quella medio-orientale; le importanti riserve di greggio che si stanno accumulando in patria giustificherebbero il cambiamento di atteggiamento statunitense nei confronti dell’Iran ed il coinvolgimento in guerre locali come quella in corso in Yemen.
Fracking
Nonostante il fracking fosse stato usato per la prima volta nel lontano 1947 e poi non più implementato, il suo impiego rischia oggi di estendersi a macchia d’olio (verrebbe a dire) in quanto meno caro e in grado di raggiungere giacimenti fino ad oggi inesplorati.
A questo proposito, un report della Federal Reserve Bank di Dallas, sottolinea come i nuovi pozzi di Permian stiano estraendo ad un costo di circa 50 dollari al barile, di molto inferiore agli 80 dollari che è quanto viene a costare l’estrazione in Arabia Saudita secondo il Fondo Monetario Internazionale.
In Europa il fracking è vietato dalla legge nella maggior parte dei paesi. Purtroppo, in molti stati come Polonia, Gran Bretagna, Argentina, Ucraina, Cina e Brasile sono stati avviati degli studi per testare e utilizzare la tecnica nonostante il forte rischio ambientale che questa comporta.
Impatto ambientale
In effetti non è facile rendersi conto dell’impatto di queste tecniche sull’ambiente in cui viviamo, perché non è immediatamente visibile. Se una grande petroliera sversa in mare milioni di litri di greggio, il mondo
intero si indigna e si mobilita.
Per capire invece cosa implica una tecnica di estrazione come quella adottata in Texas, occorre analizzare le ramificazioni
che questa produce nell’ambiente circostante, a partire dai materiali impiegati per tenere aperte le fratture provocate nelle rocce, fino alla dispersione di sostanze potenzialmente nocive nell’acqua e nell’aria.
Innanzitutto il rilascio di metano, un gas responsabile di circa un quarto del riscaldamento globale mondiale così strenuamente negato dal Presidente Trump.
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Inchiesta del New York Times
Inoltre, un’inchiesta condotta nel 2011 dall’autorevole New York Times, ha rivelato che i livelli di radioattività presenti nei pressi di alcuni pozzi in Pennsylvania, erano 1.500 volte superiori a quelli contemplati dalla legge, principalmente a causa del benzene e del radio presenti nelle acque reflue di perforazione, che finiscono per ammorbare falde e fiumi circostanti delle aree di trivellazione.
I ricercatori di tutto il mondo, qualunque cosa ne dica l’amministrazione americana, convergono sul fatto che sia necessario dimezzare le emissioni di gas serra nell’atmosfera entro il 2030 (che non è poi così lontano). Se si ha presente che il bacino di Permian copre qualcosa come 200mila chilometri quadrati, si può avere una vaga idea della scala dei problemi di cui stiamo parlando e dell’impatto ambientale sull’intero Stato del Texas. Inoltre, lo sviluppo delle nuove tecnologie di fratturazione ed il loro successo in un’area chiave del mondo, stanno ispirando numerose nazioni ad una vera e propria gara per imitare le mosse del gigante nord-americano. Con gravi rischi per l’ambiente e per l’intero pianeta,
perché l’utilizzo massiccio di combustibili fossili conduce ed accelera il riscaldamento globale e, insistendo in queste pratiche, non facciamo che aumentare la possibilità di consegnare alle future generazioni un pianeta sempre più malato.
Tutela dell’ambiente
Di fronte a questo scenario alcune compagnie petrolifere come la Chevron, hanno cominciato a cambiare le loro politiche in tema di tutela ambientale, ma occorre che gli investitori pubblici e privati facciano la loro parte non solo per sensibilizzare su questo tema, ma anche per indirizzare tutte le grandi corporation internazionali dell’energia a comportamenti responsabili.
Perché sia che siate a favore o contrari, sia che vediate queste pratiche come una conferma dell’ingenuità dell’umanità rispetto al proprio destino o invece un’opportunità per una nuova civilizzazione, questo processo va affrontato e gestito, nella consapevolezza che si tratta di un argomento importante per la nostra stessa sopravvivenza.