Cipro, l’Isola di Venere


Incastonata nell’angolo orientale del Mediterraneo, Cipro è la terza isola più grande del Mare Nostrum. Per molti versi si può considerare un luogo mitico, dove mondo classico e mitologia si mescolano e restituiscono storie affascinanti come la nascita di Afrodite, dea dell’amore e della bellezza, nonché reperti archeologici di impagabile bellezza. Ma è anche conosciuta per i suoi paesaggi fatti di coste rocciose e sabbiose su un mare blu intenso, oltre che di uliveti e agrumeti. La sua vicinanza alla penisola anatolica e la sua storia ne hanno però condizionato l’assetto geopolitico. Dei 9.250 km² di estensione territoriale, un terzo è di pertinenza turca, mentre 450 km² sono a disposizione delle basi militari sovrane della corona britannica di Akrotiri e Dhekelia. Soprattutto, però, è la separazione tra la Repubblica di Cipro, membro del Commonwealth dal 1961 e della Comunità Europea dal 2004, e la Repubblica Turca di Cipro del Nord, riconosciuta dalla sola Turchia che la occupò nel 1974, a segnare il passo dell’isola. Le due aree sono separate dalla cosiddetta Linea Verde, ovvero un’area demilitarizzata lunga 180 km che corre da ovest a est, fissata dall’ONU a seguito del cessate il fuoco dopo l’intervento militare nell’isola da parte dell’esercito turco.

Vista aerea della parte antica di Nicosia, sullo sfondo la Moschea di Selimiye

Nicosia, la capitale divisa

Una linea che attraversa l’isola in orizzontale e taglia anche Nicosia, la sua capitale. Il confine tra le due parti è del filo spinato sistemato in cima a un muro di case bombardate: così ci si accorge di essere nell’ultima città europea divisa da una barriera, con i check point militari a stabilire il passaggio. Da un certo punto di vista Nicosia sembra una città in guerra, senza che la guerra vi sia davvero: la situazione si è molto stemperata negli ultimi dieci anni dopo il successo di trattative politiche internazionali che hanno portato all’apertura fisica dei cancelli e alla possibilità di passare da una parte all’altra. L’integrazione però è un lavoro lento che deve superare, ad esempio, l’ostacolo linguistico (gli abitanti parlano greco oppure turco, e comunicano in inglese) e l’assenza di servizi in comune. Per i viaggiatori che desiderano conoscere le due anime, i varchi pedonali di Ledra Street e Ledra Palace Hotel sono aperti tutto il giorno e permettono di godere in modo totale della ricchezza della capitale. Perché Nicosia è anche, soprattutto, una città di grande fascino con le mura veneziane ad abbracciare la città vecchia. Costruite nel 1567 per difendersi dagli ottomani, erano dotate di 11 bastioni, 2 cancelli pubblici, una porta militare e, ovviamente, il fossato. Nonostante ciò, gli ottomani

Scorcio del Monastero nella piccola città di Bellapais

penetrarono nella città e oggi sono ancora eretti cinque bastioni nella parte turca e altrettanti in quella greca. Le mura sono visitabili attraverso la Porta Famagosta, un tempo riserva delle munizioni. Dal 1980 le sale vengono usate per mostre e performance artistiche. Luogo di culto per eccellenza della capitale cipriota è la Cattedrale cristiano ortodossa di Santa Sophia. Edificata in stile gotico, fu convertita a moschea dopo la conquista ottomana del 1571 dando vita a un edifico architettonicamente ricco di fascino. Selimiye Mosquee è tutt’ora attiva, ma visitabile ricordandosi un abbigliamento decoroso e il capo coperto. Come in ogni città dalla storia legata al Medioriente, anche a Nicosia si trova un caravanserraglio per i mercanti che nei secoli passati arrivavano in città. Si tratta del Buyuk Han, costruito nel 1572 e che comprendeva: ristoranti, bagni turchi, luoghi di ricovero per gli animali, stoccaggio delle merci. Recuperato in maniera egregia con un’opera di restauro architettonico, i quattro dormitori sono diventati un luogo di shopping e divertimento molto amato e frequentato. A pochi minuti dalla centrale Piazza Elefherias si trova il Museo di Cipro, un vero compendio della ricchezza archeologica dell’isola. All’interno, tra statue e figure votive, è collocata la famosa Afrodite di Soli divenuta, a ragione, il simbolo turistico dell’isola. Poco distante da Nicosia si trova il piccolo villaggio di Bellapais. Una distesa di case bianche raggiungono le pendici di un antico monastero agostiniano ormai in rovina. Resta però il piacere di trovare refrigerio tra le sue arcate e i cipressi del chiostro, mentre dal tetto del refettorio si gode una vista panoramica sulla costa settentrionale dell’isola. Un’isola da scoprire Cipro è un’isola da scoprire, da nord a sud, dedicandosi sia al mare che al

Il porto di Kyrenia, a nord di Cipro

patrimonio culturale e agli itinerari escursionistici per gli appassionati di trekking. Una meta interessante è Kyrenia (Girne) nella parte nord dell’isola, lungo la costa. Oltre alla vocazione turistica, che ha portato a uno sviluppo edilizio fuori misura, pregevole è il vecchio porto dove i pescherecci e gli yacht condividono gli ormeggi. La marina è diventata un posto piacevole per trascorrere il tempo libero: i vecchi magazzini delle carrube sono stati trasformati in bar, ristoranti e negozi. A dominare il porto si trova l’antico castello di origine romana, con successive modifiche bizantine, inglesi e veneziane. Questo antico maniero si inserisce in un trekking di fortificazioni che comprendono anche il Castello di Sant’Ilarione e quelle di Buffavento e Kantara. Un tracciato escursionistico di oltre 150 chilometri che soddisfa quanti vi si cimentano. Sempre nella zona turca dell’isola si trova Famagosta (Magusa). La sua storia segue quella dell’isola: i primi insediamenti furono micenei, passando per greci, romani, genovesi, veneziani e

Il sito archeologico di Kourion, sullo sfondo la baia di Episkopi

ottomani, fino all’arrivo dei Turchi a metà degli anni ‘70 dello scorso secolo. È stata proprio l’invasione di questi ultimi a regalare un ulteriore fascino alla città: la fuga dei greco-ciproti dal quartiere Varosia ha fermato il tempo. Così come l’invasione turca ha bloccato lo sviluppo della città marittima sullo stile riminese: di quell’idea edilizia restano oggi solo i ruderi! Tra le cose da vedere in città si trovano però le mura realizzate dai veneziani e l’ex Cattedrale di Agios Nikolaos convertita in moschea nel XVI secolo. A poca distanza da Famagosta bisogna fermarsi a Salamina, complesso archeologico conosciuto in tutto il mondo. Nato come insediamento greco, passò poi agli assiri, ai persiani, ai tolemaici e quindi ai romani. In quest’ultima epoca visse il suo massimo splendore: complessi monumentali come il Gymnasium, il Tempio di Zeus, il Teatro Augusto, le terme e una villa patrizia testimoniano la ricchezza della città dal I al VI secolo d.C. Il declino arrivò con il dominio arabo che, per fortuna, non ha cancellato le testimonianze religiose incarnate dalla Basilica Paleocristiana di Agios Epifanos e la Chiesa di Apostolos Varnavas. Sulla

strada per Salamina vale la pena fermarsi alla Necropoli: una vasta area sepolcrale con tombe di re e aristocratici. Tra tutti i siti archeologici, il primato spetta a Choirokoitia iscritto tra i patrimoni dell’UNESCO per la sua importanza nell’area del Mediterraneo Orientale. Il sito originario è addirittura del IX millennio a.C. e si trova sulle pendici di una collina con un articolato sistema murario a protezione. Particolare che dimostra un’organizzazione sociale già ben strutturata e che viene confermata dalla presenza di un vero e proprio villaggio le cui case circolari erano costruite con mattoni e pietra. Il ritrovamento di utensili quotidiani ci raccontano il grado di specializzazione nell’agricoltura e nella pesca, mentre il rinvenimento di resti funerari sotto le abitazioni è stata una scoperta eccezionale: gli esami di laboratorio hanno potuto stimare l’età media degli abitanti del villaggio (22 anni) e capire quali erano le pratiche funerarie adottate. Proseguendo verso sud, Lemesos vale la sosta. È la seconda città dell’isola e primo scalo marittimo che, nonostante un selvaggio sviluppo edilizio, conserva un prezioso centro storico e costituisce un’ottima base di partenza per visitare altri due siti archeologici: Kourion e Pafos, oltre ai Monti Trodos, molto amati dagli appassionati di escursionismo. Il sito di Kourion è posizionato su un’altura con vista sulla baia di Episkopi e risale al XIII secolo a.C. Il suo periodo di massimo fulgore corrispose alle epoche tolemaica e romana, delle quali si conservano: il Teatro e la Villa di Eustolio, il tempio di Apollo e la Basilica Paleocristiana. Quest’ultima riveste particolare importanza poiché le testimonianze rilevano una difficile transizione dal paganesimo al cristianesimo a causa dell’instabilità sismica e delle invasioni arabe che portarono la comunità a trasferirsi nella sottostante Episkopi. Pafos è la principale destinazione turistica di Cipro, soprattutto dopo il 2017 quando è stata insignita del ruolo di Capitale Europea della Cultura grazie al suo ruolo di cerniera tra culture diverse. Nel corso della sua storia è stata infatti dominata da: greci, romani, bizantini, franchi, veneziani e ottomani. Presenze di cui si conservano ancora le tracce e che sono una vera attrazione turistica come le Tombe dei Re nell’omonimo parco archeologico, iscritte tra i beni patrimonio dell’UNESCO. Le tombe sono una vasta necropoli dalle strutture imponenti: tra gli antichi era infatti forte la convinzione, come nell’antico Egitto, che i sepolcri dovessero rispecchiare per grandezza e maestosità le abitazioni in vita; nel parco archeologico sono visitabili la Casa di Dionisio, Villa Teso, Casa di Orfeo e Casa di Eone dove si possono ammirare i pavimenti a mosaico che l’hanno resa famosa. Paradiso degli escursionisti e degli sciatori sono i Monti Troodos. In passato hanno offerto protezione a fuorilegge o attivisti politici perseguitati; sono stati luogo di rifugio di monaci asceti e ricchi annoiati, mentre oggi sono una meta turistica frequentata tutto l’anno da amanti del trekking, della bicicletta, del bird watching o, semplicemente, da chi cerca refrigerio e ha piacere di godere dei benefici della natura. Il Monte Olimpo (non quello delle divinità greche: un altro!), coi suoi 1952 m s.l.m., è la cima più elevata della catena montuosa e offre numerosi percorsi. Ma i Monti Troodos custodiscono testimonianze dell’arte bizantina: incastonate tra le sue rocce si trovano nove chiese e un monastero dalla semplice architettura costruite dal 1100 e il 1400. Però non bisogna lasciarsi ingannare: è sufficiente varcarne l’ingresso per godere delle ricche decorazioni: non per niente sono state dichiarate Patrimonio dell’Umanità. Andare a Cipro senza godere del suo mare e delle sue spiagge è come fare un viaggio a metà. Secondo molti la spiaggia di Lara, vicino a Kyrenia, è la più bella di tutta l’isola soprattutto perché vi nidificano le tartarughe marine (che sono monitorate dai volontari della Società per la Protezione delle Tartarughe). Nidi di tartaruga si trovano anche sulla costa di Famagosta, sia nella parte greca che su quella turca. Tra tutte le spiagge bisogna fermarsi anche a Petra tou Romiou, conosciuta come la spiaggia di Afrodite. La leggenda narra infatti che la dea sarebbe emersa dalle acque proprio in questo luogo e del resto, dinnanzi alla bellezza di quest’isola, non avrebbe potuto essere diversamente.

Il porto di Pafos

Quando visitare Cipro

Il clima è Mediterraneo, con le siccitose estati calde e gli inverni miti sulla costa ma freddi nelle zone montuose e centrali. I periodi migliori per visitarla sono la primavera e l’autunno, così da godere di temperature miti e permettersi ancora qualche bagno in mare.