Alberto Angela: Nerone un Joker dell’antichità


All’interno del volume una preziosa illustrazione inedita di Nerone realizzata dall’artista e fumettista Milo Manara

La presentazione di “Nerone. La rinascita di Roma e il tramonto di un imperatore” è stata l’anteprima d’eccellenza del prossimo Salone Internazionale del libro di Torino. Alberto Angela ha incontrato il pubblico nella splendida cornice del Museo Lavazza per raccontare, a modo suo, l’ultimo volume della trilogia di Nerone che è già un bestseller.

Figlio dell’amatissimo Piero, decano italiano del giornalismo scientifico televisivo, Alberto Angela è autore di reportage frutto di suggestive spedizioni internazionali di paleoantropologia e tra i più amati esperti in materia di divulgazione scientifica e storica. A differenza del padre ha potuto studiare a lungo in università americane di prestigio ed è molto apprezzato anche all’estero. Cittadino onorario di Pompei, Napoli ed Ercolano, a lui sono stati dedicati una tartaruga marina molto rara dei mari della Colonia e un asteroide. Terza generazione di divulgatori: già il nonno Carlo si occupava di malattie mentali, era medico, si era specializzato in Francia per poi trascorrere molti anni in Africa e aveva una rubrica alla radio. Oltre ad essere un conduttore televisivo di programmi divulgativi molto seguiti, da qualche anno, come scrive l’Economist “Alberto Angela trasforma la storia antica in bestseller”. L’elenco dei volumi  che portano la sua firma è lungo e tra questi spicca “I tre giorni di Pompei”; grazie ai suoi proventi è stato possibile restaurare l’affresco dell’Adone Ferito. Al top della saggistica nelle classifiche dei libri più venduti lo scorso Natale, “Nerone. La rinascita di Roma e il tramonto di un imperatore” conferma il successo della trilogia dedicata all’incendio che devastò Roma. Una passione per l’antichità romana che lo scrittore spiega così: “La civiltà romana mi appassiona perché vedo in quel tempo tante dinamiche che ritrovo oggi. Quella è un’umanità che riesco a capire anche perché posso vederla viaggiando”. In questa terza parte, l’autore racconta le conseguenze dell’incendio, ci fa scoprire un inedito imperatore, ricostruisce la sua vita, indaga le sue debolezze, le passioni e le follie. Un racconto che “ci permetterà di capire come un singolo momento del passato abbia plasmato il nostro mondo attuale” spiega.

In questo volume descrive Nerone come il Joker di Batman della storia. Come mai? 
Nerone era un ragazzo estroso che amava la musica, componeva come un rapper di oggi. Recitava a teatro e suonava la cetra. Come i giovani amava la velocità: in mancanza di motociclette, guidava le quadrighe. È diventato padrone del mondo a 17 anni ed è morto prima di compierne 31. Gli mettono vicino il filosofo Seneca e la madre Agrippina che era molto presente. Organizzava concerti, era un ribelle. Appariva in pubblico a piedi nudi con un fazzoletto attorno al collo e aveva i capelli lunghi. Molto del suo essere appassionato deriva da Poppea, una donna di alta società, molto ambiziosa e colta. Fu lei a convincerlo ad uccidere la madre. E poi sempre su suo suggerimento uccise anche un’altra donna, la sua prima moglie che aveva amato, Ottavia. Nonostante fosse un matto non era guerrafondaio e portò spesso la pace.

In questo libro si fa a pezzi la leggenda che incolpa l’imperatore del disastro, e che lo ritrae mentre suona la lira alla vista delle fiamme.
Sono tutte fake news. Nerone era un innovatore e anche un uomo spietato, come Adriano, ma al contrario dell’imperatore filosofo, è stato dipinto come un mostro. Fece uccidere sua madre ma al contempo amò molte donne. Aveva una doppia faccia. Si dice che abbia ucciso sua moglie a calci e non è vero. Questa macchina del fango lo ha travolto con invenzioni dei suoi nemici, i senatori più tradizionalisti contrari al suo essere innovatore. Nerone aveva cambiato le regole del potere: faceva costruire aree aperte al popolo e non ville private.

Questo è un libro per giovani?
Certo. Mi sono accorto, strada facendo, che è un argomento incredibilmente attuale. È un libro contro le fake news, ma è anche e soprattutto un libro per i giovani. Le fake news sono pericolosissime. Viviamo in un mondo in cui stiamo imparando a districarci e ad evitarle.

Lei spiega che senza il grande incendio di Roma la nostra storia non sarebbe stata la stessa. Perché?
Quando i senatori nemici dell’imperatore mettono in giro la voce che lui fosse il responsabile dell’incendio, Nerone cerca un capro espiatorio e lo individua subito nei cristiani, che erano pochi – forse mille – e appartenevano ad una comunità priva di protezione. Così vengono sterminati in maniera orribile. Tra loro, c’era anche San Pietro, che viene ucciso – forse crocifisso a testa in giù come dice la tradizione – e sulla sua tomba si crea un punto di venerazione. Se non ci fosse stato l’incendio, non ci sarebbe la Basilica di San Pietro, la cristianità avrebbe seguito altre vie. Non avremmo visto la Cappella Sistina e il Giudizio Universale. E lo stesso si può dire per il Colosseo.

Dopo tutto questo disastro cosa fece Nerone?
Partì in viaggio per andare in Grecia. Aveva l’idea di vincere ai Giochi Olimpici di Olimpo. E vinse. Una volta gareggiò addirittura su di un carro con dieci cavalli. Certo sul perché vinse resta il dubbio che sia stato aiutato visto che era imperatore! A un certo punto libera anche la Grecia dai tributi dovuti a Roma. Quindi rientra a Roma da trionfatore. Quando Nerone morì i senatori chiesero ai greci tutti gli arretrati.

Come si ricostruisce una vicenda così epocale?
Con l’aiuto di tanti collaboratori senza i quali non sarei riuscito a scrivere così tante pagine di storia, romanzata nello stile narrativo ma reale. A quest’ultimo volume hanno collaborato undici professionisti e anche per gli altri due è stato lo stesso. Ci hanno aiutato anche i veri protagonisti realmente esistiti nell’antichità, che hanno lasciato tracce del loro vissuto come due vigili del fuoco, importantissimi.

La gestazione del libro è stata interrotta dalla scomparsa di suo padre, venuto a mancare lo scorso 13 agosto.
Nel libro c’è una dedica a lui. Ho scritto una frase che dice tutto: “A mio padre, amico che manca, che mi ha trasmesso l’entusiasmo di viaggiare tra le stelle della conoscenza con la semplicità delle parole e la profondità del pensiero”.

Nel 2023 Alberto Angela condurrà uno Speciale Ulisse, dedicato alla figura del padre, in cui rivivremo la carriera di Piero Angela, dalla conduzione del TG 2 a quella di Quark. “Ho avuto la sensazione di avere Leonardo da Vinci in casa, che dava la risposta giusta sempre con una capacità di sintesi e analisi in modo pacato. Lui amava ripetere un aforisma di Leonardo da Vinci: ‘Siccome una giornata ben spesa dà lieto dormire così una vita ben usata dà lieto morire’”. Così Alberto Angela aveva salutato il padre nel toccante discorso tenuto alla camera ardente.

 


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