Aeronautica Militare: 16° Stormo “Protezione delle Forze” i Fucilieri dell’Aria


Il Colonnello Antonio Pellegrino, Comandante del 16° Stormo dell’Aeronautica Militare.

Il 16° Stormo “Protezione delle Forze” è un reparto dell’Aeronautica Militare istituito nel 2004, che si occupa della difesa terrestre delle infrastrutture militari aeronautiche e degli aeroporti militari. Tali compiti sono garantiti dai Fucilieri dell’Aria che assicurano la difesa a medio/corto raggio delle installazioni/assetti dell’Aeronautica Militare schierati sia fuori dai confini nazionali che in Patria.
Abbiamo il piacere di intervistare il Colonnello Antonio Pellegrino, Comandante dello Stormo, con esperienze significative nell’Aeronautica Militare ed incarichi in missioni al di fuori dei confini nazionali: senza ombra di dubbio possiamo definirlo un “Militare di lungo corso”.

Come nasce l’esigenza dell’Aeronautica di dotarsi di una forza specializzata, di pronto impiego e non statica e com’erano adibiti gli avieri di leva con compiti di “sentinelle” senza impiego operativo?
L’Italia nel corso dell’ultimo decennio del secolo scorso e, soprattutto, all’indomani della tragedia delle Torri Gemelle, è stata sempre più coinvolta in missioni di peace keeping al fianco di Paesi Alleati o coalizioni, sotto l’egida delle Nazioni Unite e della NATO rischierando, a migliaia di chilometri dalla madrepatria ed in territori spesso ostili, uomini, mezzi e materiali con l’obiettivo di operare, 24 ore su 24, sui cieli di quei territori per garantire o ristabilire la pace. In quest’ottica la peculiarità dell’Arma Azzurra è stata, ovviamente, quella di rischierare in tali contesti la componente aerea. Il primo episodio storico di un certo rilievo dal secondo dopoguerra fu quello del 1991 in occasione della Prima Guerra del Golfo, per poi proseguire con l’ex-Jugoslavia, il Kosovo e, soprattutto, nel 2003 l’Afghanistan e l’Iraq. Rischierare una componente aerea vuol dire stabilirsi in un aeroporto, spesso privo di servizi essenziali, e garantire, da lì, la full operational capability in poco tempo e senza poter contare, spesso, del supporto della host nation. Ecco che, pertanto, il focus si è inevitabilmente spostato su due aspetti: la logistica e la sicurezza. Bisognava movimentare uomini e materiali, sostenerli in teatro operativo, supportarli in ogni esigenza, permettere che i velivoli potessero sempre e comunque portare a termine, in sicurezza, la loro missione. Questo compito, evidentemente, non poteva essere affidato alla componente VAM (Vigilanza Aeronautica Militare) che, alimentata all’epoca principalmente da personale di leva, non aveva un addestramento adeguato. È da qui che nasce il progetto dei Fucilieri dell’Aria, quale componente altamente specializzata di uomini e donne dell’Aeronautica Militare, pronti a muovere, con tempi di preavviso ridottissimi e addestrati ed equipaggiati per offrire sicurezza e protezione al personale, mezzi e materiali, nonché installazioni e infrastrutture di particolare interesse per la Forza Armata, in ambito nazionale ed internazionale, in autonomia, in dispositivi interforze o alleati, capaci di operare a bordo dei velivoli da trasporto o elicotteri per raggiungere teatri operativi, aree sensibili o particolarmente impervie dove solo l’Aeronautica Militare può arrivare. Nel 2004 viene così costituito il 16° Stormo “Protezione delle Forze” e nel 2009 il Gruppo Fucilieri dell’Aria presso il 9° Stormo di Grazzanise.

Un gruppo di Fucilieri dell’Aria durante una missione in Afghanistan

La parola “Stormo” è più facile che faccia venire in mente un reparto di velivoli da caccia piuttosto che una forza terrestre: vuole spiegarci questo accostamento?
L’Aeronautica Militare ha deciso di definire “Stormo” anche altri reparti che hanno un’organizzazione di funzionamento di supporto operativo direttamente collegato alle forze aeree. I Fucilieri dell’Aria, infatti, sono una componente inclusa in pieno nel concetto di potere aereo perché opera come combat support in un binomio inscindibile, specie in determinati scenari.

Sappiamo che la missione principale dei Fucilieri consiste nell’assicurare la difesa terrestre delle infrastrutture dell’Aeronautica Militare e degli aeroporti militari in Italia e all’estero. In questo contesto ci sono azioni sinergiche con la NATO? Sono previste esercitazioni interforze con altre realtà e comparti delle forze Armate? Quali sono stati i principali impieghi  all’estero del Battaglione?
I Fucilieri dell’Aria sono inseriti in un bacino di assetti capacitivi interforze ad alta prontezza operativa, già esistenti, denominato Joint Rapid Response Forces (JRRF) da cui attingere per garantire una risposta rapida alle esigenze nazionali e multinazionali (NATO/UE). L’intento è proteggere gli interessi nazionali e contribuire al mantenimento del quadro di sicurezza internazionale, attraverso l’impiego di assetti sempre disponibili, valutati e certificati secondo standard predefiniti, posti alle dirette dipendenze del Capo di Stato Maggiore della Difesa. Il dispositivo dei Fucilieri dell’Aria, inoltre, è costantemente espresso dalla Forza Armata in esercitazioni in contesti Joint e Combined, interforze e multinazionali, al fine di incrementare l’interoperabilità con le altre componenti specialistiche nel settore. Dal 2004 ad oggi i Fucilieri dell’Aria hanno operato in 36 diverse missioni internazionali, in ben 16 teatri operativi nel mondo, da Haiti all’Afghanistan, dal Congo all’Islanda, dal Libano al Gabon, oltre al Mali, Niger e Gibuti. In particolar modo dall’agosto del 2005 al dicembre 2014, i Fucilieri dell’Aria sono stati presenti, in maniera continuativa, in Afghanistan per assicurare la protezione della Base di Herat. In aggiunta, il personale FCA concorre alla protezione degli Aeromobili dell’Aeronautica Militare e del personale a bordo e ciò ha generato un impegno continuo a fianco degli equipaggi di volo maturando oltre 25 mila ore di volo. Qualche settimana fa sono rientrati allo Stormo Fucilieri dell’Ariache  sono stati impiegati a difesa della base militare italiana a Gibuti, altri impiegati a protezione delle autorità militari italiane in Niger (Close Protection Team) e, mentre leggiamo questa intervista, abbiamo altri uomini e donne del comparto impiegati negli Emirati Arabi Uniti, in Estonia, in Libano, in Mali mentre altri si preparano per essere pronti alle esigenze che potrebbero essere richieste dal nostro paese.

Fuciliere dell’Aria Paracadutista al termine
di una missione di lancio addestrativa da un C-130J.

Come si arriva alla consegna del Basco Blu ai nuovi Fucilieri dell’Aria? Ci può descrivere l’iter formativo e addestrativo per raggiungere il traguardo finale?
Dalla costituzione del 16° Stormo nel 2004, ogni anno ufficiali, sottufficiali, graduati e militari di truppa dell’Aeronautica Militare hanno la possibilità di diventare Fucilieri dell’Aria frequentando uno specifico corso di qualificazione. Per accedere al corso è necessario superare un’accurata selezione psico-fisica, per la verifica dei requisiti previsti dall’iter
addestrativo e dalle attività operative, intense e selettive. Motivazione, spirito di sacrificio, determinazione sono solo alcune delle essenziali caratteristiche per poter essere ammessi al corso. Il corso Fucilieri dell’Aria è curato dagli istruttori del Gruppo Addestramento Survive To Operate/Force Protection del nostro Stormo, polo addestrativo nazionale di Forza Armata per la specialità Difesa Terrestre. Per oltre 5 mesi, gli aspiranti Fucilieri frequentano lezioni di combattimento terrestre, impiego armi, topografia e difesa personale, apprendono le tecniche di discesa da elicottero, quelle di combattimento avanzate aeroportuali, nozioni di volo e protezione degli aeromobili, premessa di altre specialità professionali proprie della componente aerospaziale. Gli aspiranti che concludono con successo la frequenza del corso ricevono il “basco blu” ed entrano nelle fila del Battaglione Fucilieri dell’Aria del 16° Stormo “Protezione delle Forze” di Martina Franca o del Gruppo Fucilieri dell’Aria del 9° Stormo di Grazzanise. Non cerchiamo dei “rambo” ma uomini e donne capaci di esprimere un’elevatissima e specifica professionalità operativa, pronti a rischierarsi ovunque, in poco tempo, con il massimo della prontezza e con quel pizzico di orgoglio e fierezza che si può facilmente notare sui volti del mio personale.

Air Marshal Fucilieri.

Quali sono le risorse e l’impegno dei Fucilieri messo in campo nell’attuale emergenza sanitaria per arginare la diffusione del coronavirus?
In questo periodo di pandemia siamo stati chiamati fin da subito, il 6 marzo dello scorso anno, a predisporre, in poche ore, due tende campali dinanzi al Presidio Ospedaliero “Valle d’Itria” della città di Martina Franca. L’attività, svolta in coordinamento con la Prefettura di Taranto e la Protezione Civile della Regione Puglia, ha risposto ad una specifica ed urgente esigenza dell’ASL di mettere in atto una serie di azioni finalizzate alla possibilità di fronteggiare l’afflusso di casi sospetti o confermati di coronavirus. Le due tensostrutture fungono tuttora come punti di pre-triage e pre-ricovero. Particolarmente intenso, inoltre, è stato l’impiego dei Fucilieri dell’Aria disinfettori in sinergia con il 9° Stormo di Grazzanise ed il 3° Stormo di Verona Villafranca. Sin dal mese di marzo, infatti, i disinfettori si inserivano di fatto nel dispositivo attivato dall’aeroporto militare di Pratica di Mare per procedere alla decontaminazione del personale, degli equipaggi di volo, dei medici e degli infermieri, entrati in contatto, diretto o indiretto, con i passeggeri e con gli ambienti interessati dal loro passaggio; dei locali e degli automezzi; delle barelle, delle cabine di biocontenimento e, ovviamente, degli aeromobili. Tale impegno si è esteso, in breve tempo, all’aeroporto militare di Pisa ed in supporto alle operazioni concorsuali presso la Scuola Marescialli di Viterbo e presso l’aeroporto di Guidonia per poi giungere alla costituzione di un vero e proprio team in “stand-by” pronto ad intervenire nelle basi pugliesi dell’Aeronautica Militare in caso di focolai COVID-19. Due unità disinfettori, infine, sono state organicamente incluse nell’ambito dei Drive Through della Difesa (DTD) dell’Operazione “IGEA” che il Dicastero della Difesa ha predisposto, in concorso con il Ministero della Salute, per incrementare la capacità del Servizio Sanitario Nazionale di effettuare tamponi per la ricerca di SARS-COV-2.

Addestramento Fast Rope.

Ogni Comandante trasmette agli uomini sotto il suo comando una serie di valori sia dal lato umano che professionale: cos’hanno trasmesso invece i Fucilieri alla sua persona?
Orgoglio e fierezza prima di ogni cosa! Sentimenti che mi vengono trasmessi da ogni Fuciliere ma anche da ogni uomo e donna del 16° Stormo. Inoltre un forte senso di appartenenza allo Stormo. Lo Stormo, infatti, è una “Casa” per ciascuno di noi, che mi ha accolto e mi accoglie ogni giorno; la Casa che ci rende la “Famiglia 16° Stormo”. Una famiglia che si basa su spirito di corpo e di gruppo e deve, ogni giorno, mantenerli vivi e fecondi, perché non può reggersi a lungo una famiglia non unita o invasa da egoismi ed individualismi. Impegno, costanza, passione e determinazione sono il nutrimento per la “Famiglia 16° Stormo”. Ogni giorno dobbiamo accettare le nuove sfide, unirci per superarle insieme. Sfide che giungono all’improvviso anche quando il mondo è in piena emergenza, come in questo periodo di pandemia da COVID-19. Siamo stati toccati tutti, forti e deboli. Adesso più che mai deve esplodere, dentro di noi, con vigore, il desiderio di unirci per aiutare, sostenere e proteggere.

Bene Colonnello, grazie di essere stato con noi. Vogliamo rivolgere un pensiero a tutti gli uomini e le donne dell’Aeronautica Militare: a volte non li vediamo ma sono sempre accanto a noi, lavorano in silenzio, all’ombra dei riflettori, a difesa dei nostri cieli e al servizio della comunità e del cittadino.

 

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