Centro IFOR: Le patologie da Smart Working


È sempre più frequente incontrare persone di ogni età che, per lavoro e per svago, trascorrono buona parte della loro giornata davanti al pc oppure con il cellulare in mano. Oggi alla Ifor trattiamo un argomento di grande attualità: i problemi causati dall’utilizzo eccessivo di questi dispositivi tecnologici.

Quali sono i rischi connessi a questi nuovi stili di vita, dott.ssa Siracusa?
Abbiamo affrontato il problema con il nostro fisioterapista e osteopata di riferimento, il dott. Marco Mangino, per valutare a fondo queste problematiche ed elaborare un programma specifico di trattamento e prevenzione.

Dott. Mangino, ci spieghi meglio la situazione e le proposte in Ifor.
Dall’anno scorso il cambio della metodologia di lavoro ha visto il passaggio da un ambiente sociale a uno casalingo e ha imposto l’utilizzo massivo dello smart working a molte categorie professionali. Che cosa ha comportato tutto ciò? Diversi studi scientifici hanno messo in luce un aumento delle problematiche muscolo-scheletriche, insieme ad un aumento dei livelli di stress. Sono scomparsi gli orari canonici di lavoro, nel senso che si lavora durante tutta la giornata, sia pure facendo un numero maggiore di pause. Conseguentemente, l’immobilità prolungata, che ha comportato anche un aumento del peso per molti, ha causato un ulteriore aggravio a carico di quelle strutture già indebolite e stressate in precedenza. Un altro problema individuato che si ricollega allo smart working è il text neck, una cervicalgia tipica da uso prolungato di dispositivi tecnologici. I sintomi sono il dolore e la rigidità della base del collo, che sovente si può irradiare
agli arti superiori. Nello specifico parliamo di cervico-brachialgia, che può essere diagnosticata facilmente dal medico di riferimento. In alcuni casi questa sintomatologia dolorosa può causare ulteriori scompensi al resto della colonna vertebrale danneggiando la postura, complicando così il quadro clinico.

Si può ben dire che ogni stile di vita comporti qualche patologia. A questo punto che cosa consiglia ai nostri lettori?
Consiglierei di fare una pausa almeno ogni ora, al massimo ogni ora e mezza. Il nostro corpo ha una grande capacità di adattamento posturale, ciò che patisce sono le posture statiche prolungate e i gesti ripetuti. Il consiglio è quello di muoversi sovente, cercando di evitare le posture che possono creare delle scomodità.

Il fatto di uscire meno, camminare poco e non andare in palestra o in piscina sono tutti elementi che depongono a sfavore di questi disturbi e concorrono al loro aggravamento. Che cosa si può fare per alleviarli?
In verità le sedute necessarie per ottenere la remissione dei sintomi non sono molte. Utilizzando terapie passive coniugate con terapie attive, ovvero che si svolgono in palestra, il paziente viene allenato e istruito a riportare in ambiente domiciliare tutta una serie di esercizi utili, che potrà ripetere a seconda delle necessità.

Attualmente si sta diffondendo la tendenza a ricorrere al fai da te, esistono infiniti programmi di tutoraggio e siti web gestiti da personal trainer che insegnano a svolgere esercizi ginnici di ogni genere. Dott. Mangino, qual è il rischio per i pazienti?
Fare ginnastica fa bene, il rischio è la non sartorialità dei programmi. Gli esercizi non sono pensati per il singolo paziente e le sue problematiche, è impossibile conoscere il suo stato fisico di partenza e quindi adattare il programma alle sue necessità. Una componente importante in un programma di training è il rinforzo muscolare, non dobbiamo temere di fare esercizi per allenare la forza dei nostri muscoli. Un muscolo forte è in grado di sostenere più a lungo e con minori danni una postura obbligata. L’evidenza scientifica ha spostato l’attenzione sulla rieducazione attiva, quella che ci vede protagonisti, noi nasciamo per muoverci. Ad esempio, il text neck si sviluppa per uno sforzo prolungato dei muscoli del collo in flessione, se noi andiamo a rinforzare il paravertebrale estensorio con una attività adeguata, creiamo un bilanciamento riducendo la sintomatologia dolorosa. Il riposo è dannoso per il dolore, specialmente in questi casi.

Ci spieghi meglio, in che senso il riposo è dannoso?
Il non movimento, il non uso dei muscoli causa il loro indebolimento. Il dolore deriva dall’incapacità dei muscoli di fornire un sostegno prolungato nel tempo. Movimento e allenamento, invece, rinforzano i muscoli e li rendono in grado di resistere meglio agli stress prolungati.

Dott.ssa Siracusa, la nuova frontiera è quella di unire i trattamenti passivi con l’allenamento attivo e alla Ifor siete attrezzati molto bene con tutta la parte di idrochinesiterapia.
I nostri pazienti sono abituati a farsi coccolare, farsi massaggiare e sono un po’ restii a passare alla ginnastica attiva perché è più faticosa, però devo dire che alla fine del ciclo sono tutti molto soddisfatti per via dei
risultati ottenuti.

Ci sono esercizi specifici nella vasca per queste patologie?
Se il medico fisiatra lo ritiene, in patologie più marcate, la vasca è utile per desensibilizzare in acuto e ridare un po’ di mobilità, successivamente è opportuno passare in palestra per ricaricare gradualmente le articolazioni, i legamenti, i tendini e i muscoli e allenare la forza.

Quindi possiamo invitare tutti i nostri lettori che accusano disturbi da immobilità forzata a richiedere un incontro con voi, fisioterapisti Ifor, ed eventualmente a programmare un ciclo breve di sedute per ridare slancio in un momento così difficile.
Più che di consigli si tratta di un addestramento a uno stile di vita differente. Dopo otto ore al computer di solito non si ha voglia di fare nulla, se non riposare magari guardando la Tv. Invece è esattamente quello che non si deve fare. Il trucco è programmare a calendario dei brevi momenti, anche solo di mezz’ora, in cui fare degli esercizi attivi per mantenere
una postura corretta e un buon tono muscolare.

Grazie alla filosofia Ifor di considerare la salute come un bene sociale, l’accesso a un ciclo di terapia è particolarmente conveniente. Naturalmente qualora la sintomatologia rivesta una certa gravità, questi trattamenti possono essere prescritti ed erogati attraverso il SSN.