Desiderio di pace


Paola Gomiero, Direttrice FABI Plus

Tra i protagonisti del numero di giugno abbiamo avuto il piacere di intervistare Maki Mandela, la figlia del Premio Nobel per la Pace Nelson Mandela.
Maki ha sviluppato un grande interesse per la moda e parteciperà, per la seconda volta consecutiva, alla Torino Fashion Week di luglio 2022 con la sua Capsule Collection.
La stilista ci ha raccontato che è proprio dal padre che ha ereditato la passione per la moda, nel senso che a lui piaceva vestirsi bene e spesso indossava delle camicie colorate che gli davano la possibilità di esprimere la sua grande creatività. In tutta l’intervista Maki fa riferimento al padre e nell’ultima domanda lo descrive come: “…l’esempio che lo spirito umano può trionfare e il suo nome sarà sempre associato alla capacità di soffrire, di combattere, di vincere sulle avversità, ma sarà anche sinonimo di pazienza, perdono e convinzione che i principi dureranno per sempre”.

Leggendo queste parole ci viene spontaneo pensare come il grande leader Nelson Mandela potrebbe essere un esempio da seguire per trovare una soluzione alla crisi geopolitica internazionale che stiamo vivendo.
La guerra, che ha colpito il cuore dell’Europa, può avere sviluppi imprevedibili e potenzialmente devastanti dal punto di vista sociale, umanitario ed anche economico. Ogni persona che muore, ogni bomba che cade, provocherà un solco profondo nella cooperazione tra i popoli, divisioni che saranno difficili da superare e che peseranno sulle spalle delle generazioni future.

È sicuramente difficile fare un confronto tra l’apartheid e l’invasione russa dell’Ucraina, moltissime sono le differenze, ma il principio del diritto alla libertà di un popolo è lo stesso.
Nonostante il regime dell’apartheid abbia rappresentato un sistema segregazionista e criminale da parte di una minoranza dominante contro milioni di persone, Mandela, una volta al potere, evitò ogni forma di vendetta e al contrario promosse una politica coraggiosa con l’obiettivo della riconciliazione tra le parti in causa.
La grandezza di Mandela, egli stesso incarcerato dal regime per 27 anni, fu quella di costruire un vero dialogo tra carnefici e oppressi che, nella chiarezza, conducesse ad una difficile riconciliazione.

Se qualcuno, chiunque esso sia, trovasse la forza, le motivazioni e le condizioni per porsi al di sopra delle parti, per interrompere questo folle sacrificio di vite umane e condurre i contendenti ad un vero tavolo delle trattative, si potrebbe trovare un nuovo equilibrio che rispetti la dignità e le aspirazioni legittime di ogni popolo.
Arriverà infatti il momento in cui non basterà constatare chi vince o chi perde ma decidere come affrontare il futuro, se si vorranno evitare ulteriori esplosioni di violenza.

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