L’esperto immobiliare risponde – Settembre


A cura del Dott. Cesare Furbatto: Titolare dell’omonimo studio immobiliare torinese, collabora con la nostra rivista per dare la possibilità ai lettori di avere risposte esaustive alle domande inerenti il settore casa.

Buongiorno Dott. Furbatto, pochi giorni prima del lockdown mi ero finalmente decisa a formulare una proposta d’acquisto per un appartamento molto carino. Telefonai all’Agenzia Immobiliare e presi appuntamento per sottoscrivere la proposta ma il giorno prima dell’incontro, per ovvie ragioni mi è stato disdettato. Alla ripartenza di maggio, convinta che gli immobili scendessero di valore ho lasciato perdere la trattativa. Ho fatto bene?
Camilla

Non mi permetto di dirle se ha fatto bene o male: le scelte immobiliari sono molto personali e soggettive e la componente economica non è l’unico parametro di riferimento. Quello che posso dirle è che a maggio tutti noi operatori eravamo molto incerti su come sarebbe stato il mercato. Adesso, dopo tre mesi di attività, possiamo trarre un primo bilancio e posso dirle che per noi è stato sicuramente al di sopra delle aspettative. Il Covid è stato un forte “acceleratore di decisioni” e ha rimescolato le carte sull’organizzazione del lavoro. Questo mix ha creato un certo incremento della domanda immobiliare (comparto residenziale) che ancora oggi prosegue. Le esigenze più comuni sono quelle di appartamenti più grandi (magari con una camera in più da destinare allo smart working), una maggior vivibilità esterna (terrazzi/giardini ecc.), uffici più piccoli (sia per un’esigenza di risparmio
sui canoni di locazione e sia, come si diceva prima, per una riorganizzazione del lavoro in chiave smart working). Anche sulle zone richieste ci sono stati dei cambiamenti: in particolare la collina che dopo anni di difficoltà lentamente sta riprendendo quota e interesse. Un’altra novità del “Post Covid” è il mercato locativo. Qui il bilancio è chiaramente meno positivo dal momento che si è ridimensionato enormemente tutto il mercato degli studenti universitari e quello turistico (affitti brevi tipo Airbnb). Molti di questi contratti, in attesa di vedere cosa succederà, si sono riconvertiti in affitti “transitori” di durata variabile fino a 18 mesi. Una curiosità interessante è il fatto che presso le Agenzie Immobiliari il telefono, rispetto alla fase “Pre Covid”, suona meno ma suona meglio. Anche qui il Covid ha modificato un po’ le abitudini. In sostanza i curiosi o come vengono chiamati i “Turisti Immobiliari” si sono un po’ persi e oggi le persone che si muovono e che cercano casa lo fanno in maniera più decisa e con le idee più chiare. Alla luce di tutto quanto sopra il consiglio è quello di ripartire con la sua ricerca e sicuramente con un po’ di pazienza troverà una casa migliore di quella che ha lasciato.