Intervista a Silvia Attanasio Presidente di ABI Lab e Responsabile Ufficio Innovazione dell’Associazione Bancaria Italiana
Nell’ottobre del 2023 il Consiglio direttivo della Banca Centrale Europea (BCE) ha deciso di passare alla nuova fase del progetto sull’Euro Digitale.
Da poco più di un anno alla Presidenza di ABI LAB il consorzio italiano per le tecnologie e le banche è stata nominata Silvia Attanasio, già responsabile dell’Ufficio Innovazione dell’Associazione Bancaria Italiana. Abbiamo avuto l’opportunità di poter intervistare Silvia, in merito all’avanzamento del progetto Euro Digitale e al ruolo tecnologico delle Banche Italiane.
Da anni parliamo di Bitcoin e Criptovalute, ma poco di monete nazionali, anche l’Europa lancerà la propria valuta digitale. Ma che cos’è l’Euro Digitale?
L’Euro Digitale è la terza forma della nostra moneta accanto a banconote e monete metalliche, ed allo stesso tempo una grande sfida. Andiamo a cambiare la forma che prende la nostra moneta: per le banche la moneta è la materia prima a partire dalla quale si sviluppano tutta una serie di servizi.
È evidente che volendo preservare il ruolo delle banche a supporto dell’economia, ci sono tantissimi aspetti a cui fare attenzione, tantissimi ambiti da considerare, per assicurare che questa grande sfida ci porti un’innovazione che aiuti e supporti la nostra identità di europei, che supporti la digitalizzazione della nostra economia, facendo sì che la nostra moneta sia adatta anche per le stagioni che verranno e che possa supportare al meglio tutti i cittadini europei.
La moneta digitale della BCE adatta, appropriata per la giurisdizione europea, non è la stessa che va bene per la giurisdizione svedese o per quella cinese o statunitense o ancora quella delle Bahamas.
Valdis Dombrovskis, un anno e mezzo fa, ha detto che la moneta è molto più di un pezzo di carta o di metallo, ma incorpora (e nella forma digitale ancora di più) i nostri valori democratici. Abbiamo bisogno di rifletterci bene e certamente ci vuole più tempo. La pianificazione che la BCE si è data sta rispettando perfettamente i tempi.
In questo grande progetto contano moltissimi aspetti: economici, sociali e politici. A noi come TecnoFuturo interessa in particolare l’aspetto tecnologico. Quale sarà la tecnologia su cui si baserà l’Euro Digitale?
Non lo sappiamo ancora! Questo è uno degli aspetti che la BCE sta studiando con grande attenzione, non ci ha ancora informato su quali siano i suoi orientamenti. Certo è che noi ci aspettiamo come banche che ci sia un ragionamento congiunto: l’Euro Digitale sarà una materia prima sulla quale costruire servizi innovativi. Quello che si può costruire dipende molto da ciò che ci viene dato, se sono mattoni o sono sabbia, l’edificio che uscirà sarà molto diverso. Ci auguriamo che ci sia uno spazio di dialogo e volendo di sperimentazione congiunta anche su questi aspetti.
Quanto della sperimentazione del progetto “Spunta” basato su tecnologia Blockchain/DLT che ABI Lab ha realizzato negli ultimi anni potrà essere portato come esperienza per la realizzazione dell’Euro Digitale?
L’Euro Digitale sarà uno strumento che verrà dato nelle mani dei cittadini, da questo punto di vista siamo certi che la BCE sia perfettamente a conoscenza di tutto quello che il mercato ha fatto. Esiste però un altro progetto parallelo, che riguarda i “pagamenti all’ingrosso” il cosiddetto “wholesale”, argomento di cui aveva parlato anche il Governatore della Banca d’Italia Panetta in un articolo dal titolo “Demystifying wholesale Central bank digital currency”. Poiché esiste già un’infrastruttura dell’eurosistema per i pagamenti all’ingrosso in moneta di banca centrale, sono allo studio le opportunità offerte dalle nuove tecnologie. In questo ambito “Spunta” può di nuovo tornare di aiuto: abbiamo realizzato un progetto che si è svolto nell’alveo del “Milano Hub” della Banca d’Italia chiamato “Leonidas” per completare il processo di “Spunta” anche con il trasferimento di valore tra banche. Stiamo attualmente valutando la possibilità e l’utilità da parte dell’Eurosistema di usare tale progetto nel suo lavoro esplorativo, soprattutto per capire gli aspetti di Governance e come si gestisce un’iniziativa quando tantissimi attori sono attorno al tavolo come appunto il network che è sotteso da una DLT (Distributed Ledgers Technology N.d.R.).
Esiste quindi un ruolo di ABI Lab quale propositore tecnologico, quali saranno invece i ruoli delle banche europee e delle banche centrali nel contesto dell’Euro Digitale retail?
Le banche europee tutte saranno coinvolte e vincolate nella distribuzione dell’Euro Digitale, la relazione con i clienti sarà quindi gestita dalle banche. Vi sono poi molti aspetti intorno al “libro delle regole” relative all’Euro Digitale. Questo “Rulebook” è già stato in parte disegnato con la Banca Centrale Europea ed entrerà molto nel dettaglio in merito agli step di interazione tra banche e clienti. Da un lato abbiamo bisogno di assicurare un’esperienza omogena a livello europeo, dall’altro vi è la necessità che ogni banca possa adattare l’Euro Digitale ai servizi offerti alla propria clientela. Faccio un esempio: è un po’ come quando si vanno a prelevare i contanti al Bancomat, le schermate video del bancomat cambiano a seconda della banca ma poi alla fine escono sempre euro dalle macchine.
Uno dei motivi che mi aveva spinto a proporti questa intervista sull’Euro Digitale è stata la novità di novembre 2023 che ha visto il termine della prima fase di studio da parte della Banca Centrale Europea. Quali sono le tempistiche complessive del progetto?
Eravamo partiti nel novembre del 2021 con l’avvio della cosiddetta “Investigation Phase” che doveva durare due anni. A novembre del 2023, quindi esattamente due anni dopo è terminata questa fase. A questo punto è stata avviata la “Preparation Phase”, cioè una fase meno di analisi ad ampio spettro e più di declinazione delle scelte e dei ragionamenti portati avanti fino a questo momento. Anche questa fase si stima durerà due anni. Questa fase di preparazione sarà seguita da un anno di “Implementation Phase” per un totale di cinque anni. Siamo perfettamente On-Time, siamo quindi in perfetto timing della pianificazione comunicata dalla BCE all’inizio di questa avventura, nel luglio del 2021.
In parallelo, si sta svolgendo il processo legislativo: la Commissione Europea ha rilasciato nel giugno 2023 una proposta di Regolamento che ha l’obiettivo di creare le condizioni affinché la BCE possa decidere di emettere l’Euro Digitale e definirne le caratteristiche fondamentali. Questo per assicurare che vi sia un processo democratico accanto al lavoro più tecnico svolto dalla BCE. Questa attività legislativa riprenderà dopo le elezioni europee una volta che il nuovo Parlamento Europeo e la nuova Commissione Europea saranno insediati.
Ora una domanda che in molti si fanno: quali sono i vantaggi nel passare all’Euro Digitale?
Questo è un tema che all’inizio era stato abbastanza “indirizzato”. Nel tempo si sono aggiunti vari obiettivi. Noi la vediamo così: la BCE ha detto fin dal principio che l’Euro Digitale avrebbe portato autonomia strategica, sovranità monetaria ed un boost alla digitalizzazione dell’economia europea. Sono tre buoni obiettivi, ma non sono sufficienti a spingere i cittadini a cambiare il proprio metodo di pagamento. Serve quindi una partnership tra le banche commerciali e la Banca Centrale affinché i cittadini trovino nell’Euro Digitale qualcosa di nuovo, qualcosa che oggi non hanno e siano quindi motivati e incentivati all’uso del nuovo mezzo di pagamento. Il cliente non ha bisogno dell’Euro Digitale per pagare con carta o con smartphone al supermercato. La partnership serve proprio a non ricreare qualcosa che già esiste ma offrire servizi innovativi.
In questi mesi ha fatto notizia la crescita esponenziale del valore di alcune società high-tech che producono microprocessori in particolare legati al mondo delle Criptovalute e del Mining. È possibile che la creazione di Euro Digitale e Dollaro Digitale possano ulteriormente rafforzare questo fenomeno?
Certamente l’Euro Digitale non dovrà essere “minato” con quella tecnica tipica del mondo delle Criptovalute, perché ha un emittente chiaro e centralizzato. Noi riteniamo che una moneta di Banca Centrale non sia assolutamente comparabile ad un cripto-asset anche se usato per pagamenti: sono due mondi completamente distinti. Quando si parla di dipendenza da microprocessori, però, il quadro diventa più complesso alla luce della ricerca di una soluzione per rendere disponibili le monete digitali di Banca Centrale per i pagamenti offline. In questo caso occorrono strumenti particolari che consentano queste transazioni e che tipicamente si basano su componenti hardware innovative: se l’offline è pensato per essere un elemento “inclusivo” ma si basa su strumenti complessi si rischia di limitarne la facilità d’uso. Bisogna bilanciare queste componenti in modo da raggiungere il giusto equilibrio tra complessità e usabilità, guardando anche all’indipendenza strategica europea che si intende rafforzare.
L’argomento dell’Intelligenza Artificiale negli ultimi due anni è diventato estremamente popolare, anche grazie all’esplosione del fenomeno dell’A.I. Generativa. Cosa faranno i nostri figli quando saranno grandi, quale sarà il futuro del lavoro, cosa consigliare a questa generazione A.I. native?
Alcuni lavori rimarranno, altri lavori, quelli nuovi, grazie al cielo non abbiamo proprio idea di come saranno. Sarà per noi, come per i nostri genitori che ancora oggi faticano a capire cosa fanno i propri figli se hanno particolari specializzazioni tecnico-professionali. Certo, abbiamo chiaro quali sono gli ingredienti fondamentali nella crescita dei nostri figli ed in particolare delle nostre bambine. Abbiamo bisogno di far giocare tutti loro con strumenti matematici, con i Robot, con la programmazione. Dobbiamo iscriverli a corsi di Coding, poi sceglieranno quello che piacerà di più, ma sicuramente dobbiamo dare loro tutti gli strumenti, perché in questo settore si cercano tantissimi esperti e neolaureati. Facciamo loro capire che tra le tante possibilità che la vita offre, c’è anche questa.