Coccola golosa, dolce pausa tra la calma della notte e la frenesia del giorno: la colazione, secondo me. Il momento migliore per due chiacchiere rilassate con Giuseppe Cederna.
Molti lo conoscono come attore, ma solo alcuni sanno che Giuseppe Cederna è anche autore di tre libri: “Il grande viaggio”, “Piano americano” e “Ticino. Le voci del fiume, storie d’acqua e di terra”. Al cinema lo abbiamo ammirato in “Marrakech Express” e “Mediterraneo”, per la regia di Gabriele Salvatores, “Italia – Germania 4-3” di Andrea Barzini, “El Alamein – La linea del fuoco” firmato da EnzoMonteleone. Oltre ai serial televisivi, da sempre Cederna calca il palcoscenico. Tra i tanti lavori che lo vedono in scena, “Da questa parte del mare” di Gianmaria Testa con la regia di Giorgio Gallione e “La cortesia dei non vedenti” del quale è anche regista. Appassionato di montagna, è tra i protagonisti del film documentario “A Riveder le Stelle”, un lavoro a impatto zero del giovane regista Emanuele Caruso che uscirà nelle sale nel 2020.
Per il film di Caruso, in una settimana avete percorso 36 km e affrontato un dislivello di 5.000 metri. Cosa ti ha lasciato quest’esperienza?
Nella mia genetica c’è un bisnonno che tra la fine dell’Ottocento e i primi del Novecento era un esploratore di montagna. Da lui ho imparato il piacere di camminare con lentezza. Procedere verso la cima è un modo per mettersi alla prova e conoscersi meglio, perché il silenzio permette di sentire le voci interiori. In questo film ci siamo immersi nella natura selvaggia ed è stata una prova per Giuseppe come uomo, più che come personaggio di spettacolo.
Nel cast di “A Riveder le Stelle” non ci sono solo attori. Come è stato lavorare con persone che conducono vite diverse dalla tua?
Con Valter, uomo timido e riservato, si è instaurato un rapporto silenzioso, ma intenso, che mi ha lasciato molto. Lui è un falegname, la sua storia non ha nulla in comune con la mia, eppure ci siamo capiti anche senza parlare troppo. Con il Dott. Franco Berrino, epidemiologo ed esperto di sana alimentazione, abbiamo invece commentato il Padre Nostro e ragionato sull’importanza del ringraziare.
In “Made in Italy”, la serie online su Prime Video che in primavera sarà su Canale 5, sei il direttore di una rivista di moda. Ti sei ispirato a tuo padre Antonio, famoso giornalista?
Papà si occupava di ambiente, ma in effetti mi sono rifatto a lui. Recitando mi sono ricordato di quando entravo nel suo studio e sentivo l’odore della carta e della gomma da cancellare oppure giocavo con la sua macchina da scrivere.
La colazione per te è…?
Di due tipi. Se sono a casa, la mia compagna Alessandra mi prepara yogurt, frutta secca e tè; al bar, invece, non rinuncio al cappuccino e alle pizzette di Linari, un bar di Testaccio dove si incontra la Roma di un tempo che parla ancora in dialetto. Una vera esperienza di condivisione umana.