Dopo SpaceX un “nuovo” concorrente sulla scena astronautica, ottiene un risultato importante nella corsa verso lo Spazio
Nel precedente numero di Tecnofuturo abbiamo parlato del grande successo ottenuto nel 2024 dall’azienda spaziale SpaceX. Dopo anni di tentativi, infatti, nel mese di ottobre 2024, per la prima volta nella storia, ha avuto un successo completo il volo di prova del razzo Starship della società SpaceX, dotato del più potente booster riutilizzabile mai realizzato. Il test effettuato era fondamentale per il progetto che gli Stati Uniti stanno realizzando per portare l’essere umano su Marte. Per raggiungere questo obiettivo era necessario che il razzo di lancio fosse recuperabile e, quindi, riutilizzabile, in caso contrario i costi ed i tempi con le tecnologie attuali sarebbero proibitivi rendendo irrealizzabile l’attività.
Ma solo pochi mesi dopo un nuovo evento ha aggiunto un tassello positivo alla corsa verso lo spazio.
Come ampiamente trattato nel precedente articolo, negli ultimi anni, l’esplorazione spaziale ha subito un cambiamento radicale, grazie all’ingresso di aziende private che hanno ridisegnato i confini dell’industria aerospaziale. Tra queste, due nomi si distinguono per innovazione, ambizione e successi: SpaceX e Blue Origin. Fondata dal controverso e discusso Elon Musk la prima, e dal magnate di Amazon Jeff Bezos, la seconda, queste due aziende sono al centro di una competizione che promette di rivoluzionare il futuro dell’esplorazione spaziale.
L’EVENTO
Nel gennaio del 2025 per la prima volta nella sua storia, dopo decenni di sviluppo, con numerosi ritardi e battute d’arresto, il razzo New Glenn di Blue Origin ha raggiunto con successo l’orbita terrestre, negli stessi giorni in cui la Starship di SpaceX è esplosa sopra l’oceano Atlantico. Potrebbe sembrare che l’azienda spaziale di Elon Musk, abbia subito una battuta d’arresto, mentre Blue Origin di Jeff Bezos sia in grande recupero. Una cosa è certa, per la prima volta da decenni SpaceX potrebbe avere un agguerrito concorrente. Il razzo di Blue Origin può lanciare circa il doppio della massa del più piccolo Falcon 9 di SpaceX, che è stato il veicolo di riferimento per i governi e le aziende che vogliono lanciare i loro satelliti in orbita terrestre, e può anche battere le capacità del Falcon Heavy, l’attuale razzo di punta di SpaceX in funzione commerciale. Grazie al successo del volo del gennaio 2025, Blue Origin è ora un passo più vicina al lancio commerciale di carichi utili. Come per Starship il veicolo di Bezos è costituito da due stadi, pensati per sganciarsi l’uno dall’altro nel corso del lancio. Quello inferiore è progettato per essere riportato a terra e riutilizzato più volte; lo stadio superiore è invece progettato per compiere missioni nell’orbita terrestre bassa, media e geostazionaria. La propulsione è garantita da sette motori montati sullo stadio inferiore e da due motori presenti invece sulla parte superiore del veicolo.
Blue Origin: un’evoluzione graduale ma costante
Blue Origin, fondata nel 2000 da Jeff Bezos, ha seguito un approccio più graduale rispetto al concorrente. L’azienda si è concentrata inizialmente su voli suborbitali, con l’obiettivo di rendere i viaggi spaziali più accessibili e di spianare la strada per un futuro in cui l’umanità possa colonizzare lo spazio. Tuttavia, negli ultimi 12 mesi, Blue Origin ha compiuto significativi progressi sia nei voli commerciali che nei progetti di esplorazione a lungo termine.
Il razzo New Glenn e il lancio di carichi pesanti
Nel 2024, Blue Origin ha fatto un grande passo avanti con il razzo New Glenn, progettato per concorrere con i giganti del settore come il Falcon 9. Il New Glenn è un razzo di classe heavy-lift, destinato a portare carichi più pesanti in orbita rispetto al New Shepard, che è il razzo suborbitale di Blue Origin. New Glenn è destinato a diventare una parte fondamentale della strategia a lungo termine di Blue Origin, che mira a entrare nel mercato dei lanci commerciali e delle missioni di esplorazione spaziale. A differenza di SpaceX, che ha già una comprovata esperienza nei lanci regolari, Blue Origin sta ancora costruendo la sua reputazione e la sua capacità operativa. Ma l’obiettivo non è solo questo: il razzo non farà concorrenza solo a SpaceX, ma anche ai razzi di Lockheed Martin per portare in orbita ogni tipo di satellite sia civile che per conto del Dipartimento della Difesa USA; New Glenn, infatti può collocare in orbita terrestre 45 tonnellate e 7 tonnellate in orbita lunare: potrà quindi inviare sia sonde verso la Luna, che componenti per la costruzione di nuove stazioni spaziali in orbita attorno alla Terra.
Il turismo spaziale: New Shepard
Un altro successo significativo di Blue Origin è stato il suo programma di turismo spaziale, con il razzo suborbitale New Shepard. Nel corso del 2024, Blue Origin ha effettuato diverse missioni turistiche, portando clienti privati in brevi voli suborbitali che sono durati circa 10 minuti, ma che hanno consentito di sperimentare l’assenza di gravità e ammirare la Terra dallo spazio. Questi voli sono diventati un importante elemento di marketing per Blue Origin, che sta cercando di rendere i viaggi spaziali una realtà accessibile a chiunque possa permetterseli. Sebbene il programma di turismo spaziale non rappresenti una fonte di reddito paragonabile a quella dei lanci commerciali, è una vetrina perfetta per mostrare le capacità tecnologiche dell’azienda e costruire un’immagine.
Un confronto tra SpaceX e Blue Origin: differenze e prospettive future
Gli approcci delle due società private differiscono notevolmente.
Spinta all’innovazione: SpaceX ha abbracciato una filosofia di “fail fast, learn fast”, con l’obiettivo di ottenere risultati rapidi e affrontare le sfide con una mentalità pragmatica. La Starship, nonostante i problemi iniziali, rappresenta un incredibile salto tecnologico, e la sua riuscita potrebbe rivoluzionare i viaggi spaziali. La capacità di SpaceX di riutilizzare i razzi e di ridurre drasticamente i costi di lancio è un altro punto a suo favore. D’altro canto, Blue Origin adotta un approccio più conservativo e graduale, focalizzandosi prima sui voli suborbitali e poi sui lanci orbital, con il New Glenn. Questo approccio ha portato Blue Origin a essere più cauta nel pubblicizzare progressi e successi, ma non per questo meno ambiziosa. Il suo obiettivo, a lungo termine, è rendere la colonizzazione spaziale una realtà, costruendo infrastrutture permanenti nello spazio.
Futuro delle missioni spaziali
Guardando al futuro, SpaceX sembra essere la principale forza motrice nel campo delle missioni spaziali, con progetti come il lancio di astronauti verso Marte e il supporto alla costruzione di una colonia sulla Luna (attraverso la missione Artemis della NASA). SpaceX ha già messo a segno numerosi successi nelle missioni di rifornimento della ISS e nel trasporto di astronauti. Blue Origin, pur avendo compiuto significativi passi avanti, è ancora nella fase iniziale della sua evoluzione. Tuttavia, con la continua crescita del programma New Glenn e l’orientamento verso l’esplorazione lunare e la colonizzazione spaziale, Blue Origin potrebbe rivelarsi un attore cruciale nei decenni a venire.
Il ruolo di Torino e dell’Italia Torino è un centro di eccellenza per la ricerca, l’ingegneria e l’innovazione tecnologica, e la sua tradizione industriale ha da sempre spinto la città a essere in prima linea in numerosi settori avanzati, tra cui quello aerospaziale. Il distretto industriale torinese ha visto la nascita di alcune delle principali aziende italiane del settore spaziale, come Thales Alenia Space e Altec Space che hanno sede in città. Thales Alenia Space, una delle realtà più significative nel panorama europeo, sviluppa satelliti e sistemi spaziali, collaborando con agenzie spaziali di tutto il mondo, dalla NASA all’ESA. Altec Space di cui abbiamo parlato in passato, sta sviluppando attività legate all’esplorazione di Marte e alla costruzione di una base sulla Luna. Anche in questo caso, Torino potrebbe trarre vantaggio dalla crescente attenzione che Blue Origin dedica all’esplorazione lunare. Le aziende torinesi, grazie alla loro esperienza nella progettazione di satelliti e moduli spaziali, potrebbero essere coinvolte in missioni che utilizzano i razzi New Glenn e i moduli Blue Moon per il trasporto di equipaggiamenti e risorse sulla Luna. Saranno molto utili, inoltre, le competenze torinesi nel campo delle telecomunicazioni spaziali, dell’Intelligenza Artificiale e della robotica.
Per l’Italia l’utilizzo di vettori avanzati come il Falcon 9 di SpaceX e il New Glenn di Blue Origin apriranno nuove frontiere, permettendo di partecipare a missioni interplanetarie, a progetti lunari e alla creazione di infrastrutture spaziali sostenibili. Il futuro dell’esplorazione spaziale italiana è, quindi, sempre più legato all’innovazione e alla collaborazione con i principali attori privati del settore, che offrono nuove possibilità per la crescita e lo sviluppo del Paese nello spazio. In modo inaspettato, come spesso avviene nella ricerca scientifica, il 2024 ed i primi mesi del 2025, hanno segnato una svolta nella sfida spaziale tra SpaceX e Blue Origin, che si è fatta sempre più avvincente. SpaceX continua a dominare con innovazioni straordinarie e progressi rapidi, ma Blue Origin sta guadagnando terreno con una visione a lungo termine che si concentra sulla sostenibilità e sull’espansione del turismo spaziale. Mentre entrambe le aziende si preparano per nuove missioni, la vera domanda è quale delle due riuscirà a consolidare la propria posizione in qualità di leader nelle future colonie spaziali e nei voli interplanetari. Se SpaceX sembra avere il vantaggio nel breve termine, Blue Origin potrebbe essere la chiave per il futuro della vita umana nello spazio. La competizione è appena cominciata, e il cielo non è più il limite.