Con 162 milioni di follower Khaby Lame è il TikToker più amato del 2024 e il 50° più seguito su Instagram. Nel cuore di Khaby, però, da sempre c’è il cinema e grazie al manager Nicola Paparusso il desiderio è diventato realtà.
Vincere l’Oscar. È questo il sogno nel cassetto del content creator più famoso del mondo. Come sempre il destino ha un ruolo chiave e tutto, nella sua carriera, si è mosso in questa direzione. Infatti, i TikTok che lo hanno reso celebre ad ogni latitudine, a pensarci bene, sono stati l’inizio della sua attività attoriale. Non è un caso, infatti, che quei gesti e quella mimica così accattivanti abbiano stuzzicato l’attenzione di Forbes che lo ha definito il “Charlie Chaplin dell’era digitale”. Il fato, però, va aiutato e Khaby lo sa. Per questo da inizio anno ha scelto di essere affiancato da un nuovo manager, Nicola Paparusso, che lo ha traghettato dal web al cinema. Esperto di marketing e comunicazione, Paparusso conosce Lame da prima che diventasse il fenomeno mediatico amato dal pubblico e dalle celeb e lo affianca in tutte le scelte professionali. Scelte vincenti che hanno permesso al TikToker di avere un cameo nel film “Bad boys” accanto a Will Smith e di essere protagonista di “Khaby is Coming to America”, la serie unscripted realizzata dalla società media che si occupa di inclusione Group Black e da P&G. I 20 episodi vedono la partecipazione di diversi ospiti: da Alicia Keys a David Beckham, da Jon Baptiste a Steven A. Smith. Sempre Nicola Paparusso sta lavorando per la realizzazione dell’Action Comedy “00Khaby”. Il film, che ha come protagonista l’imprenditore digitale, verrà girato tra Montecarlo, Los Angeles, Roma e gli Emirati Arabi. Subito dopo il neo-attore sarà la star del drammatico “The jet”, scritto a quattro mani da Paparusso e Lame e prodotto dalla Paparusso Communication, società del figlio Axel, e da una Major di Los Angeles al momento top secret. Il passaggio dai social network al cinema non risponde solo alla volontà di Khaby, ma è una mirata strategia del suo manager che lo ha introdotto nel mondo di Hollywood – grazie a lui l’influencer ha anche promosso il nuovissimo “Twisters” diretto da Jan de Bont – e della musica internazionale. Sul fronte moda Paparusso ha infine favorito il rinnovo del sodalizio con Hugo Boss. Il risultato? Khaby non solo è testimonial del brand insieme con Matteo Berrettini, Hailey Bieb er e Kendall Jenen, ma creerà una capsule collection.
Come ti sei avvicinato a TikTok?
Durante la pandemia, mentre ero bloccato a casa, ho pensato che la piattaforma potesse essere usata non solo per fare balletti, ma anche per i miei sketch. Non immaginavo che avrei avuto successo, io volevo solo divertirmi e passare il tempo il meglio possibile.
Secondo te qual è stato l’elemento che ti ha fatto emergere rispetto ad altri content creator?
Oltre alle espressioni facciali, credo soprattutto la semplicità. Non mi sono mai preparato in maniera specifica prima delle riprese: prendo, ad esempio, la mia bottiglia d’acqua e sono pronto per registrare.
Quando hai capito di essere diventato famoso?
Quando in televisione ho visto personaggi famosi come il calciatore del Real Madrid Vinicius imitare i miei gesti.
Come gestisci la notorietà?
Ammetto che essere fermato per strada mi fa piacere. D’altra parte, per un creator i fan sono essenziali e io ho un rapporto molto bello con chi mi segue. Inoltre, non mi è mai capitato di incontrare persone maleducate.
Grazie alla tua mimica sei stato paragonato a Buster Keaton e a Charlie Chaplin. Cosa ne pensi?
Sono onorato di essere equiparato ai grandi del cinema, soprattutto perché sto iniziando una nuova carriera proprio in questo settore. Mi piace recitare e il mio sogno da sempre è vincere un Oscar.
È vero che stai studiano inglese per recitare in ben due produzioni internazionali?
Sì, mi sono trasferito a Los Angeles per imparare la lingua al meglio. Il primo film in programma è “00Khaby”, un’action comedy nella quale ci saranno scene di lotta e mi sto allenando per essere fisicamente preparato in modo da non usare quasi mai la controfigura.
Invece qual è la trama di “The jet”?
Racconta la vita di Tommie Smith, l’atleta di colore americano famoso per aver alzato il pugno come segno di protesta contro il razzismo dopo la vittoria ai Giochi Olimpici del 1968 in Messico. Questo film lo sto scrivendo insieme al mio manager e la produzione sarà italo-americana.
Sei dislessico come Tom Cruise e proprio lui ti ha dato dei consigli per recitare al meglio. Quali?
Quando ci siamo incontrati, tempo fa, abbiamo parlato a lungo. La mia preoccupazione era di non riuscire a memorizzare le battute a causa della dislessia, ma lui mi ha detto che con l’impegno e la buona volontà si riesce a fare tutto.
Quali attori ammiri particolarmente?
Tra gli italiani mi piace molto Checco Zalone. Mi ha sempre fatto ridere con la sua visione ironica delle cose e mi piacerebbe lavorare con lui. Tra gli stranieri, invece, preferisco Eddie Murphy e Omar Sy, che tra l’altro mi segue su Instagram. E naturalmente Will Smith.
A proposito del tuo manager, Nicola Paparusso, quale ruolo ha nella tua nuova carriera?
TikTok e i social mi hanno reso popolare, ma a un certo punto ho capito che per raggiungere certi obiettivi avevo bisogno di un professionista competente e di fiducia come Nicola. Conosco i suoi tanti successi internazionali e so che grazie alla sua vicinanza e sostegno vincerò l’Oscar. Non solo: nella sua carriera si è sempre distinto per correttezza ed etica, valori per me importanti.
Perché hai scelto Paparusso come manager?
Perché lui conosce la mia cultura e le mie origini. Frequenta la mia famiglia da anni e mio padre è un suo amico fraterno. So che di lui mi posso fidare totalmente e il nostro rapporto non è da manager ad artista, ma da padre e figlio. Qualunque decisione professionale la prendo con lui.
Questo 2025 ti vedrà protagonista anche di un progetto con Robert Redford: quale?
Io dirigerò e girerò una serie di contenuti in Africa, tra i quali anche nel mio paese nativo che è il Senegal, per portare l’attenzione sull’importanza della sostenibilità ambientale e Robert sarà la voce narrante. Vogliamo sensibilizzare le persone sulla situazione climatica che oggi più che mai sta creando seri problemi alle popolazioni africane e secondo Robert un giovane che parla ai giovani può fare la differenza.
La star di Hollywood ti affida quindi una mission importante?
Collaborare con Robert Redford, e con sua moglie Sibylle Szaggars che ha fondato l’organizzazione no-profit “The Way of the Rain”, è un onore e un’importante responsabilità per me. Voglio fare quello che posso per far conoscere le questioni ambientali che affrontiamo nel mio nativo Senegal, nel continente africano e su scala globale. Non vedo l’ora di lavorare con Robert affinché la sua voce iconica racconti la storia e di avere i suoi consigli durante la regia e l’editing dei contenuti. Sono stato un ammiratore della sua eredità lavorativa sia come attore che come regista.
C’è un messaggio che vuoi dedicare ai lettori di Plus Magazine?
Seguite sempre i vostri sogni perché tutto è possibile. Se ci si crede davvero, chiunque può raggiungere qualsiasi cosa. Io ce l’ho fatta con impegno e dedizione e sono sicuro che anche gli altri possano riuscire.