Rebis
di Irene Marchesini e Carlotta Dicataldo (BAO Publishing)
“Viviana. Ma che cos’è una strega?”, chiede Martino. “Sono stata strega anche io. Dove loro vedevano una strega, che fosse una donna senza marito, una vecchia che si cura i mali con l’ortica… a volte soltanto una bambina sveglia e perspicace… io ho sempre e solo visto mie simili”. Non è facile crescere ed accettarsi quando si è vittima del pregiudizio, della paura, dell’odio. Quando si ha la sensibilità di chi ama osservare e proteggere le larve che diventeranno coleotteri. Ma forse basta solo la guida di chi ti sa ascoltare e ti lascia esprimere senza giudicare. Una fiaba emozionante e senza tempo, dove il male, che l’uomo vuole vedere a tutti i costi, si frantuma di fronte alla dolcezza di… Rebis.
Lo schermo bianco
di Enrico Pinto (Coconino Press – Fandango)
Salvo ama ritrarre i viaggiatori durante i suoi spostamenti in metro. È un giovane architetto, in un importante studio di una Parigi dominata dal partito di Orgoglio nazionale, e vive una storia d’amore con Sistine, orgogliosa, ambientalista e ribelle, forse troppo ribelle… come i dissidenti dello “Schermo Bianco”, lo schermo illuminato dei cellulari che non mostrano nulla ma riprendono tutto, simbolo di protesta, ma anche di protezione per chi la fa. Fino al giorno dell’attentato. Quando per Salvo inizia una ricerca disperata e folle, che si mescola con il dramma di una città che si sta giocando il futuro con un referendum.
Comfortless
di Miguel Vila (Canicola)
Miguel Vila, dopo gli straordinari “Padovaland” e “Fior di latte”, ci riporta in quella terra di mezzo che è la provincia urbanizzata, ai tempi del Covid. Con il suo impietoso e sorprendente realismo, fatto di dettagli e di difetti, di vignette senza bordi, grandi e piccolissime, oppure tonde come la lente di un cannocchiale, che sembra di guardare da lontano, o da molto vicino, non fa sconti a nessuno. Non ai protagonisti, ma nemmeno al lettore, che per forza di cose si ritroverà coinvolto nelle loro vicende, fino a quella che potrebbe essere… la fine del mondo.
Temporale
di Andrea Ferraris (Oblomov Edizioni)
“Tutti hanno un soprannome. Alcuni sono così antichi che è difficile ricordare il nome vero”, in quelle colline e valli del Monferrato, dove cascine isolate e paesi di campagna richiamano alla memoria le Langhe di Pavese e Fenoglio. Un mondo a parte, che le affascinanti matite di Andrea Ferraris – e i suggestivi colori di Daniela Mastrorilli – rievocano in quindici folgoranti racconti. Capitoli di un’unica storia, in cui sbirciamo nella vita di chi ci è nato, di chi è rimasto e di chi ha scelto di viverci, tra la poesia di una notte stellata, il mistero di un bosco fitto, la paranoia