Nave Italia: un brigantino tutto speciale


La nostra Marina Militare è una forza armata operativa in ambito marittimo nella difesa della Repubblica Italiana, alla quale sono affidati molteplici interventi con priorità al controllo e alla condotta di operazioni navali in acque territoriali e internazionali per difendere gli interessi nazionali e delle vie di comunicazione marittime. È impegnata anche in attività di protezione civile in occasione di calamità naturali ed è intervenuta con i propri mezzi e uomini in missioni di pace. Insieme all’Esercito Italiano, Arma dei Carabinieri e Aviazione Militare costituisce l’ossatura delle nostre Forze Armate.

Ora desideriamo soffermarci sulle “Navi Scuola” della Forza Armata, tre velieri che mostrano tutta la loro imponenza e maestosità a vele spiegate affrontando i venti di mari e oceani: approdano in ogni dove nel globo, sono accolte ovunque con tutti gli onori e ospitano a bordo autorità e imprenditori, in un’ottica di “ambasciatrici” del nostro Paese.

La Nave Scuola Amerigo Vespucci, chiamata in gergo “Armata a Vela”, accoglie gli allievi dell’Accademia Navale di Livorno per affinare l’arte marinaresca in ogni suo aspetto, con l’obiettivo di arrivare alla nomina di Guardia Marina, per poi proseguire nelle varie tappe nella carriera di Ufficiale. Questa stupenda nave con 2554 m² di vela è ammirata in tutto il mondo ed è denominata simpaticamente “La Signora dei Mari”.

Nave Palinuro è una goletta armata con vele quadre e di taglio che svolge due compiti principali: offrire il supporto necessario alla formazione degli allievi sottufficiali e contribuire alla promozione d’immagine della Marina Militare.

Nel 2007 a Genova la Marina Militare, in sinergia con lo Yacht Club Italiano, ha costituito la Fondazione Tender To Nave Italia Onlus, con un obiettivo unico nel panorama della marineria: promuovere la cultura del mare e della navigazione, come strumenti riabilitativi e di inclusione sociale, ospitando sul brigantino Nave Italia persone con disabilità o in presenza di disagio sociale, con problemi di salute mentale o affetti da malattie oncologiche. In questo contesto si realizzano progetti di ricerca, formazione e terapia.

Nave Italia “Una nave speciale”
È un brigantino-goletta con una superficie velica di 1300 m², una lunghezza di 60 metri con una capacità di alloggio fino a 22 ospiti, l’equipaggio di norma è costituito da 20 marinai della Marina Militare, al comando un capitano di vascello. Tutto il personale interagisce con gli ospiti a bordo con una visione e un approccio sia dal lato umano che psicologico. La nave è dotata di ogni comfort e di infermeria per ogni evenienza.

Per salire a bordo di Nave Italia è necessario che un ente scolastico, una comunità, un’organizzazione senza scopo di lucro pubblica o privata presenti un progetto per circa 10-15 persone più un numero limitato di accompagnatori. Vengono accolti circa 20 progetti all’anno distribuiti da aprile a novembre e si svolgono in una settimana di navigazione, in questo periodo non è possibile sbarcare.
Non vorremmo sembrare venali, ma in questa terapia dell’avventura occorre considerare anche l’aspetto economico: metà dei costi vengono supportati dalla Fondazione Tender, l’equipaggio è in carico alla Marina Militare e un contributo minimo viene chiesto ad ogni partecipante tramite le loro associazioni in sinergia con gli sponsor. Un’esperienza di vita indimenticabile, dove il vissuto giornaliero con i marinai, il mare e la vita di bordo contribuiscono a educare, riabilitare e integrare una sorta di divertimento e aggregazione. Un particolare: chi sale sul brigantino diventa membro effettivo del personale di bordo, con assegnazione di compiti inerenti la navigazione, coadiuvati dall’equipaggio.

Come si svolge la vita a bordo
Gli ordini vengono scanditi con interfono, immaginiamo alcuni momenti in cui i gruppi di ragazzi vengono chiamati per le attività quotidiane: “assemblea generale, colazione in sala mensa”, “posto di lavaggio generale”, “posto di manovra terza e quarta squadra”, “posto di manovra di prora e di plancia”, “pronti a salire a riva” ovvero la scalata dell’albero di trinchetto con scale di corda ovviamente opportunamente legati e assistiti dai nocchieri di bordo, “posto di manovra alla vela”, “squadra antincendio pronta al controllo estintori”, “prima e seconda squadra avviarsi al laboratorio nodi”, “quinta squadra lezioni di navigazione”, “pronti a coordinarsi per l’aiuto in cucina con i cuochi di bordo”, “oggi è il compleanno di un vostro compagno di viaggio, a voi l’onere della torta, festeggiatelo!”.
Interconnessi tra i vari gruppi non mancano gli aspetti liberi e gioiosi del gioco, la caccia al tesoro, la costruzione di aquiloni e fotografie con premio per l’attività più caratteristica svolta sulla nave.
Tutte queste attività quotidiane sono sempre supportate dall’equipaggio che segue i ragazzi in ogni loro spostamento sulla nave salvaguardando la loro incolumità. Abbiamo galoppato volutamente con la fantasia e ci siamo immersi nelle attività quotidiane elencandole nel loro insieme, cercando di coinvolgere chi ci legge in questo appassionate viaggio sul brigantino più grande del mondo, con a bordo gruppi di ragazzi che scendono dalla nave arricchiti da questa stupenda avventura, supportati da alcuni educatori che conoscono le loro caratteristiche umane e psicologiche.

Il filo conduttore di questa terapia dell’avventura è considerare ogni forma di diversità e disagio sociale come un esempio di arricchimento reciproco. L’esperienza in mare su Nave Italia ha un effetto terapeutico, con l’obbiettivo di mettere in contatto con la natura le persone che vengono considerate come un equipaggio, coinvolgendole in tutte le attività marinaresche, in modo da sentirsi persone uguali alle altre, capaci di fare “cose” impensabili prima di salire a bordo. Nessuno ti giudica, nessuno ti fa sentire “diverso”, nascono nuove amicizie, si rafforzano i legami e si superano ostacoli e paure che navigano nella mente. Su Nave Italia non si lascia indietro nessuno, immaginiamo i ragazzi che all’unisono e con lo sguardo rivolto verso la nostra bandiera dicono: “uno per tutti, tutti per uno”.
Si torna a casa, il percorso continua con approfondimenti su questa stupenda avventura, con impressioni e ricordi scolpiti nella mente.

Possiamo dire, senza ombra di dubbio, che il progetto Nave Italia funziona in tutti i suoi aspetti tecnici e operativi: grazie alla lungimiranza della Fondazione Tender, dello Yacht Club Italiano e alla nostra Marina Militare, sempre attenta ai bisogni della comunità.