Il Madagascar è un’isola più unica che rara. Lo sostiene anche il WWF che considera lo stato insulare una delle ultime terre intatte al mondo. Di fatto lo si può considerare un microcontinente dove convivono ecosistemi diversi, uno accanto all’altro. La sua incredibile biodiversità, con flora
e fauna endemici, lo rendono un luogo da esplorare per riempirsi di meraviglia. Basti pensare che i lemuri, quasi tutte le varietà di rettili e anfibi, oltre la metà delle specie di uccelli vivono in questo territorio e in nessun’altra parte del mondo. La causa di tale esclusività è da imputare a un lungo isolamento geografico che ha generato un’altra particolarità, ovvero l’assenza totale dei grandi mammiferi africani come: antilopi, elefanti, zebre, cammelli, giraffe, iene, leoni e ghepardi; l’unico presente è l’ippopotamo che, vissuto anch’esso in stato di isolamento, è evoluto in una variante propria
del Madagascar.
La Repubblica del Madagascar è uno Stato composto da oltre 250 isole situate nell’Oceano Indiano, al largo della costa del Mozambico. È una terra speciale dove si incontrano foreste pluviali, foreste tropicali secche, altopiani e deserti, foreste di mangrovie e ci si può immergere in una barriera corallina pulsante di vita. L’isola maggiore, detta anche “Isola Rossa” è chiamata essa stessa Madagascar. A livello globale è la quarta isola più grande al mondo e la sua capitale, Antananarivo, è l’aeroporto di approdo per intraprendere il viaggio nell’ultimo Eden. Conosciuta col diminutivo di Tana, la capitale è posizionata sugli altopiani centrali dell’isola, sorge su diverse colline e ha circa un milione e mezzo di abitanti. Gli edifici sono un mix tra architettura tradizionale malgascia e altri di tipo moderno come il Palazzo della Regina che si erge a quasi 1500 metri sul livello del mare. Il castello, detto anche Rova di Antananarivo, è stata residenza reale dal XVII al XIX secolo. Nella parte alta della città si trovano le principali attrazioni turistiche, mentre nella zona bassa si svolge la vita quotidiana. Una sosta a Basse Ville significa infatti crogiolarsi in un’atmosfera vivace, soprattutto ad Analakely Market dove sono in vendita tessuti, oggetti di artigianato locale e prodotti freschi.
Con una visita in giornata da Tana si può iniziare l’esplorazione del Madagascar recandosi sulla collina reale di Ambohimanga (collina blu in malgascio), distante 20 chilometri in direzione nord. Il sito è importante perché rappresenta da una parte il simbolo del potere politico dei Merina, artefici dell’unificazione del Madagascar, e dall’altra è luogo di sepoltura dei regnanti. Uno studio sulla ritualità funeraria ha rilevato una forte devozione verso gli antenati attraverso donazioni rituali di matrice indonesiana (da cui provengono i Merina). Tutto ciò rende la “collina blu” un luogo di grande spiritualità dove si compiono tutt’oggi dei pellegrinaggi. Bisogna però sapere che visitare il Madagascar è complesso poiché la viabilità è difficile e, di conseguenza, i tempi di percorrenza sono molto lunghi. Il tempo trascorso in auto per i trasferimenti è tanto, ma è anche un’occasione per volgere lo sguardo verso l’orizzonte e lasciarsi rapire dal paesaggio. Conviene visitarlo a zone (nord, ovest, oppure est) senza confidare troppo sui voli interni, e riservandosi le opportunità di scoprirlo in differenti occasioni, a seconda dei propri interessi e della curiosità. Il viaggio in Madagascar è affrontabile tutto l’anno, ma i mesi migliori vanno da aprile a metà dicembre. In questo lasso di tempo è possibile: fare un “bagno di foresta” ad aprile, quando termina la stagione delle piogge e la vegetazione è lussureggiante; avvistare le balene, il cui passaggio avviene tra luglio e settembre lungo la costa orientale; incontrare i lemuri e i camaleonti, soprattutto tra ottobre e novembre; dedicarsi al relax balneare nell’estate australe. Chi si aspetta da un viaggio in Madagascar di partecipare a un classico safari resterà deluso. La mancanza dei famosi “big five” e le caratteristiche peculiari di questa terra portano a tutt’altro tipo di esperienza.
Lo si comprende visitando il Parco Nazionale dell’Isalo, un’area naturale protetta nella zona centro-meridionale dell’isola. Il paesaggio, esteso in un’area di 80.000 ettari, è caratterizzato da formazioni rocciose modellate dagli eventi atmosferici, in un contesto simile alla savana ma con specie animali di tutt’altro tipo. Qui si incontrano infatti i lemuri (il primate icona del Madagascar), camaleonti, diversi tipi di uccelli e rettili. L’area può essere visitata con dei trekking semplici o in mountain bike.
La Riserva Naturale Integrale di Tsingy de Bemaraha è situata nella parte centro-occidentale dell’isola. È famosa per le sue formazioni geologiche chiamate “tsingy”. Questo termine, in malgasci, significa “dove non si può camminare scalzi” perché le formazioni rocciose sono degli aghi affilati di calcare di ogni dimensione, dai più piccoli fino ai 50 metri di altezza. La loro origine è preistorica, infatti si stima siano state create dall’erosione dell’acqua piovana sulla roccia nel corso di milioni di anni. In un’area di 152.000 ettari si trovano numerose grotte e canyon, tra cui quello originato dal fiume Manambolo.
Il Kirindy Mitea National Park è una riserva naturale poco distante dal Tsingy. Oltre alle specie endemiche che popolano la zona, questo parco è conosciuto per la foresta decidua secca in cui vive il lemure marrone dalla fronte rossa e il lemure topo grigio. Un passaggio di sicuro impatto è quello lungo i 260 metri del Viale dei Baobab. L’Allée des Baobabs è un breve tratto della RN8, fiancheggiato da una ventina di grossi alberi millenari della specie Adansonia Grandidieri, che si trovano solo in Madagascar. Alti fino a 30 metri, il popolo malgascio li considera sacri e li venera come divinità. Nella cultura locale rappresentano infatti la madre della foresta. Come è prevedibile per l’impatto fotografico, si tratta di una delle tappe più turistiche del Madagascar, perciò, è preferibile visitarla all’alba o al tramonto.
A poco più di un centinaio di chilometri daAntananarivo, il Parco Nazionale di Andasibe-Mantadia è suddiviso in due zone. Tra le specie ivi accolte si trovano diversi tipi di lemure: l’indri, ovvero il più grande del Madagascar, il catta e il notturno. Oltre a una grande varietà di orchidee, felci e palme che ingentiliscono il paesaggio. Il parco offre ai visitatori la possibilità di effettuare escursioni a piedi guidati da membri delle comunità locali.
La Riserva Comunitaria di Anja è un’area protetta sugli altipiani centrali ed è gestita da persone del posto. È famosa per un lago di acqua dolce e un’area boschiva dove abitano diverse specie selvatiche endemiche avvistabili con delle passeggiate immersive guidate. In un’area di quasi 42 mila ettari, il Parco Nazionale di Ranomafana è situato nella parte orientale dell’isola ed è stato istituito nel 1991 per proteggere la foresta pluviale e la fauna. Nel 2007 è stato inserito tra i siti Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO come esempio di conservazione della biodiversità e della cultura locale. Al suo interno vi si trovano una grande varietà di habitat e di specie, soprattutto di lemuri. Il parco è facilmente accessibile dalla città di Fianarantsoa ed è visitabile guidati da membri della comunità locale.
La più estesa area protetta del Madagascar è il Masoala National Park, nella regione nordorientale. È una destinazione importante per: l’ecoturismo grazie alla biodiversità raccolta, l’attività di conservazione e protezione degli ecosistemi
(tra cui la foresta pluviale di pianura, la foresta litoranea e gli habitat marini) e delle specie, tra cui oltre 15 tipi diversi di lemuri. Una caratteristica saliente del parco è Nosy Mangabe, un piccolo isolotto poco distante dalla costa dove abita l’aye- aye, un tipo di lemure molto raro e in via di estinzione. Partendo dalla cittadina Antsiranana (conosciuta anche come Diego Suarez, dal nome dell’esploratore che per primo arrivò in questo porto naturale) si possono effettuare diverse visite. Tra le più importanti vi sono: i tsingy rossi, ovvero le formazioni rocciose aguzze molto suggestive al tramonto; la laguna di smeraldo, attorniata da scogliere di calcare, dove nuotare nelle acque e praticare anche kitesurf.
Una menzione la merita l’Amber Mountain National Park, noto per i laghi sorti nei crateri dei vulcani, le cascate e le sorgenti termali naturali. Avventurandosi nei suoi sentieri, che portano anche a panorami di grande impatto visivo ed emozionale sulla foresta pluviale, si possono vedere: il lemure di Sanford, il lemure bruno, il lemure dalla coda ad anelli, il tenrec e il camaleonte di Nosy Be. Impossibile non citare Nosy Be, un’isola situata nell’area nord-occidentale del Madagascar. Come una vera cartolina, essa è conosciuta per le spiagge bianche, l’acqua trasparente e la fauna marina. I viaggi charter per le vacanze all-inclusive sono qui diretti e per quanti hanno voglia di dedicarsi alla vita marina si possono vedere anche: Nosy Iranja, dove due isole poste a ferro di cavallo sono unite da una striscia di sabbia; Nosy Komba, di origine vulcanica e perciò con la sabbia nera; Nosy Tanikely, ottima destinazione per lo snorkelling e le immersioni; Nosy Sakatia, dove dedicarsi alle attività sportive. Una delle poche aree protette rimaste a Nosy Be è la Foresta di Lokobe, situata sulle pendici del vulcano. Tra le sue particolarità vi abita il lemure nero che vive solo in questa zona del micro-continente malgascio. La straordinaria biodiversità visibile in ogni angolo del paese rappresenta una ricchezza per il popolo che nutre la speranza di un futuro migliore e accoglie i turisti con grande ospitalità e un sorriso accompagnato dal tonga soa (benvenuto). Forse perché esiste un’affinità di fondo tra i locali, così orgogliosi del
proprio territorio, e il turismo ecologico, composto da persone che amano le escursioni, le visite ai parchi e conoscere le abitudini del posto senza imporre uno stile di vita diverso.