L’esperto immobiliare risponde


A cura del Dott. Cesare Furbatto: Titolare dell’omonimo studio immobiliare torinese, collabora con la nostra rivista per dare la possibilità ai lettori di avere risposte esaustive alle domande inerenti il settore casa.

Buongiorno,
sono intenzionato ad effettuare investimenti immobiliari a Torino. In che situazione si trova il mercato della casa in questa città? Grazie per la risposta.
Tommaso

Grazie a Lei,
la sua domanda mi offre l’occasione di illustrare i dati dell’ultimo Borsino Immobiliare Furbatto e del rapporto Omi, (Osservatorio Immobiliare dell’Agenzia delle Entrate) pubblicato lo scorso marzo. Il mercato a Torino tiene: l’anno scorso si sono registrate 14.880 transazioni. Se si considera che al catasto sono iscritte 506mila unità abitative, vuol dire
che una casa su 34 è passata di proprietà. Insomma, un risultato più che soddisfacente. In termini percentuali siamo di fronte a -8% rispetto al 2022 e -3% al 2021, ma – occorre puntualizzare – +9% rispetto al 2019, cioè l’ultimo anno di compravendite pre Covid. I prezzi risultano stabili nell’usato; in rialzo per quanto riguarda il nuovo e il ristrutturato. Questo per due motivi: l’impennata dei costi di ristrutturazione; la crescita di interesse verso case inserite nelle classi energetiche migliori. Questa scelta offre la possibilità di accesso a mutui migliori; nel contempo permette di essere già in regola quando saranno in vigore le norme europee sulle “case green”. Consiglio, in considerazione del suo interesse, un approfondimento sul Borsino Immobiliare Furbatto dove, grazie alla suddivisione della città in 48 zone, offriamo la possibilità di ottenere subito il valore di mercato di un determinato immobile.

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Buongiorno,
è vero che sono state varate nuove norme riguardo alla classificazione degli “immobili di lusso”. Quali sono le novità? Grazie per la risposta.
Caterina

Approfitto di questa domanda, per la quale ringrazio la lettrice, per tornare su questo argomento a seguito della recente sentenza emessa dalla Cassazione. Lo ha ribadito la Cassazione con la sentenza n° 33699 che conferma come norma di riferimento l’articolo 6 del Dm n° 1072/1969, secondo il quale sono classificabili come “abitazioni di lusso”: “Le singole unità immobiliari aventi superficie utile complessiva superiore a m² 240 (esclusi i balconi, le terrazze, le cantine, le soffitte, le scale e posto macchine)”. Si stabilisce un altro punto fermo; il suddetto articolo 6 non risulta essere in conflitto con l’art. 5 del medesimo decreto che inserisce nella categoria “lusso”: “Le case composte di uno o più vani costituenti unico alloggio padronale aventi superficie utile complessiva superiore a m² 200 (esclusi i balconi, le terrazze, le cantine, le soffitte, le scale e posto macchina) ed aventi come pertinenza un’area scoperta della superficie di oltre sei volte l’area coperta”. In altre parole, il rapporto con la superficie esterna vale solo se l’area interna è inferiore a tale soglia, ma supera i 200 m².


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