
(direttrice FABI Plus)
Gli italiani la usano più di quanto pensino, ma non senza timori.
L’Intelligenza Artificiale ormai è ovunque. Non ce ne accorgiamo nemmeno, ma la usiamo ogni giorno: negli smartphone, quando chiediamo qualcosa a un assistente vocale, o nei suggerimenti di un motore di ricerca. La troviamo anche sul posto di lavoro, a scuola, e persino negli elettrodomestici di casa.
Ma come stanno reagendo davvero gli Italiani a questa trasformazione che avanza in silenzio, ma a ritmi rapidissimi?
I dati raccontano qualcosa di interessante: l’Intelligenza Artificiale suscita sicuramente curiosità e fascino, ma anche inquietudine. C’è chi la vede come una grandissima opportunità – soprattutto i più giovani – e chi invece si avvicina con diffidenza. In molti apprezzano il potenziale pratico: semplifica i compiti, accelera processi noiosi, stimola la creatività e perfino apre a professioni che fino a qualche anno fa sembravano fantascienza. Tuttavia, non mancano i dubbi. Cresce, ad esempio, il timore che queste tecnologie possano “rubare il lavoro”, limitare la creatività o – paradossalmente – rendere le persone più passive. Alcuni faticano a star dietro al cambiamento e si chiedono se, dietro a tanta efficienza, non si nasconda anche un rischio di disumanizzazione. Eppure, che ci piaccia o no, l’Intelligenza Artificiale è già tra noi. Non è più una scelta. La vera sfida sarà imparare a gestirla, a non subirla. Regolarla, sì – ma non per bloccarla – piuttosto per aiutare le persone a capirla. Proprio come succede con i farmaci: sappiamo che fanno bene, ma servono regole, trasparenza, equità.
Ci troviamo in un momento particolare, dove tutto – dalla sanità all’istruzione, dal lavoro alla comunicazione – sta cambiando velocemente. Possiamo limitarci a osservare, oppure provare a dire la nostra. Ma per farlo servono curiosità, senso critico, e anche un po’ di voglia di informarsi, senza farsi travolgere.
In questo numero parliamo di Intelligenza Artificiale in un‘intervista di Pietro Gentile al Professor Boella – Vicerettore per l’IA dell’Università di Torino (leggi) e nella rubrica Orizzonti di Mauro Bossola (leggi).
Capire cosa sta succedendo – oggi più che mai – è il primo passo per non restare indietro.
A tutti buona lettura!


















