I Maneskin trionfano all’Eurovision


Dopo 31 anni la band romana riporta l’Eurovision Song Contest in Italia, sede della rassegna per la prossima stagione

Bravi, belli e irriverenti. Tutti zitti e buoni anche a Rotterdam dove i Maneskin vincono l’edizione 2021 dell’Eurovision Song Contest. In gara per l’Italia con «Zitti e buoni», brano con cui hanno vinto il Festival di Sanremo, la rock band supera in finale la Francia. Sono i terzi artisti italiani a vincere la competizione europea dopo Gigliola Cinquetti nel 1964 e Toto Cutugno nel 1990. I Maneskin conquistano l’Ahoy Arena con la loro vibrante performance, che le giurie dei vari Paesi piazzano al quarto posto, ma è il pubblico a votare da casa a ribaltare la classifica. Una vittoria che viene festeggiata subito con l’esibizione integrale del brano, parolacce incluse.

Conosciamoli meglio grazie all’intervista del nostro numero di giugno, realizzata prima dell’avventura all’Eurivision.

Sono belli, bravi e giovani. Damiano David (voce), Thomas Raggi (chitarra), Victoria De Angelis (basso) ed Ethan Torchio (batteria) sono nati tra il 1999 e il 2001. In quattro fanno a malapena 70 anni. Si conoscono dai tempi della scuola, nel 2015 a Roma. Solo sei anni fa, con poche monetine in tasca, si comprano il primo master. Nel 2017 partecipano al talent X Factor, dove arrivano secondi ma fanno impazzire il pubblico. “Chosen”, l’Ep che include l’omonimo primo singolo, diventa doppio disco di platino nel giro di poco tempo, come pure il secondo singolo “Morirò da re”. Da lì i Måneskin non si sono più fermati. Per la prima volta a Sanremo, la band italiana più irriverente e provocatoria della scena musicale sbaraglia tutti, vincendo la 71ª edizione del Festival con il brano “Zitti e Buoni”. Una canzone che nasce prima di X Factor, nei primi mesi della loro convivenza artistica e che ha subìto molte modifiche.

A raccontare il brano sanremese ci pensa Damiano.

“Zitti e buoni” è rivolto a nessuno in particolare ma vogliamo che sia chiara la nostra dichiarazione di intenti: siamo una band musicale che ha studiato negli ultimi anni per arrivare ad avere un sound e un’identità riconoscibili. Una volta arrivati a questa maturazione, il messaggio è: noi siamo questi, questa è la nostra musica, la nostra strada, il nostro progetto e nessuno potrà mai allontanarci da questo.

Victoria incalza

Se uno crede in ciò che fa non serve omologarsi ai canoni. Lo abbiamo dimostrato portando su un palco storico come quello di Sanremo un brano che non aveva nulla di tradizionale.

Il nome della band lo ha scelto Victoria.

Dovevamo partecipare a un concorso e non avevamo ancora un nome. La sera prima ci siamo messi a cercarlo e gli altri mi hanno detto di provare a dire delle parole in danese. Non mi ricordo quali fossero le altre ma è piaciuta måneskin che significa chiaro di luna.

Dopo la vittoria sul palco di Sanremo, i Måneskin non vedono l’ora di tornare in tour per presentare l’album “Teatro d’ira vol. 1”, prima parte di un progetto che verrà presentato dal vivo a partire dal 14 dicembre con un tour nei palazzetti (già sold out le doppie date aRoma e Milano) che si concluderà  all’Arena di Verona nell’aprile prossimo. L’album è stato registrato in una casa studio a Londra.

Thomas

Abbiamo registrato in presa diretta e ci sono pezzi anche più forti a livello di intensità di “Zitti e buoni”, con sonorità crude e impattanti. Il fatto di vivere in una dimensione di casa studio ci ha consentito di dare sfogo ad ogni nostra idea creativa.

Ethan

Eravamo in un casale del 17esimo secolo, poi ristrutturato negli anni Ottanta, un intero edificio che aveva lo studio con sopra le nostre camere, così anche di notte potevamo scendere a comporre. Poter scrivere l’album con un approccio live è per noi la cosa migliore.

Ci raccontate il titolo del disco “Teatro d’ira”.
Damiano

Abbiamo voluto creare un contrasto tra il teatro, che spesso viene accostato all’eleganza, all’ira. L’intenzione è quella di dare l’idea che non è una rabbia distruttiva ma costruttiva, dalla quale nasce qualcosa di positivo. La possiamo definire una rabbia catartica che spinge alla rivoluzione.

A Sanremo Vasco Rossi ha tifato per voi. Che effetto fa?
Damiano
Se lui tifa per noi siamo consacrati come band rock.

Nella musica non avete limiti, e nella vita?
Thomas
La nostra vita la viviamo come la nostra musica: in maniera spontanea, andando diretti  per la nostra strada verso gli obiettivi che ci poniamo. Questo essere spontanei lo si ritrova in tutto, dal modo di vestire al
modo di esprimerci.

Victoria
Cerchiamo di vivere la vita fregandocene dei pregiudizi e delle critiche.

Vi definite con un aggettivo.
Damiano
Victoria è quella più sul pezzo, quando serve dare una risposta, anche a livello logistico è molto più brava di noi. Thomas è quello che risolleva un po’ gli animi, è un ragazzo pieno di positività. Ethan è un po’ il maestrino, quando c’è un problema sul pezzo lo scompone in battute e ti dice perfettamente sul pentagramma dove sei e cosa devi fare. E io metto benzina, sono quello che dà fuoco a tutto.

Vivete insieme?
Damiano
Tutti separati e tutti da soli.

Vi siete mai chiesti come mai tanti musicisti hanno abbandonato la chitarra e un genere come il rock?
Thomas
Noi a differenza di altri nostri coetanei siamo fortunati perché nel nostro background c’è molto di questo, siamo cresciuti andando ai concerti rock e sentendo questa musica. Chi è cresciuto in un altro ambiente ha gusti differenti. Con la chitarra elettrica si suona in studio non c’è più la cultura del club dove vai e la suoni.

Damiano
Ai nostri inizi ho riscontrato la difficoltà di trovare posti dove andare a suonare. La band occupa spazio, siamo in quattro con una strumentazione e spesso è scomodo ospitare una band.

Victoria
Speriamo che qualche ragazzo vedendo noi non si scoraggi e continui a suonare in una band.

Thomas
Torneranno gli annunci tipo cercasi batterista/bassista, torneranno le sale prove e i negozi di dischi con tutti i cimeli appesi. Il vostro look, anche questo ha pochi precedenti nella storia recente degli artisti italiani.

Damiano
A Sanremo abbiamo lavorato molto insieme al team di Etro dando le nostre reference.

Victoria
Il corsetto, ad esempio, è un’idea che ha a che fare con la volontà di abbattere gli stereotipi di genere, di classificazione tra ciò che è maschile e femminile. Abbiamo cercato un mix fra le ideologie e quello che ci piace a livello artistico.

Ai giovani che inseguono i propri sogni che consiglio date?
Damiano
In un periodo difficile come questo le passioni possono essere una valvola di sfogo molto importante. Consiglio di mettere tutti se stessi e sviluppare una propria identità e di crederci. Anche noi abbiamo incontrato ostacoli.

Victoria
In soli quattro anni siamo passati da suonare per strada e nei ristoranti a Sanremo e questo dimostra quanto è importante credere in se stessi.

Thomas
Siamo partiti dai club e da lì è nato tutto. Il nostro è stato un percorso. Che cosa ascoltate e a chi vi ispirate?

Thomas
Siamo cresciuti con i dischi cult del rock che i nostri genitori ci facevano sentire e siamo stati in tour a Londra dove questa
cultura musicale esiste ed è molto forte.

Victoria
Cogliamo l’ispirazione un po’ ovunque. A Londra abbiamo sentito tanti gruppi, anche emergenti da cui cogliere influenze.

Perché piacete a tanti, non solo agli appassionati del genere?

Damiano
La sincerità nella musica paga e noi siamo molto sinceri.


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