Da startup a unicorno


Paola Gomiero
(direttrice FABI Plus)

Negli ultimi tempi, nel mondo degli affari e della finanza, si sente spesso parlare di startup unicorno. Secondo questa concezione, un unicorno è un’azienda privata che raggiunge una valutazione di mercato di oltre un miliardo di dollari, senza quotarsi in borsa. Il termine ci porta a pensare all’animale mitologico, simbolo di forza e di eccezionalità, ed è proprio a questa immagine che si è ispirata Aileen Lee, fondatrice del fondo Cowboy Ventures, quando nel 2013 ha concepito questo titolo. Infatti, le startup di successo hanno in comune con l’animale leggendario proprio gli elementi di forza ed estrema singolarità, essendo aziende straordinariamente performanti in un brevissimo lasso di tempo. Grazie all’analisi di numerose ricerche universitarie si è riscontrato che queste aziende hanno tra loro delle caratteristiche in comune. Molto spesso i loro modelli di business si basano sulla tecnologia e producono un’innovazione dirompente nel campo a cui appartengono, creando dei servizi alla portata di tutti, che fanno veramente la differenza e, in breve tempo, fanno nascere un bisogno che fino a poco prima non esisteva. Uber, ad esempio, creando un’app semplice e funzionale, ha cambiato il modo con cui le persone si spostano e utilizzano il trasposto pubblico, Airbnb ha rivoluzionato i processi con cui i viaggiatori pianificano i loro spostamenti.

Ma quante ce ne sono nel mondo?
All’epoca Lee ne contava 39: un elenco che includeva nomi come Facebook, Linkedin e Twitter; oggi se ne stimano più di 1200 e sono in costante aumento.

E in Italia come siamo posizionati?
Indubbiamente il settore più rappresentato tra le mega startup è quello Fintech che comprende quelle aziende che attraverso la tecnologia innovano un servizio finanziario tradizionale. A questo proposito meritano di essere menzionate: Scalapay, azienda specializzata nella rateizzazione dei pagamenti, e Satispay, attiva nel settore dei pagamenti diretti online. Plus Magazine ha avuto il piacere di intervistare in questo numero, Clelia Tosi Head of Fintech District – la community internazionale di riferimento per l’ecosistema della Fintech in Italia (pagina 16) – che ci ha raccontato come le aziende Fintech in Italia siano cresciute tantissimo negli ultimi tre anni, seppur non ci siano ancora i numeri degli altri paesi europei. Fondare un’azienda unicorno è il sogno di molti imprenditori ed è importante anche per il paese che li promuove e li ospita, non solo perché rappresentano un esempio di successo, ma soprattutto perché generano valore economico, posti di lavoro e indotto. È vero che l’ascesa esplosiva nasce da un’idea geniale al momento giusto, ma di fronte ad una startup che sopravvive ce ne sono una miriade che presto falliscono, perché per diventare unicorni non basta essere veloci, avere coraggio ed energia, bisogna anche accettare il rischio di fallire. Buon 2023.


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