Il grande Salotto di Milano riapre le sue porte. 60 anni di Salone del Mobile


Milano riapre la porta dei suoi salotti più famosi e con il ritorno del Salone del Mobile dal 7 al 12 giugno 2022, battezza i suoi 60 anni di edizioni, ospitando dopo ben due anni di silenzio tutto il mondo del design che conta 20 mila metri quadrati ed oltre 2 mila espositori da tutto il mondo.

L’edizione sarà molto più straordinaria e scenografica delle passate, questo sia perché quest’anno la direzione del Salone ha deciso di fare un’importante donazione al “World Food Programme” e sia perché, come affermato dal Sindaco Sala durante la conferenza stampa ufficiale: “Il mondo si sta dividendo fra vecchie democrazie e nuovi autoritarismi che tagliano le curve, semplificando i processi. Le nostre capacità di innovare e di creare nuove prospettive devono essere la risposta democratica a questi autoritarismi: sono qualità così rilevanti che, se siamo in grado di investirci, possono garantirci un futuro tanto straordinario quanto il nostro passato. Noi come amministrazione faremo tutto il possibile per far sì che Milano continui ad essere una città così attrattiva e ammirata a livello internazionale”.

Non è un caso, infatti, che il lungo dibattito sulla necessità di cambiare radicalmente le abitudini collettive attraverso un’impostazione ecologica delle vite e del lavoro di ciascuno, sia uno degli aspetti sui quali si basa questo Salone. Mario Cucinella, ideatore del progetto “Design with Nature”, ha realizzato, come architetto, un’installazione composta da materiali che possono, tutti, essere riutilizzati per usi diversi e soprattutto con forme altrettanto differenti. Ma le novità non sono finite: altra sorpresa-evento sarà il Salone del Satellite, le cui foto stanno già da un po’ girando su internet, che apre una finestra su un mondo naturale e fantastico, come fosse una piazza circolare dove sedere, parlare e leggere, anche nel linguaggio braille. Una dimensione fiabesca dove l’incontro sia comunque reale.

Seicento gli espositori sotto i 35 anni di età che si sono riuniti sotto l’identità comune del progettare i nostri domani. Delegare a giovani designer questo progetto è stata una scelta matura e di non ovvia previsione. Quindi un salotto che non è solo fieristico, non solo modaiolo, non più solo dedicato alla concezione del design bello, moderno e costoso. Perché il nostro mondo è già cambiato. Lo è purtroppo a causa di una guerra, lo è stato per una malattia che ancora scorre e forse lo è anche perché la genetica di tutte le culture non può essere stanziale se vuole sopravvivere, ma sente di dover mutare i propri bisogni ed il proprio linguaggio.

E anche il cinema accompagnerà questa edizione così innovativa: la “Scatola Magica” e cioè un’installazione cinematografica creata da Davide Rampello e messa in scena a Palazzo Reale il 7 giugno, dove saranno proiettati undici film d’autore, fatti di cortometraggi di registi celebri come Donato Carrisi, Francesca Archibugi e Pappi Corticati.

 

 

 

 

Il Teatro alla Scala sarà una cornice importantissima ovviamente, ed il 5 giugno ospiterà il Concerto dell’Orchestra Filarmonica del maestro Viotti con Roberto Bolle, ballerino d’onore.

Infine gli spazi. Quelli vuoti, poi, saranno i benvenuti. È il progetto di brand identità e comunicazione che è stato affidato, per questa edizione, a Emiliano Ponzi. Sei illustrazioni che nascono da tanti anni di Salone e dalle sue evoluzioni: “Quando si disegna è sempre meglio lasciare uno spazio vuoto. Rappresenta quel dettaglio individuale che serve ad identificarsi, a riconoscersi dentro una storia più grande”.

Il Salone, insomma, non è più solo il Salone del Mobile. Ci risveglia dal torpore e lo fa con un senso di straordinarietà, da una parte, ma anche con la fiducia che la costruzione di un ambiente casalingo, molto semplicemente, può seguire la bellezza e la creatività abbracciando la natura, che la riunione in uno spazio anche molto grande, può non essere rumoroso ma un luogo di ascolto, e che tutta la nostra storia, soprattutto quella italiana, che registra circa il 90% delle opere d’arte più belle in Europa, non dimentichiamocelo, può essere preservata e custodita con immenso amore e gratitudine.