Siamo diversi nella nostra unicità


Quando parliamo di diversità si aprono molti scenari e forti contraddizioni. In che senso ci possiamo definire diversi? E diversi da chi? Richard Sennet, sociologo americano, nel 2003 affermava che “diversi si nasce, disuguali si diventa”. Effettivamente la ricchezza della vita si rispecchia nelle sue molteplici diversità: diversità di animali, di piante, di cellule, di enzimi e di genere umano. Quindi la diversità indica il fascino della varietà. Ma, ahimè, in molte persone manca una reale accettazione della diversità o addirittura alberga un recondito timore. Come può una persona che ha una condizione di disabilità giocare a calcio o servire al ristorante? Può se siamo noi per primi ad adoperarci nel far sentire ogni persona
accolta e accettata per quella che è, senza discriminazioni, senza commiserazione e soprattutto senza giudizio. L’articolo 1 della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, firmata nel 1948, riporta: “Tutti gli esseri umani nascono liberi ed eguali in dignità e diritti”.

Belle parole, che purtroppo non corrispondono ancora totalmente, alla realtà. Eppure, sono tre le parole che governano la società di oggi: diversità, equità, inclusione. Molte aziende hanno ottenuto la certificazione sulla Parità di Genere UNI/PdR 125:2022 e altre si stanno adoperando per averla. Trovare in ogni realtà aziendale, in ogni comunità, in ogni famiglia quanto sopra espresso come fattuale è un obiettivo che dobbiamo porci partendo da noi stessi, dalle nostre azioni quotidiane. Togliamo il velo d’ipocrisia che ammanta chi vuol far credere di essere tollerante quando in realtà non lo è. Travolgiamo veramente i paradigmi, dando l’opportunità alle persone di esprimere il proprio potenziale, alimentato da una fiducia collettiva implementata costantemente, in qualsiasi contesto aziendale.

Diffondiamo la cultura del rispetto, promuoviamo comportamenti che valorizzino ogni individuo, impariamo a comprendere il significato e il significante di equità, sia in termini economici sia di crescita professionale. Annulliamo le disuguaglianze che affiorano nella complessità delle diversità, sia fisiche sia mentali. La gentilezza e l’empatia si possono affinare nei nostri comportamenti quotidiani, nei piccoli gesti che fanno la differenza e nell’utilizzo di parole appropriate. Il linguaggio è la forma di comunicazione tra noi umani e l’esercizio di un linguaggio non discriminatorio è una forma di rispetto che esprime la volontà di includere. Ad esempio, l’espressione “persona con disabilità” lascia intendere che la persona possieda molteplici tratti, e la disabilità sia solo uno di essi. Auspico che l’impegno nei confronti dei temi relativi alla parità di genere, la valorizzazione delle diversità e l’empowerment femminile siano un processo di cambiamento oggettivo della nostra società e non rimangano soltanto una scelta teorica. In che modo possiamo aiutare le persone a comprendere il valore della diversità? Sicuramente attraverso la formazione, creando situazioni che possano portare a nuove visioni, coinvolgendo gli attori come fruitori di suggestioni nella ricerca di equità. E ricordiamoci che la libera espressione della propria unicità rende ogni persona protagonista del suo essere prezioso nella società.


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