Digital nomads


Dopo quella ai pensionati, dal Nord al Sud dell’Europa, è partita la caccia ai nomadi digitali e agli espatriati illustri

 

Con il coronavirus è scattata la corsa in tutta Europa al taglio delle tasse, non più solo per intercettare i flussi di pensionati verso l’estero (in gran parte bloccati a causa del contagio), ma anche per attirare i propri cittadini che lavorano all’estero (meglio se abbienti o skillati) e i cosiddetti “nomadi digitali”.

Tra i Paesi attivi sul fronte rientri, va annoverata anche l’Italia, che fin dal gennaio 2020 ha aumentato i vantaggi per i lavoratori italiani che ritrasferiscono la residenza fiscale nel Bel Paese, particolarmente per chi sceglie le regioni del Centro-Sud e delle Isole.

L’ultima in ordine di tempo ad annunciare un taglio del 50% dell’imposizione fiscale è stata la Grecia, a favore degli oltre 800mila suoi cittadini che hanno lasciato il paese tra il 2009 il 2019 purché decidano di rientrare stabilmente a casa.

Inoltre, con la pandemia in corso, diversi governi europei (e non solo) stanno cercando di calamitare l’interesse degli smartworker, meglio se dotati di robusti stipendi.

La guerra dei visti ha quindi trovato una nuova frontiera nell’attirare – sempre a suon di sconti fiscali – i lavoratori digitali, che armati di PC portatile, possono trasferirsi in climi più temperati, soprattutto pagando poche tasse.

A maggior ragione in tempi di coronavirus, fuggendo ai lockdown delle grandi metropoli per immergersi in uno spazio, anche ambientale, più gradevole.

Se le mete più gettonate sono comprensibilmente i paesi mediterranei, l’apripista europea è stata l’Estonia, tra i primi ad offrire addirittura un programma di “residenza elettronica”.

Se la cosa può sembrare curiosa è perché conosciamo davvero poco del piccolo paese Baltico.

Balzato alla ribalta per il tandem di donne (Presidente della Repubblica e Premier) che lo guida, l’Estonia è soprattutto un paese moderno e all’avanguardia, che ad agosto dello scorso anno ha lanciato un vero e proprio “visto digitale”, che permette ai remote worker di vivere e lavorare con vista sul Mar Baltico anche se dipendenti di un’impresa registrata e operante all’estero.

Un programma interessante per gli estoni ma in particolare per coloro che provenienti da Paesi extra UE, ottenuto il prezioso visto, possono avere libero accesso all’Area Schengen, sia come dipendenti che, ancor meglio, come imprenditori o freelance.


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