Il cambiamento è parte della vita di tutti noi; a volte è sofferto se pur necessario, altre volte è desiderato, altre ancora è forzato. Il 2020 è stato un anno di cambiamenti forzati e necessari: abbiamo utilizzato la mascherina per proteggere noi e gli altri dalla possibilità del contagio, abbiamo trasformato le nostre case in uffici, scuole, palestre e occasioni di intrattenimento a distanza. Abbiamo modificato le nostre abitudini, dal rito del caffè al bar, all’aperitivo o la pizza con gli amici, e sentivamo la mancanza anche delle piccole e tediose routine quotidiane, non avendo più la libertà di scegliere. Personalmente ho cambiato le modalità operative della mia professione, sperimentando la formazione a distanza su piattaforme web con gli studenti dei Master e con i partecipanti di diverse realtà aziendali. Ho dovuto riprogettare lezioni, corsi e scoprire nuovi metodi di coinvolgimento, come l’utilizzo di Mentimeter. Da un cambiamento necessario è scaturita una nuova opportunità anche per il coaching, dove clienti che prima non avrei potuto seguire per la lontananza, con i nuovi strumenti risultano più accessibili. È pur vero che ho trovato resistenze e reticenze, alcuni non sono stati disponibili a continuare il loro percorso preferendo il confronto in presenza, lamentando che già per il lavoro sono costretti a rimanere collegati al pc tutto il giorno. Ma i cambiamenti avvengono di continuo, gli scenari mutano e così anche la comunicazione e le relazioni. Predisporci a essere più flessibili con la mente è importante per tutto ciò che può accadere durante la nostra vita. Non sto parlando di adattabilità, quella è una logica conseguenza degli eventi. Aprirsi alla flessibilità è strategicamente utile per avere una visione dinamica della realtà, per essere resilienti, accogliere il cambiamento, affrontarlo con tolleranza e gentilezza e mantenere un atteggiamento curioso.
Oggi una soft skill molto ricercata è proprio l’essere agile mentalmente, duttile in modo attivo e proattivo.
I cambiamenti voluti, invece, sono potenziati dalla scelta, dalla volontà partecipativa, dal desiderio di raggiungere l’obiettivo prefissato, dal potere delle parole nei nostri soliloqui, dalla suggestione evocativa. Naturalmente tutto questo è legato a un obiettivo realistico, altrimenti la visione immaginativa rimane un sogno che si trasforma in una chimera. “Cambiare si può se si vuole” è il titolo del mio libro, dove racconto come si possa sempre migliorare e quanto sia grande il potere della nostra volontà. E per essere più flessibili bisogna allenare la mente, così come predisponiamo allenamenti fisici dedicati al corpo. Questo allenamento ci tornerà utile nell’affrontare anche quei cambiamenti forzati e necessari che la vita ci riserva.